Stefano Stefanini
NewTuscia – ROMA – Si conclude oggi la tornata elettorale per il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie del Pubblico Impiego che si svolge presso i comuni, la provincia, le strutture sanitarie, il mondo della Scuola e della Ricerca Scientifica, la regione, gli enti locali territoriali e la Camera di Commercio.
I lavoratori degli Enti Locali e della Funzione Pubblica sono stati chiamati dalle Organizzazioni Sindacali alla partecipazione all’ elezione per il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie che si sono svolte nei luoghi di lavoro il 5 6 e 7 aprile.
Una considerazione particolare e’ andata ai lavoratori del Comparto Sanita’, che hanno vissuto e ancora sperimentano un periodo di particolare impegno sul campo del contrasto alla pandemia.
Le opportunità di lavoro da ricreare dopo la pandemia e in questo periodo di guerra, le condizioni di sicurezza e salute da assicurare nei luoghi di lavoro, i giovani, gli anziani, la valorizzazione del lavoro femminile, l’adeguamento tecnologico e il calo demografico, il rilancio dell’agricoltura biologica, la cultura ed il turismo, il termalismo, il polo ceramico, la carenza infrastrutturale stradale e ferroviaria o il mancato adeguamento delle infrastrutture esistenti, sono le problematiche generali che il sindacato della Tuscia pone in rilievo in questo periodo che sta curando con particolare impegno su tutti i tavoli di trattativa con le istituzioni territoriali comunali, provinciali e regionali, oltre che principalmente con i datori di lavoro dei settori produttivi della Tuscia.
Un richiamo alla Piattaforma per il rilancio del Territorio dell’Alto Lazio.
L’appuntamento elettorale della Funzione Pubblica di Viterbo ha fornito l’opportunità di stilare un bilancio di quanto e’ stato concretamente conseguito delle proposizioni programmatiche scaturite dalla “Piattaforma per il rilancio del Territorio dell’Alto Lazio.”
Ricordiamo che il 17 luglio 2020 presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori di Viterbo le Confederazioni sindacali con i segretari di CGIL Stefania Pomante, della CISL, Fortunato Mannino e della UIL, Giancarlo Turchetti avevano presentato alle istituzioni e a tutti i politici del territorio, alle associazioni datoriali, al mondo universitario ed ai media, la loro piattaforma programmatica per il rilancio della Tuscia dopo la crisi della pandemia, i cui rischi sanitari e socio economici non appaiono ancora del tutto debellati .
Nel loro manifesto di presentazione del Rapporto Programmatico sindacale, le Confederazioni Provinciali avevano parlato di “ Un rilancio atteso da tempo per la Tuscia: la crisi economica del 2008 ha lasciato profonde ferite nel tessuto socio economico del territorio, ferite che la pandemia che stiamo drammaticamente vivendo rischia di aggravare ulteriormente. Questa drammatica vicenda deve essere vista come l’opportunità che ci porti a pensare un mondo inevitabilmente diverso ma auspicabilmente migliore. CGIL CISL UIL hanno così delineato il percorso da loro definito per rilanciare la Tuscia, per perseguire il modello di sviluppo dei prossimi anni.
Questo percorso parte dalla conoscenza del passato, delle criticità che hanno impedito uno sviluppo serio e a largo raggio, si basa sull’affrontare il presente per tamponare le problematiche più urgenti e si proietta in un futuro programmato per uno sviluppo economico, sociale, culturale finalmente credibile e sostenibile.
Questi gli ambiti economici su cui i sindacati hanno concentrato l’attenzione: turismo, termalismo, infrastrutture, agricoltura, area di crisi complessa, centri storici e università.
“Il turismo – hanno sottolineato i sindacalisti – deve essere ecosostenibile e in armonia con l’ambiente, la comunità e le culture locali. La città di Viterbo e la sua provincia possono diventare la meta di diversi viaggiatori nazionali e nternazionali, grazie alle sue eccellenze, che vanno dal quartiere medievale al mondo etrusco e romano.
La Provincia di Viterbo: fonte meteomarta.altervista.org
In tale direzione i sindacati chiedono di investire in particolar modo sul termalismo, “auspicando – hanno dichiarato Pomante, Mannino e Turchetti – un veloce e definitivo recupero delle terme ex Inps, altro capitolo infinito della nostra storia locale”.
Per quanto riguarda invece le infrastrutture, le richieste dei sindacati vanno dal completamento della trasversale Orte-Civitavecchia al raddoppio ferroviario tra Viterbo e Roma, sfruttando inoltre l’interporto di Orte che, con un’area a disposizione di 320mila metri quadrati, rappresenta uno snodo logistico sul principale crocevia ferroviario e e stradale del entro Italia.
Sul fronte dell’agricoltura, “vanno sostenute – hanno detto i tre segretari confederali – le produzioni locali, mantenendo la biodiversità vegetale”. No, dunque, “all’inserimento di coltivazioni estranee al territorio che richiederebbero un uso massiccio di sostanze chimiche che impatterebbero in modo irreversibile sul territorio”.
I sindacati puntano inoltre a lavorare per far riconoscere le zone del polo della ceramica di Civita Castellana e quello della lavorazione del pellame di Valentano come aree di crisi industriale complessa.
“Bisogna riportare – hanno poi proseguito i sindacalisti in relazione alle problematiche dei centri storici – gli uffici e le attività commerciali al centro delle città e al centro della politica. Favorendo poi una circolazione del traffico sostenibile, prevedendo parcheggi fuori le mura e servizi navetta.
Vanno anche recuperati tutti gli spazi e gli edifici in disuso e abbandonati convertendoli in luoghi d’arte, musica, teatro, laboratori, convegni, cinema e musei”. Spazio anche per l’idea di un centro commerciale naturale fatto in particolar modo di botteghe artigianali.
Infine l’università della Tuscia. “L’università – avevano concluso Pomante, Mannino e Turchetti – non può essere un soggetto anonimo. Va potenziata infatti l’interazione della comunità universitaria con quella cittadina.
Per i sindacati viterbesi sono questi gli ambiti fondamentali per una rinascita che, però, dovrà avvenire necessariamente “in un’ottica verde, ecosostenibile, basata su un’economia circolare: aspetto che non potrà più essere demandato alle generazioni future ma deve essere affrontato nell’immediato.”
“E’ ovvio che attuare un piano di sviluppo così importante richiede ingenti risorse di derivazione pubblica e di partnership pubblico-privato, fondi di garanzia regionali e nazionali, svincolo temporaneo dal patto di stabilità, politiche europee dal forte spirito finalmente solidale.
Appare opportuno, infine, sviluppare un piano straordinario regionale che possa basarsi su risorse da destinare alle Piccole e Medie Imprese, ai loro indotti, e su una possibile rimodulazione delle imposte locali.”
La concretezza alle cose da fare presto e bene per creare nuove opportunità di lavoro e un’attenzione particolare verso i giovani sono gli strumenti irrinunciabili che i rappresentanti dei lavoratori hanno messo al centro delle future strategie.
Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza spetta alla politica nazionale regionale e comunale, in accordo con le forze produttive, imprenditoriali e del lavoro, il compito di concretizzare e e coordinare risorse e decisioni per attuare le priorità più volte ribadite da imprenditori e lavoratori della Tuscia. Queste le prospettive orientate concretamente al futuro dei nostri giovani.