NewTuscia – L’impegno dell’Unione Europea per promuovere la sostenibilità ambientale ha portato alla progettazione di un piano strategico volto a migliorare la qualità dell’aria, riducendo le emissioni di CO2 in diversi settori industriali. Fra questi, un ruolo di primo piano è assegnato agli apparecchi presenti nelle nostre case: per l’UE non c’è più spazio per elettrodomestici obsoleti né per gli edifici con classe energetica bassa. L’obiettivo dichiarato è quello di ridurre il consumo finale di energia dell’Unione entro il 2030 e renderlo climaticamente neutro entro il 2050. In questo articolo si fornisce una panoramica delle direttive più importanti contenute nel piano europeo, con focus sugli obblighi di ristrutturazione delle case.

Obblighi di ristrutturazione

Secondo le disposizioni europee, per molte case ed edifici è previsto l’obbligo di ristrutturazione per migliorare la classe energetica e ridurre le emissioni inquinanti: per tutti gli edifici residenziali si dovrà passare a una classe di prestazione energetica minima di tipo E entro il 2030 e D entro il 2033. Sono state stabilite alcune esclusioni e deroghe per quanto riguarda i seguenti edifici:

  • luoghi di culto;
  • edifici di particolare valore storico e architettonico;
  • edifici temporanei;
  • seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno;
  • immobili autonomi dalla superficie inferiore a 50 metri quadri.

Anche gli edifici residenziali pubblici possono essere esentati dalle ristrutturazioni e in generale ai Paesi membri è data la possibilità di richiedere deroghe fino a un massimo del 22% degli immobili, in modo da garantire flessibilità in relazione alle situazioni socio-economiche dei singoli Stati membri. Le deroghe riguardano in particolare le seguenti categorie:

  • fabbricati temporanei con utilizzo inferiore a 2 anni;
  • edifici agricoli non residenziali sottostanti ad accordi nazionali di settore sulla prestazione energetica;
  • siti industriali e qualsiasi edificio di servizio non residenziale a bassissimo fabbisogno energetico;
  • fabbricati indipendenti con superficie inferiore ai 50 mq.

È pur vero che, nonostante le deroghe, gli obblighi di ristrutturazione hanno subito acceso aspre contestazioni, soprattutto a causa degli importanti investimenti necessari per adeguarsi alle normative. In attesa di capire gli esiti finali dei negoziati, sono state definite ulteriori deroghe alla norma, facendo salire a 30% la percentuale di immobili che è possibile “salvare” dalla ristrutturazione, e ogni Stato membro potrà aggiungere altre deroghe nel recepimento della direttiva.

Misure sui condizionatori

Uno degli aspetti cruciali è ridurre l’impatto ambientale degli idrofluorocarburi (F-gas), responsabili dell’effetto serra. Ad oggi diversi condizionatori e altre apparecchiature contengono gas fluorurati e dal 1° gennaio 2024 entrerà in vigore l’obbligo di sostituire gli attuali impianti di refrigerazione stazionari, mentre la loro completa eliminazione è prevista entro il 2050. Una misura che rischia di avere un certo impatto sull’economia dei diversi Paesi, in quanto si stima che al momento attuale circa l’80% dei condizionatori sarebbe da cambiare. Al loro posto, nuovi apparecchi che ruotano attorno a sistemi FTE ed ETE, alcune delle migliori alternative agli F-gas che lavorano senza sprigionare gas ad effetto serra: refrigeranti naturali, non tossici e non infiammabili, che porteranno a risparmi di energia superiori al 10%.

Sostituzione dei frigoriferi

Anche i frigoriferi dovranno adeguarsi alle nuove regole. La nuova legge prevede la riduzione graduale degli apparecchi che utilizzano gas fluorurati nei frigoriferi a partire dal 2039, ma alcuni divieti potrebbero scattare già nel 2026. La completa dismissione, invece, è fissata per il 2050. Non mancano le preoccupazioni a riguardo, visto il ruolo cruciale del frigorifero all’interno delle nostre case; in quest’ottica, molte case produttrici si stanno orientando verso frigoriferi ad alte prestazioni, che alla classe energetica superiore accompagnano l’opportunità di risparmiare un quantitativo importante di energia, riducendo i costi in bolletta.

Scatta il divieto per le caldaie a gas

L’Unione Europea ha varato misure specifiche per eliminare le caldaie a gas e promuovere l’utilizzo delle cucine a induzione. Per le caldaie a gas è prevista un’eliminazione graduale a partire dal 2025/26, quando non saranno più disponibili incentivi per l’installazione, ma soltanto tecnologie alternative in sostituzione degli impianti esistenti. Dal 2029, invece, le caldaie a gas non saranno più in vendita. Sul mercato resteranno essenzialmente le pompe di calore elettriche e gli apparecchi ibridi (pompa di calore + caldaia a gas). La nuova etichetta energetica, infatti, pone come soglia minima di efficienza il 115%, un valore che nessuna caldaia a gas, a idrogeno o biometano potrà mai raggiungere. Le caldaie a condensazione potrebbero superare la soglia del 100% di rendimento, ma arrivare al 115% è difficile con le fonti tradizionali. La misura avrebbe un impatto enorme, che si tradurrebbe in interventi su milioni di case in Italia.