NewTuscia  – TARQUINIA – Mentre le indagini dei carabinieri proseguono per verificare la versione di Caludio Cesaris fornita davanti al gip, su un particolare della testimonianza dell’uomo sembrerebbe essere stato già trovato un riscontro; il 68enne avrebbe affermato di aver frequentato la donna, una ricercatrice di 39enne, per circa quattro anni per poi arrivare ad una rottura affatto brusca inseguito alla quale, e nel corso dell’ultimo anno, avrebbero continuato a sentirsi “scambiandosi chiamate e messaggi”.

Le indagini degli investigatori avrebbero trovato tracce degli scambi nel cellulare del 68enne, e la ricercatrice, che è già stata sentita dagli inquirenti dovrà nuovamente essere ascoltata.

Il resto delle dichiarazioni dovranno essere messe al vaglio. Secondo la sua testimonianza, Cesaris avrebbe trovato la pistola, con cui era uscito la mattina per sbarazzarsene, in giro per l’Italia e incontrando Angeletti avrebbe perso la testa compiendo un gesto folle, improvviso e non programmato, che il possesso dell’arma avrebbe reso possibile. “Ero fuori di me e non capivo cosa stesse accadendo”. Non lo avrebbe mai incontrato prima, solamente quel martedì “per caso, a un paio di chilometri dal parcheggio in cui avevo l’auto”, ribadendo che no si erano dati appuntamento. Cesaris si trovava lì per scattare delle foto, come in tante altre occasioni, in quanto appassionato ornitologo, ma in seguito a un malore, un calo glicemico che lo avrebbe portato a barcollare, avrebbe chiesto aiuto fermando la prima macchina di passaggio. Era Angeletti. Incominciando a parlare sarebbe venuta fuori la comune conoscenza della ricercatrice di cui il professore era collega. “A quel punto non ho capito più nulla, ho preso la pistola e ho sparato”.

Lo avrebbe fatto mentre la vittima ancora guidava per poi fermare la vettura probabilmente tirando il freno a mano. Questo spiegherebbe il perché della posizione dell’auto e le tracce di frenate su cemento e manto erboso. Successivamente il pensionato si sarebbe allontanato perdendo l’orientamento gettando via l’arma in un punto che non riesce a ricordare.

La pistola non è ancora stata rinvenuta, ma le indagini proseguono; l’autopsia sul corpo di Angeletti ha mostrato due ferite da arma da fuoco a poca distanza dall’orecchio destro, sono inoltre sotto sequestro gli indumenti indossati dal 68enne quel fatidico martedì e si attende l’esito del guanto di paraffina.