Con la sua arte ha materializzato le aspirazioni di pace, accoglienza, solidarietà umana, dialogo tra i popoli e salvaguardia del creato. Sua la scultura Fratellanza tra i Popoli” all’ingresso del Policlinico Gemelli di Roma
Stefano Stefanini
NewTuscia – VITERBO – Dopo la sua recente scomparsa, e’ opportuno ripercorrere la feconda esperienza e testimonianza dell’artista viterbese Roberto Joppolo. Lo scultore ha lasciato a Viterbo, in Italia e nel mondo una traccia indelebile della sua Arte sia nell’ambito religioso che civile, le sue opere sono custodite, tra le altre sedi, a Viterbo, Roma, Assisi, Orte, Messina, Lampedusa, Gerusalemme, Costarica, Polonia, Giappone, Brasile.
L’ultima grande opera “Fratellanza Universale”, realizzata da Roberto Joppolo, e’ stata installata nel novembre 2021 all’ingresso principale del Policlinico Agostino Gemelli.
Il significato dell’opera e’ riassunto dalle stesse parole dell’artista viterbese: “Accoglienza, solidarietà’, ecumenismo, la solidarietà umana non può prescindere dalla salvaguardia del creato”. Roberto Joppolo ha partecipato il 5 novembre 2021 alla celebrazione del 60o anniversario dell’istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università del Sacro Cuore. Fratellanza Universale rappresenta in qualche modo la continuità tematica dell’accoglienza, inaugurato nel 2015 con il “Mosaico dell’Umanita’ “
Ripercorriamo insieme la feconda esperienza artistica del maestro Roberto Joppolo
Nato a Siena nel 1939, sul finire della guerra si trasferisce a Orte e, successivamente a Bassano in Teverina, piccolo borgo del viterbese, dove inizia a dedicarsi da autodidatta all’arte figurativa attraverso il disegno e lo sbalzo.
Trasferitosi a Viterbo, in un ameno luogo collinare lontano dal frastuono cittadino, coltiva con passione la sua inclinazione artistica. Comincia a frequentare ambienti artistici ed a partecipare a varie mostre collettive. Vince diversi premi per il pregio e l’eleganza delle sue opere e le sue qualità cominciano ad attirare l’attenzione pubblica. Di lì a breve arrivano anche le prime importanti commissioni
Nel 1974 viene incaricato di realizzare la Via Crucis per il Santuario di S. Rosa a Viterbo: 12 grandi pannelli a sbalzo su rame finemente cesellati. Joppolo dimostra capacità espressiva e padronanza della tecnica.
Sono del 1976 le porte per il tempietto marmoreo di Andrea Bregno nella Basilica viterbese di S. Maria della Quercia.
Il passaggio dal bassorilievo alla scultura avviene in modo naturale, ma sempre mediato dal disegno, facendosi sempre più forte, in lui, la necessità di sperimentazione con tecniche e materiali diversi: dalla terracotta al bronzo, al legno, alla pittura ad olio.
Nel 1983 riceve l’incarico di realizzare la statua in bronzo di S. Massimiliano M. Kolbe che, benedetta in Piazza S. Pietro dal Papa Giovanni Paolo II durante la canonizzazione, fu poi riprodotta in 4 esemplari destinati in Polonia, in Giappone ed in America.
La sua storia, nella metà degli anni ’80, lo vede protagonista della città ad Assisi, uno dei luoghi sacri più significativi e cari ai grandi nomi della storia dell’arte (Cimabue, Giotto, Simone Martini, Lorenzetti). Nella città del Poverello, realizza, nel 1984, “I Genitori di S. Francesco” monumento bronzeo per la Piazza della Chiesa Nuova.
Nel 1986, il modello da lui realizzato vince il concorso nazionale per la nuova ”Macchina di S. Rosa” a Viterbo, e nello stesso anno gli viene affidato dal Comune di Tuscania l’incarico per la realizzazione del “Monumento all’Etrusco” opera imponente che, per varie vicissitudini, verrà realizzata ma non più installata.
Nella Basilica di San Francesco di Assisi Joppolo realizza opere in bronzo di notevole pregio artistico e, primo artista contemporaneo ad entrare in quel luogo sacro, riceve una lunga serie di commissioni: “La Morte di S. Francesco” realizzata per la Cappella dei Frati Conventuali nel cimitero di Assisi (1987), il grande Trittico in rame sbalzato della Cappella delle Confessioni ancora nella Basilica Inferiore (1987), “Le Storie di S. Francesco” nella Basilica di Rivotorto (1988), gli arredi liturgici per la Basilica Superiore di S.Francesco, un pannello della “Via Crucis Ecumenica” (1989).
La Virgo Prudentissima sull’Autosole ad Orte 1989
Nel 1989 viene eretta sull’Autostrada del Sole, e benedetta da Papa Giovanni Paolo II nel corso di una storica cerimonia, la grande statua marmorea della Virgo Prudentissima, realizzata in marmo bianco di Carrara.
Per la realizzazione dell’opera, Joppolo si trova a frequentare i laboratori di Carrara, dove trova nuove ispirazioni e competenze per la realizzazione di opere in marmo.
Il 1999 è un altro anno importante per il Maestro: è chiamato a partecipare alla realizzazione della Porta Maggiore del Duomo di Messina che arricchirà con tre grandi pannelli bronzei; su invito dell’Ambasciata Italiana, modella in bronzo il busto di Amerigo Vespucci che verrà installato a Brasilia nel V° Centenario della scoperta del Brasile e riceve la commissione per la realizzazione della grande porta bronzea del Santuario di S. Maria del Patrocinio a Castelnuovo Berardenga (Siena).
Nello stesso anno il Maestro inizia la lavorazione di un’altra monumentale scultura in bronzo, alta 5 metri: “L’Albero dell’Umanità”, commissionata all’artista a ricordo del” Giubileo dei Governanti e Parlamentari” (2000).
L’opera viene riprodotta in due esemplari, l’uno collocato a Roma, all’interno di un’area dedicata dei Giardini Vaticani e l’altro a Betlemme, su volontà di Yasser Arafat, a significare un ideale ponte di pace tra due differenti culture e religioni.
“Omaggio al Cinema”, Opera dello scultore Roberto Joppolo Omaggio a Filoteo Alberini e al Cinema che sorge sulla terrazza limitrofa al Cinema Teatro dì Orte.

Il Mosaico dell’Umanità
Roberto Joppolo è stato insignito per la sua esperienza artistica di numerose onorificenze: Grande Ufficiale della Repubblica Italiana, Commendatore di S. Silvestro in Vaticano, socio onorario dell’Arma dei carabinieri, accademico ad honorem dall’Accademia di Belle Arti “Lorenzo da Viterbo”. E’ anche titolare di un asteroide. Il numero 212500, “RobertoJoppolo” dal Minor Planets Center.
Il suo testamento artistico e’ racchiuso nello scrigno del Museo attiguo all’abitazione ed al suo laboratorio, da lui arricchito di bozzetti, riproduzioni di sculture installate e custodite in ogni parte del mondo.
La nostra reazione partecipa al dolore della famiglia di Roberto Joppolo e lo ricorda nelle tante interviste concesse dal maestro con le stesse sensibilità, sobrietà, semplicità e genialità che trapelano dalle sue creazioni artistiche.
Per onorare la sua memoria artistica, che spazia a cavallo tra due secoli, auspichiamo che Vit dedichino adeguati riconoscimenti, e intitolazioni a Roberto Joppolo, per non lasciare nell’oblio gli autorevoli messaggi che trapelano dalla sua sconfinata produzione artistica: che ha autorevolmente materializzato le aspirazioni di pace, accoglienza, solidarietà umana, dialogo tra i popoli e salvaguardia del creato, espresse nel linguaggio universale dell’ Arte.