Stefano Stefanini
NewTuscia – ORTE – Il parroco don Maurizio Medici e la comunità religiosa di Orte solennizzano oggi un evento significativo che riscopre le radici profonde e sincere della religiosità della città: i trecento anni della dedicazione della nuova Cattedrale, avvenuta il 9 novembre 1721.
Sono state approntate dalla Comunita parrocchiale di Orte una serie di iniziative storico-religiose e concertistiche in occasione del trecentesimo anniversario della dedicazione del Tempio sacro.
Oggi martedì, nove novembre, il ve
scovo diocesano, monsignor Romano Rossi, presiede la santa messa solenne della dedicazione del Tempio. Un evento che oggi come tre secoli fa, ha visto coinvolto l’intero popolo di Orte.
Ha inaugurato il,programma il concerto del maestro Adriano Falcioni, organista di fama internazionale, sabato sei novembre.
Domenica 7 novembre il dottor Abbondio Zuppante, direttore del Museo d’Arte Sacra ha tenuto una conferenza dal titolo: “La nuova cattedrale, grande sfida del Seicento ortano”.
Lunedi 8 novembre il parroco don Maurizio Medici, ha condotto una catechesi sul tema: « Su questa pietra edificherò la mia chiesa ».
Cattedrale di Orte. Pala d’Altare dell’Assunta con i Santi Martiri opera del pittore Giuseppe Bottani 1751
La nuova cattedrale, che sostituì l’antica Basilica realizzata sul modello costantiniano e demolita per la vetusta’ della struttura, fu consacrata dal vescovo Giovanni Francesco Tenderini il 9 novembre 1721, sotto il pontificato di Papa Innocenzo XIII. Il progetto fu elaborato dall’architetto Carlo Bizzacchero e il preventivo dei lavori fu approvato il 18 febbraio del 1713.
La Concattedrale di Santa Maria Assunta è una basilica minore, chiesa principale del Comune di Orte. Ricostruita sulla precedente chiesa romanica del IX secolo e dedicata nel 1721, dal vescovo Giovanni Tenderini, sotto il pontificato di Innocenzo XIII.
È considerato il monumento più imponente delCentro Storico, dopo il trasferimento della diocesi di Orte a Civita Castellana ne diviene la Concattedrale.
La chiesa venne consacrata domenica nove novembre 1721 con una messa pontificale, officiata dal Vescovo Giovan Francesco Tenderini.
La sua costruzione era iniziata sei anni prima, alla fine di maggio del 1715. Una storia piuttosto travagliata, l’avvio della realizzazione del nuovo edificio sacro. Alla fine del Seicento la vecchia cattedrale romanica era ridotta a poco più che un rudere, con il tetto crollato e strutture fatiscenti. Tra l’allora vescovo Blasi, i sacerdoti ortani e i cittadini si accese subito una disputa. Il titolare della diocesi voleva costruire un nuovo e più grande edificio sacro, preti e popolo ortano volevano invece restaurare la loro chiesa. Dopo anni di controversie, il vescovo decise di far demolire quello che era rimasto della vecchia Cattedrale. A quel punto non rimaneva altro che avviare progetti, reperimento di fondi e cantiere. Un’operazione complessa, che vide coinvolti il Papa, la curia romana, un cardinale che faceva da supervisore, due vescovi, Blasi e Tenderini, e tutta la società ortana del tempo. Alla fine, furono spesi diciannove mila scudi, contro i sessantamila preventivati. All’interno della nuova chiesa un vero gioiello, di cui si può godere ancora oggi. La vecchia chiesa era dotata di un organo realizzato da Domenico Benvenuti da Roma, nel 1582. Per adeguarlo alle nuove esigenze si decise di conservarlo e ampliarlo con nuovi registri. Di questo fu incaricato Domenico Densi, di Terni. Il risultato è stata una stupenda commistione tra rinascimento e barocco. Lo strumento è stato restaurato, per iniziativa della banda musi