Gaetano Alaimo

NewTuscia – VITERBO – Varie decine di ucraini della comunità di Viterbo si sono riuniti oggi in piazza della Repubblica, alle 15, per rinnovare la loro veemente protesta contro la guerra portata dalla Russia di Putin ma, soprattutto, con una richiesta forte: creare subito una “No fly zone” di tutto lo spazio aereo ucraino. Fatto, questo, che è stato già negato dalla Nato, consapevole che creare un divieto di sorvolo sull’Ucraina significherebbe abbattere gli aerei russi che sono in piena azione di guerra. Con le conseguenze imprevedibili che potrebbero seguirne.
La comunità ucraina si è riunita dopo la manifestazione di due sabati fa e, con tanto di bandiere ed inni nazionali, scritte contro la guerra e immagini di Putin paragonato ancora una volta ad Hitler per la ferocia dei bombardamenti russi sui civili, hanno parlato con la stampa e chiesto la no fly zone insieme all’impegno diretto della Nato e dell’Occidente per fermare la strage in atto.
Al grido di “Putin assassino” tanti ucraini hanno urlato il loro sdegno per ciò che sta succedendo e parlato anche di “ignoranza” di molti italiani che difendono Putin, in particolare sui social, senza conoscere la storia e quello che ha fatto Putin anche dentro la Russia nei confronti dei suoi oppositori.

Commuoventi le scene di chi è tornato da poco dall’Ucraina, testimone di fatti tremendi. Tante le persone che hanno parlato di bombardamenti indiscriminati sulle città e detto, invece, della massima solidarietà ricevuta da Stati come Polonia e Romania, che hanno aperto le frontiere ed offerto cibo, medicine ed accoglienza alla centinaia di migliaia di profughi ucraini in fuga.
Gli ucraini erano guidati da Alina Onachyshych, che sta coordinando, insieme ad altre persone, la raccolta di viveri, medicinali, vestiario e cibo a lunga conservazione già giunti, nei primi invii, in suolo ucraino.
Torneremo a parlare di Ucraina giovedì prossimo per la 23° puntata di “Luce nuova sui fatti” su Tele Lazio Nord in cui approfondiremo ciò che sta succedendo ed avremo altre testimonianze dalla comunità ucraina della Tuscia.



















