NewTuscia – VITERBO – Con il proposito di gestire un piano di sviluppi a medio-lungo termine, sfruttando le occasioni che offriranno il Pnrr e il Giubileo 2025, Unindustria e Ance hanno presentato davanti ai candidati alle prossime elezioni amministrative di Viterbo un manifesti che prevede 8 punti e molti cambiamenti.

Presenti alla conferenza tutti i candidati al ruolo di sindaco,  Alessandra Sensi, presidente giovanni industriali, Simonetta Coccia, presidente delle piccole e medie imprese e il presidente della Camera di commercio Domenico Merlani.

Secondo le due associazioni, a una città come Viterbo, che si presenta come centro turistico, residenziale, universitario e di produzione, occorre un cambiamento a 360 gradi per eliminare o almeno ridurre i punti deboli che ne limitano lo sviluppo. “Accessibile, attrattiva, veloce, produttiva, green, connessa, intelligente, giovane, sostenibile e ambiziosa”. Gli otto punti chiave del manifesto si propongono di seguire un piano strategico preciso che miri, partendo dalla cabina di regia, a sostenere e promuovere progetti e investimenti.

Si parte da uno snellimento della burocrazia e dalla semplificazione di diversi procedimenti, dalla legge regionale sulla rigenerazione urbana a una revisione del regolamento edilizio che risale al 1966, ad una maggiore attenzione al centro storico, per arrivare gradualmente a far parte del Consorzio Unico Industriale del Lazio da un lato e alla costituzione di una collaborazione tra pubblico e privato nel campo del Pnrr.

E se lo sviluppo passa per il completamento della trasversale Orte-Civitavecchia, il raddoppio della Cassia bis, così come il miglioramento dei collegamenti ferroviari con Roma, i parcheggi, la mobilità green, avrà molta importanza anche lo sviluppo tecnologico tenendo conto delle zone non raggiunte facilmente da una connessione veloce.

Per quanto riguarda le voci ambiziosa e attrattiva, si punta sul turismo religioso che fiorirà in occasione del giubileo del 2025 e quello straordinario del 2033, oltre all’opportunità di sfruttare la facoltà che ha l’Italia di ospitare la nuova Capitale europea della cultura sempre nel 2033.