
“L’Italia grazie al premier Meloni e al nostro ministro Pichetto, ha ribadito che per realizzare gli obiettivi del Fit for 55 ci sono altre strade percorribili e che dovrebbero essere gli Stati membri a decidere, autonomamente, come accompagnare lotta al cambiamento climatico e alla riduzione delle emissioni di gas serra. In più – prosegue Battistoni – oltre che nel metodo, l’Italia ha posto al centro della sua contrarietà la questione occupazionale. Secondo i dati emersi sono a rischio 70 mila posti di lavoro ed è inaccettabile che una data perentoria, o meglio, l’elettrico possa incidere sulla nostra industria e sull’occupazione”.
“Come ha ribadito il ministro Pichetto non è in discussione la volontà di progredire verso il traguardo di emissioni zero ma è come accompagnare questo processo. Non è accettabile perciò che a dettare le politiche degli Stati Ue sia una data o una sola linea di indirizzo. Come Italia – conclude Battistoni – siamo convinti che oltre all’elettrico ci siano molte altre strade, come i carburanti sintetici, l’idrogeno e il biometano che coniugherebbero transizione, economia interna, industria e salvaguardia occupazionale”.