NewTuscia – VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo.

Dopo le falsità ascoltate in questi giorni in religioso silenzio, è arrivato il momento di iniziare a fare chiarezza sulla sfiducia a Giovanni Arena, portata a termine tristemente dai nostri ex alleati per il giorno della vigilia di Natale.

Chi ha firmato le dimissioni, e quelli che le hanno architettate, non hanno neanche saputo spiegare con onestà le motivazioni di ciò che hanno fatto. Qualcuno dice sia stata colpa delle elezioni provinciali, altri della cattiva gestione della città. In entrambe in casi sanno di mentire.
Per prima cosa, le elezioni provinciali non sono paragonabili ad un’elezione di primo livello come quella del capoluogo, dove il centro-destra si è presentato ai cittadini con i simboli di partito. In Provincia, come da sempre accade, sono state organizzate liste civiche, in rappresentanza delle varie sensibilità che sono presenti nelle amministrazioni locali.

Attribuire la caduta del Comune di Viterbo a questa consultazione elettorale, in cui le liste di area Lega e Fratelli d’Italia hanno anche concorso a braccetto con la lista di centro-sinistra “Beni Comuni”, significa essere poco credibili e non avere la cognizione di ciò che accade nei Comuni della Tuscia, dove il civismo e la trasversalità sono elementi che coinvolgono tutti i partiti, inclusi Lega e Fratelli d’Italia.
Ma neanche l’impossibilità di esercitare il proprio ruolo all’interno dell’amministrazione comunale, denunciata a più riprese da alcuni, non può essere la causa che ha portato alla sfiducia, anche perché significherebbe ammettere il proprio fallimento. Dei 9 assessori in giunta, i partiti della sfiducia ne avevano ben 7, mentre dei 21 consiglieri, 17.
Dire che non è stato possibile, per loro, incidere nella vita dell’ente, significa ammettere una totale incapacità ed inadeguatezza di natura politica e amministrativa.
Caratteristiche non certo attribuibili a noi di Forza Italia, con un sindaco sempre presente e verso il quale sta arrivando una grande solidarietà da parte dei cittadini viterbesi. Lo stesso vale per i nostri due assessori, Antonella Sberna ed Elpidio Micci, profondi conoscitori della macchina amministrativa, grandi lavoratori e gli unici, forse, ad aver conseguito risultati importanti all’interno dell’amministrazione.
Di alcuni assessori, invece, sarebbe interessante sapere se, a fronte di una lauta indennità di carica, corrisponde al vero che entravano in Comune alle 11.00 ed uscivano alle 12.30, come tanti consiglieri raccontano da mesi. Inoltre, sarebbe auspicabile che ci venisse spiegato, da coloro che scaricano sugli altri le proprie responsabilità, il perché hanno cacciato via dall’amministrazione il loro vicesindaco.
È anche giusto ricordare, per dovere di cronaca, che questi signori gestivano deleghe importantissime, tra le quali il bilancio, i lavori pubblici, la cultura, il verde pubblico, l’urbanistica, il turismo, il termalismo e lo sviluppo economico, per le quali avevano potere decisionale e programmatico.
Dunque, attribuire a Forza Italia l’inefficienza dell’amministrazione di Viterbo, mi pare una storia che potrebbe essere letta soltanto su un libro di Gino Bramieri. E l’accusa che rivolgono al sindaco è soltanto un boomerang che gli sta tornando indietro.
Di tutta questa situazione l’unica cosa che ci conforta la nomina a commissario della dott.ssa Antonella Scolamiero, persona preparata che ha lasciato un bel ricordo a Viterbo e tra i dipendenti comunali.
Le considerazioni di natura politica andremo a farle nei prossimi giorni, la verità è che coloro che oggi puntano il dito verso gli altri con grande superficialità, hanno semplicemente abbandonato la loro responsabilità amministrativa. E lo hanno fatto sotto Natale, in un periodo di piena pandemia, in un momento storico di progettazioni sul Pnrr, alle porte di una crisi sociale con cui molte famiglie dovranno fare i conti, anche a causa dell’aumento delle bollette domestiche che arriverà.
Non solo, questa scelta priverà il Consiglio provinciale, per i prossimi due anni, dei rappresentanti espressione della città di Viterbo, e di questo si devono assumere la piena responsabilità.
Tutto questo senza neanche essere stati in grado di presentare in maniera corretta le proprie dimissioni, visto che hanno dovuto ripetere la procedura a distanza di giorni.
Evidentemente, più che dare la colpa agli altri, i partiti che hanno causato il fallimento di questa amministrazione, farebbero bene a cercarla al proprio interno, facendo magari un po’ di autocritica ed una seria riflessione sulla selezione della classe dirigente, perché Viterbo merita il meglio.
Andrea Di Sorte
Commissario provinciale di Forza Italia