Stefano Stefanini
NewTuscia – Viterbo 29 marzo 2022 – E’ scomparso nella serata di ieri, all’età di 83 anni, lo scultore viterbese Roberto Joppolo.
Le esequie si terranno presso la Cattedrale di Viterbo mercoledì 30 marzo alle ore 15.
L’artista ha lasciato a Viterbo, in Italia e nel mondo una traccia indelebile della sua Arte sia nell’ambito religioso che civile, le sue opere sono custodite, tra le altre sedi, a Viterbo, Roma, Assisi, Orte, Messina, Lampedusa, Gerusalemme, Costarica, Polonia, Giappone, Brasile.
L’ultima grande opera “Fratellanza Universale”, realizzata recentemente da Roberto Joppolo, e’ stata installata nel novembre 2021 all’ingresso principale del Policlinico Agostino Gemelli. La notizia era trapelata in occasione dell’incontro che l’artista viterbese ha avuto con Papa Francesco presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia nella ricorrenza del sessantesimo della costituzione dell
Il significato dell’opera e’ riassunto dalle stesse parole dell’artista viterbese: “Accoglienza, solidarietà’, ecumenismo, la solidarietà umana non può prescindere dalla salvaguardia del creato”. Roberto Joppolo ha partecipato il 5 novembre 2021 alla celebrazione del 60o anniversario dell’istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università del Sacro Cuore.






Fratellanza Universale rappresenta in qualche modo la continuità tematica dell’accoglienza, inaugurato nel 2015 con il “Mosaico dell’Umanita’ “
Grande eco aveva avuto in Costarica l’inaugurazione del “Mosaico dell’Umanita’ che aveva visto al centro dei media l’esperie
nza umana e artistica dello scultore viterbese Roberto Joppolo, presente alla cerimonia di San José .
Nel 2015, ”Anno della Misericordia”, nell’ambito di un progetto artistico che lo ha portato alla realizzazione di una serie di opere in pittura e scultura sul tema dei popoli in cammino, Roberto Joppolo, crea “Il Mosaico dell’Umanità”: un’opera realizzata in ferro a forma di croce latina alta m. 2,50 , formata da tanti tasselli in ceramica policroma che rappresentano i volti dell’umanità che convergono verso la figura del Santo Padre, simbolo di Pace, fraternità, accoglienza e, nella parte posteriore, verso San Francesco, maestro di fraternità universale.
L’artista Roberto Joppolo nel suo studio di Viterbo.
L’opera, realizzata in tre esemplari per essere destinata a luoghi-simbolo, fu presentata a Viterbo il 17 novembre 2016, a chiusura del Giubileo Straordinario e avviene la prima installazione nella Sala del Conclave del Palazzo Papale.
Il 15 febbraio 2017, durante l’udienza generale in Vaticano, “Il Mosaico “dell’Umanità” riceve l’apprezzamento e la benedizione di Papa Francesco.
Il 20 giugno 2018, a celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato, la seconda installazione avviene a Lampedusa: porta del mediterraneo, che simbolicamente rappresenta terra di approdo e miraggio di speranza di nuova vita per coloro costretti a fuggire dalle loro terre.
Il 20 novembre 2019, viene installata la terza opera a San José di Costarica in quanto capitale della Nazione che può vantarsi, oggi, di essere uno degli Stati dell’America latina che vive una situazione politica ed economica più stabile al mondo; è sede della Corte Inter-Americana dei Diritti Umani , è sede dell’Università per la Pace delle Nazioni Unite e nel 1987 il suo presidente, Oscar Arias Sanchez, riceve il Premio Nobel per la pace.
Il maestro Roberto Joppolo presenta l’opera “Il Mosaico dell’Umanità” a papa Francesco.
Ripercorriamo insieme la feconda esperienza artistica del maestro Roberto Joppolo
Nato a Siena nel 1939, sul finire della guerra si trasferisce a Orte e, successivamente a Bassano in Teverina, piccolo borgo del viterbese, dove inizia a dedicarsi da autodidatta all’arte figurativa attraverso il disegno e lo sbalzo.
Trasferitosi a Viterbo, in un ameno luogo collinare lontano dal frastuono cittadino, coltiva con passione la sua inclinazione artistica. Comincia a frequentare ambienti artistici ed a partecipare a varie mostre collettive. Vince diversi premi per il pregio e l’eleganza delle sue opere e le sue qualità cominciano ad attirare l’attenzione pubblica. Di lì a breve arrivano anche le prime importanti commissioni
Nel 1974 viene incaricato di realizzare la Via Crucis per il Santuario di S. Rosa a Viterbo: 12 grandi pannelli a sbalzo su rame finemente cesellati. Joppolo dimostra capacità espressiva e padronanza della tecnica. Molte sono le opere di quel periodo eseguite a sbalzo; egli trasforma lastre di rame, peltro, ottone, argento in pannelli figurati.
Sono del 1976 le porte per il tempietto marmoreo di Andrea Bregno nella Basilica viterbese di S. Maria della Quercia.
Il passaggio dal bassorilievo alla scultura avviene in modo naturale, ma sempre mediato dal disegno, facendosi sempre più forte, in lui, la necessità di sperimentazione con tecniche e materiali diversi: dalla terracotta al bronzo, al legno, alla pittura ad olio.
Nel 1975 incontra Paolo VI ed agli inizi degli anni ‘80 comincia a frequentare gli ambienti vaticani.
Nel 1983 riceve l’incarico di realizzare la statua in bronzo di S. Massimiliano M. Kolbe che, benedetta in Piazza S. Pietro dal Papa Giovanni Paolo II durante la canonizzazione, fu poi riprodotta in 4 esemplari destinati in Polonia, in Giappone ed in America.
Accanto alle grandi commissioni, spesso a tema sacro, l’artista crea opere dando spazio a forme e tematiche più spontanee ed intime, dove il linguaggio plasticamente figurativo viene tradotto in forme astratte e fantasiose.
Intanto Joppolo continua a ricevere incarichi e riconoscimenti per la realizzazione di statue, medaglie, arredi sacri e bassorilievi.
La sua storia, nella metà degli anni ’80, lo vede protagonista della città ad Assisi, uno dei luoghi sacri più significativi e cari ai grandi nomi della storia dell’arte (Cimabue, Giotto, Simone Martini, Lorenzetti). Nella città del Poverello, realizza, nel 1984, “I Genitori di S. Francesco” monumento bronzeo per la Piazza della Chiesa Nuova.
Nel 1986, il modello da lui realizzato vince il concorso nazionale per la nuova ”Macchina di S. Rosa” a Viterbo, e nello stesso anno gli viene affidato dal Comune di Tuscania l’incarico per la realizzazione del “Monumento all’Etrusco” opera imponente che, per varie vicissitudini, verrà realizzata ma non più installata.
Sempre nel 1986 viene chiamato dalla Comunità Francescana del Sacro Convento per abbellire artisticamente la Cappella di Preghiera, nella Basilica Inferiore di S. Francesco ad Assisi.
Nella Basilica assisana Joppolo realizza opere in bronzo di notevole pregio artistico e, primo artista contemporaneo ad entrare in quel luogo sacro, riceve una lunga serie di commissioni: “La Morte di S. Francesco” realizzata per la Cappella dei Frati Conventuali nel cimitero di Assisi (1987), il grande Trittico in rame sbalzato della Cappella delle Confessioni ancora nella Basilica Inferiore (1987), “Le Storie di S. Francesco” nella Basilica di Rivotorto (1988), gli arredi liturgici per la Basilica Superiore di S.Francesco, un pannello della “Via Crucis Ecumenica” (1989).
Parallelamente, vengono commissionate all’artista varie opere pubbliche, tra le quali 3 monumenti per l’Arma dei Carabinieri.
Sono anni di intenso lavoro, che segnano una tappa fondamentale nell’evoluzione artistica di Joppolo. Si intensificano le Mostre Personali e le partecipazioni a Collettive. Molti i riconoscimenti ed i premi.
Nel 1989 viene eretta sull’Autostrada del Sole, e benedetta da Papa Giovanni Paolo II nel corso di una storica cerimonia, la grande statua marmorea della Virgo Prudentissima, realizzata in marmo bianco di Carrara.
Per la realizzazione dell’opera, Joppolo si trova a frequentare i laboratori di Carrara, dove trova nuove ispirazioni e competenze per la realizzazione di opere in marmo.
In questi anni la produzione artistica si arricchisce di ulteriori nuovi generi, testimoniando la costante e naturale tendenza dell’artista ad una scoperta delle proprie capacità espressive.
Nei primi anni ‘90 Joppolo si trasferisce con la famiglia in una villa sulla collina viterbese e qui, circondato da silenzio, indipendenza e paesaggio incantevole, si appassiona ulteriormente alle arti pittoriche. Con crescente passione ed esercizio quotidiano, la produzione laica dell’artista si arricchisce di opere in terracotta, in bronzo e in legno, di varie forme e misure. Moltissimi i disegni, gli olii e gli acquarelli.
Il 1999 è un altro anno importante per il Maestro: è chiamato a partecipare alla realizzazione della Porta Maggiore del Duomo di Messina che arricchirà con tre grandi pannelli bronzei; su invito dell’Ambasciata Italiana, modella in bronzo il busto di Amerigo Vespucci che verrà installato a Brasilia nel V° Centenario della scoperta del Brasile e riceve la commissione per la realizzazione della grande porta bronzea del Santuario di S. Maria del Patrocinio a Castelnuovo Berardenga (Siena).
Nello stesso anno il Maestro inizia la lavorazione di un’altra monumentale scultura in bronzo, alta 5 metri: “L’Albero dell’Umanità”, commissionata all’artista a ricordo del” Giubileo dei Governanti e Parlamentari” (2000).
L’opera viene riprodotta in due esemplari, l’uno collocato a Roma, all’interno di un’area dedicata dei Giardini Vaticani e l’altro a Betlemme, su volontà di Yasser Arafat, a significare un ideale ponte di pace tra due differenti culture e religioni.
Roberto Joppolo è stato insignito per la sua esperienza artistica di numerose onorificenze: Grande Ufficiale della Repubblica Italiana, Commendatore di S. Silvestro in Vaticano, socio onorario dell’Arma dei carabinieri, accademico ad honorem dall’Accademia di Belle Arti “Lorenzo da Viterbo”. E’ anche titolare di un asteroide. Il numero 212500, “RobertoJoppolo” dal Minor Planets Center.
Il suo testamento artistico e’ racchiuso nello scrigno del Museo attiguo all’abitazione ed al suo laboratorio, da lui arricchito di bozzetti, riproduzioni di sculture installate e custodite in ogni parte del mondo.
La nostra reazione di NewTuscia partecipa al dolore della famiglia di Roberto Joppolo e lo ricorda nelle tante interviste concesse dal maestro con le stesse sensibilità, sobrietà, semplicità e genialità che trapelano dalle sue creazioni artistiche.
Per onorare la sua memoria artistica, che spazia a cavallo tra due secoli, auspichiamo che Viterbo, le città e le Chiese che ospitano le sue opere, il Rotary di Viterbo e i Club che hanno avuto il privilegio di averlo attivissimo socio onorario, dedichino adeguati riconoscimenti, e intitolazioni a Roberto Joppolo, per non lasciare nell’oblio gli autorevoli messaggi che trapelano dalla sua sconfinata produzione artistica: che ha autorevolmente materializzato le aspirazioni di pace, accoglienza, solidarietà umana, dialogo tra i popoli e salvaguardia del creato, espresse nel linguaggio universale dell’ Arte.