Stefano Stefanini

NewTuscia – ORTE – Domani  mercoledì santo, 13 aprile, alle ore 21 la Via Crucis Cittadina vedrà impegnata l’intera comunità nel cammino ascensionale del Colle di San Bernardino. Animeranno le riflessioni della Via Crucis alcuni giovani, che “attualizzeranno” le vicende della Passione alle problematiche del nostro tempo: la guerra, l’emergenza sanitaria, le solitudini esistenziali, le emergenze ambientali e climatiche, le migrazioni.

Il colle di San Bernardino è legato alla presenza secolare del Collegio Serafico, per secoli fucina di tanti giovani impegnati nella formazione sacerdotale e umana negli ideali di Francesco di Assisi e di Bernardino da Siena, che vi soggiornò nella sua predicazione itinerante.

Papa Francesco concludendo la sua recente Esortazione Apostolica “Cristo Vive”  si è rivolto ai giovani richiamando un’immagine evangelica: Giovanni che corre avanti, arriva prima al sepolcro vuoto di Cristo ma attende Pietro per entrare. “Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti, conclude il Pontefice. La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci.

Lunedi scorso 11 aprile presso  la Chiesa di Santa Maria di Loreto presso gli Ospedali Riuniti di Orte,  si è tenuto un incontro di Catechesi organizzato dalla Confraternite Riunite e  tenuto dal  Vescovo Diocesano mons. Romano Rossi sul significato dei riti della Settimana Santa, con riferimento al cammino di “ascolto” del Sinodo indetto da Papa Francesco ed in corso di svolgimento nelle singole realtà parrocchiali.

Il momento più suggestivo della processione del Cristo Morto del Venerdi Santo di Orte risalente al XIII secolo (foto  C. Cardinali)

Per una adeguata preparazione alla Pasqua i fedeli e tutta la cittadinanza – dai fedeli di altre religioni, ai non praticanti ed i lontani dalla vita religiosa  – sono stati invitati dai parroci e dalle comunità di Santa Maria Assunta don Maurizio Medici e di S. Antonio in Orte Scalo don Giovanni Bazenguissa, alla partecipazione agli incontri di preghiera e di riflessione disseminati nei quaranta giorni quaresimali, ed in particolare nel cammino comunitario  della Settimana Santa.

In coincidenza con la tradizionale Via Crucis del mercoledì santo che viene tenuta dopo i due anni di interruzione a causa del coronavirus, non possiamo non sollecitare un’azione di recupero del complesso di San Bernardino, peraltro dopo la messa in sicurezza della struttura dello scorso anno per preservarla da ulteriori atti di vandalismo, a cura dell’amministrazione comunale.

Tutta la comunità cittadina attende una degna destinazione e rigenerazione alla struttura che possa scaturire dalla collaborazione tra enti pubblici ( comune, provincia, regione, ministeri)  operatori economici ( imprenditori associati che potrebbero operare nella sanità, nell’assistenza, istituzioni di ricerca ( ricerca scientifica, istituzioni universitarie, recupero ambientale, attività agricole,  e sostenibilità come il Biodistretto che potrebbero utilizzare terreni per la coltivazione biologica e il bosco per ripopolare la fauna ), culturali e volontariato.

Anche la formazione professionale potrebbe avere una sede a San Bernardino, legata alla creazione di nuova piccola imprenditoria, dove i giovani possano mettere a frutto i loro talenti.

Noi operatori nel campo della comunicazione potremmo utilizzare spazi per la produzione di giornali, programmi televisivi e nuovi mezzi di comunicazione sociale, trasferendo al Colle le nostre attrezzature di lavoro.

Si potrebbe, inoltre,  individuare la localizzazione di una sede per un’Organizzazione di prestigio nazionale ed internazionale, pensando al dopo coronavirus.

Inoltre la comunità cristiana  potrebbe riutilizzare la chiesa e le strutture religiose, anche in chiave di dialogo interreligioso, in linea con la vocazione francescana del Colle.

Occorre iniziare un percorso a tappe… ma iniziare, anche con semplici visite organizzate, con momenti di partecipazione collettiva, per riappropriarsi di un complesso religioso, culturale e naturalistico che rischia il degrado per l’incuria della comunità.

Ideogramma di San Bernardino scolpito sui portali di molti palazzi del Centro Storico (immagine Wikipedia)

Il Colle di San Bernardino non può essere lasciato nel degradato abbandono attuale,  in modo particolare per i profondi legami consolidatisi con la Città.

Il Convento fu realizzato grazie ad un lascito testamentario di una facoltosa famiglia ortana nel 1464 ed affidato da sempre ai seguaci di Francesco di Assisi, che vi svilupparono nei secoli il luogo privilegiato di formazione dei giovani alla Regola di Vita francescana e ove vi soggiornarono  più volte Bernardino da Siena, oltre a San Giovanni da Triora, nel 1816 martire francescano in Cina – luogo sempre  profondamente amato dagli ortani, ove nei secoli vi hanno celebrato matrimoni, ricorrenze felici della loro vita.

Il complesso attende dunque un adeguato progetto di risanamento e di recupero alla fruizione, oltre che di carattere ricettivo, sanitario o assistenziale, di concreta fruizione religiosa, culturale e ricreativa da parte della popolazione, per l’assoluta pregevolezza ambientale del luogo.

Tornando ai Riti della Settimana Santa, le Confraternite, presiedute da Roberto Rondelli, con l’assistenza spirituale del parroco don Maurizio Medici, hanno mantenuto le strutture originarie con le rappresentanze di Santa Croce, della  Misericordia, della Trinità, di San Pietro, del Santissimo Sacramento, dello Stennardino (Madonna del Santissimo Rifugio dei Peccatori), di Santa Maria Le Grazie, di SantAntonio Abate e, quella del Santo Rosario, unica femminile.

La sede naturale del Museo Diffuso delle Confraternite Riunite è la sacrestia della chiesa di S. Croce, gioiello romanico che custodisce la preziosa bara del Cristo Morto databile intorno al 1630 e la Statua della Vergine Addolorata, che ha mantenuto nei secoli l’originario splendore di colori e forme.

I Riti  della Settimana Santa  si svolgeranno con i ritmi antichi di nove secoli e con la devozione ed il raccoglimento dovuti ad un rito sacro, di meditazione sul cammino umano, le sofferenze, le gioie  e la solidarietà umana del tempo presente, sulla morte e sulla vita, in attesa dell’alba di Pasqua.