Stefano Stefanini
NewTuscia – Nella trasmissione Fatti e Commenti e su Luce Nuova sui fatti in onda questo fine settimana sugli schermi di TeleOrte e visibile su www.teleorte.it e www.newtuscia.it, con il collega Gaetano Alaimo per la regia di Marco Nicoletti intervisteremo Mario Mancini, presidente dell’Associazione Amici del Beato Domenico Barberi.
Illustreremo il progetto di recupero del “Casale Molaioni” legato al beato Domenico Barberi, con la futura destinazione a struttura di accoglienza dei parenti dei malati del vicino Ospedale di Belcolle.
L’interessamento della provincia di Viterbo proprietaria dell’immobile. Con il sopralluogo del 26 luglio 2022 ha preso ufficialmente il via l’iniziativa e il relativo progetto del recupero funzionale del Casale Molaioni, limitrofo all’Ospedale di Belcolle, luogo legato alla vita del beato Domenico barberi, apostolo viterbese e testimone simbolo dell’Ecumenismo in Inghilterra. Il dott. Mario Mancini presidente dell’Associazione Amici del Beato Domenico Barberi della Madre di Dio, accogliendo il presidente della provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, in qualità di Ente proprietario dell’immobile ha illustrato il duplice fine del progetto:
- riuscire a salvare dall’obblio e probabilmente anche dalla sua distruzione, l’immobile conosciuto come “Casale Molaioni”, ubicato sulla Strada Provinciale Sammartinese. L’immobile, risalente al XVIII secolo è soggetto al vincolo ed ha annessa una cappellina;
- creare una struttura di accoglienza per i parenti dei malati degenti nel contiguo Ospedale di Belcolle.
Dalla relazione tecnica deduciamo che l’immobile è annesso al fabbricato rurale monumento storico in quanto rifugio dei PP. Passionisti nel 1809 per la soppressione degli Ordini Religiosi.
La Cappellina annessa al fabbricato rurale venne concessa in comodato d’uso gratuito dall’Amministrazione Provinciale all’associazione ’“Amici del Beato Domenico della Madre di Dio” con delibera n° 1083 del 16/7/1987.
La Cappella fu ripristinata al culto il 27/10/1990 da S.E. Mons. Fiorino Tagliaferri alla presenza del Sindaco Giuseppe Fioroni e di un folto gruppo di pellegrini venuti dall’Inghilterra, dove il Beato viterbese è particolarmente venerato.
Ricorda Mario Mancini : È proprio qui che fino al 1815 il giovane Domenico Barberi (chiamato Meco della Palanzana), contadino semianalfabeta maturò la sua vocazione che lo portò missionario in Inghilterra, confrontandosi con i professori di Oxford e con gli immigrati irlandesi delle miniere di carbone. San Paolo VI, in pieno Concilio Ecumenico, lo proclamò Beato, Apostolo dell’Ecumenismo. Il suo carisma è ancora operante in Inghilterra dove la sua salma è venerata nel Santuario a lui dedicato.
Notevoli interventi furono necessari per il restauro e la straordinaria manutenzione della Cappella. L’interesse dei pellegrini inglesi e la devozione dei fedeli viterbesi spinsero l’Associazione a chiedere all’amministrazione provinciale (prot.004671 dell’1/3/1993) anche la concessione di due locali nel casale contiguo, dei quali s’impegnava al ripristino.
In un paio di occasioni la Cappellina è stata visitata dagli Arcivescovi della diocesi di Birmingham e varie volte da sacerdoti e da fedeli inglesi e, da ultimo nel viaggio dei giovani studenti viterbesi accompagnati da Mario Mancini i fedeli inglesi hanno mostrato particolare interesse al progetto di recupero del fabbricato rurale.
Non è raro che un degente, guardando dalla finestra dell’Ospedale la Cappellina del Beato Domenico, si senta rincuorato da una presenza spirituale benigna e confortevole. Infatti la struttura è direttamente confinante con l’Ospedale e può essere resa accessibile sia a piedi sia per disabili. Il percorso, seppur breve, attraversa una piccola gradevole abetaia.
Per questo, sentite anche le necessità espresse sia dal Cappellano, che da amministratori del Nosocomio, si è progettata una sinergia per ristrutturare il Casale in modo da creare, su due piani, vari mini appartamenti per i familiari (o accompagnatori) dei degenti all’Ospedale, un ambiente di ritiro per il Cappellano e un ambiente comunitario di condivisione.
Si tratta effettivamente di salvare dalla sua distruzione un pezzo importante della storia di Viterbo, punto di riferimento di devoti e turisti, posizionato in un una zona panoramica particolarmente gradevole.
Il casale, almeno due volte, è stato messo all’asta dall’amministrazione provinciale senza successo.
Specifica la relazione illustrativa del progetto: La spesa per il ripristino sarà certamente consistente, ma considerato l’alto scopo sociale di supporto alla Sanità, si intende accedere, confidando in un buon esito, ai Fondi Europei.
L’associazione “Archeotuscia” aveva già in passato aderito al progetto dell’Associazione Amici del Beato Domenico della Madre di Dio per il recupero del Casale con una lettera all’Amministrazione Provinciale in data 22 maggio 2013.
Il 26 luglio scorso il Presidente della Provincia Alessandro Romoli, accompagnato, dalla funzionaria al settore Patrimonio Anna Rita Santini e dal Geometra Giuseppe Presutti, unitamente a Mario Mancini e ad alcuni collaboratori, ha eseguito un sopralluogo per constatare direttamente lo stato dei luoghi.
In quel frangente il presidente Romoli, vista la valenza sociale del progetto, ha espresso il suo giudizio favorevole e, tra le varie opzioni considerate per concedere la disponibilità del bene, ha anche suggerito un comodato d’uso pluriennale a sconto delle spese sostenute per il ripristino della struttura.
Si attende ora il prossimo avvio delle procedure tecnico progettuali e di richiesta di finanziamento, con il probabile coinvolgimento anche di associazioni, Enti e operatori economici di Viterbo e della Tuscia: in occasione del prossimo Giubileo del 2025, una iniziativa corale e solidale recupererebbe un bene storico, d’interesse religioso per l’utile finalità di dare alloggio materiale e conforto spirituale a parenti e malati del complesso ospedaliero di Belcolle.