Stefano Stefanini
NewTuscia – ROMA – L’Italia rischia due miliardi di danni climatici all’anno alle infrastrutture fino al 2030. Proposte misure per l’estensione delle metropolitane e il potenziamento del trasporto pubblico a basse emissioni. Giovannini: servono partnership pubblico-privato.
Sono stati presentati recentemente i Rapporti “Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità” e “Investire in infrastrutture: strumenti finanziari e sostenibilità”, elaborati dalle Commissioni di studio istituite ad aprile 2021 dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili.
Il primo Rapporto, 436 pagine scritte da una commissione di esperti coordinata da Carlo Carraro, professore di Economia ambientale all’Università Ca’ Foscari di Venezia, misura e descrive l’impatto del cambiamento climatico sulle infrastrutture e i trasporti, come ad esempio il deterioramento del manto stradale e l’aumento del livello delle acque. Ci sono pagine dedicate agli effetti di inondazioni e tempeste di vento sul turismo e sull’agricoltura, sul commercio e sulla sicurezza idro-geologica. Illustrando il Rapporto nei suoi principali elementi, Carraro ha sottolineato che “l’approccio dinamico è l’elemento che caratterizza questo lavoro”. Occorre, ha aggiunto, una visione sistemica delle infrastrutture: “non si può parlare di mobilità senza considerare il cambiamento delle infrastrutture per l’energia. La transizione si realizza solo attraverso l’integrazione di tante competenze diverse”.
Le previsioni ci dicono che “i danni su infrastrutture e mobilità provocati dal cambiamento climatico sono tra i più ingenti”, ha puntualizzato Carraro. Secondo il documento, potrebbero ammontare a due miliardi di euro all’anno fino al 2030 e circa cinque miliardi all’anno al 2050. Un rischio da scongiurare per un Paese che, ha osservato, si caratterizza per un doppio divario: da una parte, possiede, in termini quantitativi, una dotazione infrastrutturale al di sotto di quella dei principali Paesi europei per quanto riguarda autostrade e ferrovie. D’altra parte, registra un forte ritardo infrastrutturale delle regioni meridionali. Il Rapporto formula una serie di proposte, complementari o rafforzative del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per i trasporti, gli investimenti dovranno essere indirizzati all’estensione delle metropolitane e delle reti tranviarie; l’ampliamento dell’alta velocità, in particolare nei collegamenti verso il Sud; il miglioramento delle reti ferroviarie regionali; il potenziamento del trasporto pubblico locale a basse emissioni; la realizzazione di piste ciclabili nelle città; lo sviluppo della rete di ricariche elettriche.
