NewTuscia – Grazie alla nascita di piccoli negozi e strutture online dedicati alla cannabis light, e alla possibilità di coltivare fino a quattro piante di canapa per uso personale, molte persone hanno scelto il CBD come integratore naturale, oppure si dedicano al collezionismo acquistando articoli come questi semi autofiorenti di qualità disponibili su un portale italiano recentemente alla ribalta per la varietà dei suoi prodotti.

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Forse però non tutti sanno che nel 2020, è stata emessa una legge per autorizzare l’utilizzo della cannabis nella produzione alimentare, quale ingrediente di pasta, pane, cioccolato, dolci, birra e diversi altri alimenti di uso comune.

Si tratta senza dubbio di scelta piuttosto innovativa, che fa seguito alle varie proposte di utilizzare la cannabis per scopi terapeutici, da tempo oggetto di discussione oltre che di importanti studi e ricerche scientifiche. Quello dei prodotti alimentari è comunque solo uno dei molteplici aspetti che si riferiscono alla regolamentazione dell’utilizzo della Canapa Sativa, ancora non del tutto chiarita.

Negli ultimi tempi abbiamo infatti assistito ad un incremento notevole sia per le coltivazioni di cannabis, sia per il suo utilizzo, con una rilevante produzione di alimentari, cosmetici e materiali contenenti semi o parti della pianta stessa, oppure i suoi principii attivi.


Come viene regolata la produzione di alimenti a base di cannabis

Oggi il mercato propone una vastissima scelta di prodotti alimentari in cui è presente la cannabis, con un contenuto in THC, la nota sostanza psicotropa della canapa, che oscilla dallo 0,2% allo 0,6%. Le materie prime più utilizzate per la produzione di alimenti sono la farina e l’olio ottenuti dai semi di canapa.

In realtà, la coltivazione di canapa non è proprio una novità di oggi: intorno agli anni 40 / 50 l’Italia era uno dei primi produttori. Una coltivazione che, negli anni successivi, è andata scomparendo sia per il diffondersi dei tessuti sintetici, sia per il forte attivismo contro le sostanze stupefacenti.

La possibilità di coltivare la canapa per uso industriale è stata reintrodotta nel 2016, e si riferisce tra l’altro alla Canapa Sativa, usata anche a scopo terapeutico: per poter procedere con la coltivazione su larga scala, i semi usati devono essere certificati e devono dare origine a piante con basso contenuto in THC, secondo quanto previsto dalla legge.

È comunque importante tenere presente che il contenuto in THC delle piantine può comunque variare anche in riferimento al terreno e al microclima locale.

Questa nuova disposizione legislativa ha comunque contribuito a sviluppare di nuovo la coltivazione industriale della cannabis e la relativa produzione di tessuti, materiali per bioedilizia, combustibili, cartoni da imballaggio, prodotti alimentari e cosmetici.  

 

Caratteristiche degli alimenti contenenti cannabis

L’uso dei semi di canapa nell’alimentazione era già stato autorizzato dalla legge nel 2009.

In prevalenza, gli alimenti includono semi di canapa o derivati che comunque sono privi di THC, o lo contengono in dose minima, talvolta per il contatto con i fiori.

I semi di canapa possono infatti essere utilizzati così come sono, oppure sotto forma di farina o di olio, e utilizzati per ottenere pasta, pane, dolci, condimenti e altro, tuttavia la legge non ha mai regolamentato con precisione le percentuali massime di THC per ogni singolo prodotto alimentare.

I principii attivi benefici contenuti nei semi di canapa

Ormai, come sappiamo, i semi di cannabis, e soprattutto l’olio, sono molto ricchi di acidi grassi Omega 3 e Omega 6, elementi salutare e indispensabili per il benessere, oltre a vitamine E e del gruppo B. Proprio per questa sua ricchezza, l’olio di canapa non dovrebbe essere utilizzato come condimento ma come integratore alimentare, da assumere abitualmente.

Attualmente, anche nei comuni supermercati, si trova olio di canapa, pasta con farina di canapa, oltre a condimenti, dessert e succhi di frutta che contengono estratto di semi.

I fiori della canapa possono essere usati come ingrediente?

Se la questione dei semi e dell’olio di cannabis è già complessa, lo è ancora di più quella delle infiorescenze, il cui uso non è mai stato regolamentato con precisione. In commercio si trovano spesso infiorescenze di canapa light, sia nei punti vendita fisici che nei negozi online, che però non potrebbero essere usate per la preparazione di alimenti semplicemente perché non esiste una legge precisa al riguardo. 

Anche in questo caso, si tratta di un vuoto legislativo che limita notevolmente sia il commercio che la produttività, senza dimenticare che i fiori di canapa erano presenti nella cucina tradizionale italiana anche nei tempi antichi.

Inoltre, le infiorescenze di canapa sono molto ricche di CBD, terpeni e molti altri elementi che potrebbero offrire beneficio alla salute se impiegate per la produzione di prodotti alimentari e integratori.

Si consiglia comunque di non utilizzare i fiori di canapa light reperibili in commercio per la preparazione di alimenti, poiché la filiera non è rigorosa come nel caso dei prodotti alimentari già pronti.

Chi desidera ricorrere ad un integratore alimentare a base di cannabis, può utilizzare tranquillamente l’olio di CBD, certificato e garantito, un ottimo prodotto per favorire il benessere.

Semi di cannabis per la coltivazione indoor

I portali di e-commerce come SensorySeeds offrono una grande varietà di semi di canapa, ideali per chi desidera provare a dedicarsi alla coltivazione delle piantine, sia in una grow room che in serra o in esterno: un’attività sicuramente gratificante e piacevole.

La qualità di semi si riferisce a tempistiche diverse di sviluppo della pianta e dei fiori, da scegliere quindi in base alla tecnica di coltivazione e al relativo microclima.