NewTuscia – VITERBO – Il 4 settembre alle ore 21.00 presso la chiesa di san Giovanni in Zoccoli torna lo spettacolo di Gianluca Zappa “Audite et venite!” dedicato alla vita di santa Rosa. Si tratta di un “concerto teatrale”, come l’ha definito il suo autore, in cui la parte del leone la fanno le canzoni del disco “La rosa, la sposa”, che proprio in questi giorni compie vent’anni dalla sua prima apparizione. Da allora Zappa ha più volte proposto il suo spettacolo, intervallando i suoi brani con la declamazione degli episodi della vita di Santa Rosa.

Per celebrare il ventennale del disco, Zappa ha scelto la location molto suggestiva della chiesa di San Giovanni in Zoccoli, dove già si era esibito nel 2013. “E’ un luogo davvero mistico – ci spiega – una delle chiesa più belle della città. Tra l’altro è proprio in questa chiesa che Rosa entrò il 24 giugno del 1250 adornata come una giovane sposa. Mi fa sempre un certo effetto pensarlo. Da quel giorno cominciò la sua infervorata predicazione per le vie di Viterbo. Noi racconteremo la sua storia, attraverso la musica e la poesia delle canzoni, attraverso brani delle antiche biografie, attraverso alcune scene teatralizzate”.
In effetti non vi sarà solo la parte musicale (che Zappa proporrà insieme ai figli Nicoletta, soprano, e Francesco, basso), ma anche una parte più propriamente drammatica, affidata ad alcuni promettenti giovani attori, tutti provenienti dal laboratorio teatrale del liceo Buratti (Martina Carletti, Caterina Chiassarini, Alexander Luukkainen, Federica Lupo, Giovanni Pagliaccia e Tommaso Porta), che di volta in volta saranno narratori e personaggi protagonisti della storia. Nei difficili panni di santa Rosa, la giovane Benedetta Zappa, proveniente dal laboratorio teatrale della scuola Santa Maria del Paradiso.
Assisteremo ad uno spettacolo che compie vent’anni (Gianluca Zappa è stato il primo a mettere in scena nel nuovo millennio la vita di santa Rosa e l’unico, nella storia, ad aver composto un’opera musicale moderna a lei dedicata) ma che risulta sempre nuovo e soprattutto intenso, come intensa e mirabile fu la vicenda della patrona di Viterbo.