di Stefano Stefanini

NewTuscia – VITERBO – Ho avuto modo di intervistare  nella  trasmissione di Fatti e Commenti, condotta con  Gaetano Alaimo  la professoressa  Angela De Francesco,  autrice del libro “Tutti vivi” storie vere di colloqui quotidiani con i ragazzi in un’altra dimensione.

Il testo  è edito dalla Minerva Edizioni di Bologna, per la collana I Misteri di Minerva, con la prefazione di Rita Pennarola ed e’ disponibile nelle librerie di Orte o presso la casa editrice.

Un brano della prefazione di Rita Pennarola  traccia i caratteri salienti del libro appassionato ed appassionante di Angela De Francesco, che descrive la ricerca ed il cammino sul sentiero della corrispondenza tra madri e padri che hanno visto morire i loro figli.  Il Brano è riportato nella presentazione di Furio Lo Forte su lavocedellevoci.it.  contro storie d’Italia.

“Angela, Alessandra, Daniela, Rosa, Manuela, Roberta, Nadia, Viviana, Orsola… centinaia, migliaia, milioni di madri, ectoplasmi in carne ed ossa, vagano da secoli quaggiù con lo strazio che stringerà la gola fino all’ultimo respiro. Quello che per loro sembra non arrivare mai. La prima è ancora lì, ai piedi della croce, la Madonna trafitta per l’eternità dall’agonia del figlio morente. Il destino di quella madre, simbolo stesso del Cristianesimo, segna il confine fra i comuni mortali e gli ultimi fra gli ultimi: le madri e i padri che hanno visto morire il proprio figlio.

Soffocati dentro questo ergastolo esistenziale, alcuni di questi genitori hanno compreso che dovevano – e forse potevano – continuare a cercare i propri figli.

Darsi una speranza che dei loro ragazzi non fosse tutto finito, ma esistesse una presenza da qualche parte, in qualsiasi forma, diventava l’unico modo per sostenere il peso di terminare la propria esistenza.

“Tutti Vivi”, il libro di Angela De Francesco, rappresenta il primo racconto in presa diretta di questo cammino: un sentiero impervio, dolente, eppure vero, per certi versi oggettivo. Strabiliante. Non solo di fatti consolatori, qui si tratta, bensì di esperienze concrete, realmente accadute, supportate da evidenze scientifiche tuttora in divenire, ma già sufficientemente solide per avviare ragionamenti, confronti, metodi.

La metafonia, anche definita “fenomeno delle voci elettroniche”, è l’ascolto di frasi di senso compiuto provenienti da file audio registrati, generalmente al computer, da radio straniere.

Migliaia di persone nel mondo ogni giorno si mettono in ascolto, alla ricerca dei loro figli, utilizzando il programma “Audacity”, che permette di aggiungere al file audio le giuste pause, fino a captare parole che spesso suonano come risposta a precise domande.

I metafonisti di più lunga esperienza sono generalmente, come Angela De Francesco, madri partite alla ricerca di un segno oggettivo, un suono, parole, frasi coerenti, sufficienti per indicare che i loro figli, anche se in dimensioni e forme a noi sconosciute, esistono ancora, ci sono, che non è stata dispersa nell’abisso del nulla la loro adorabile essenza.

Che non si tratti solo di “pseudoscienza”, come molti preferiscono definire queste pratiche, lo dimostrano i file audio – molti dei quali pubblicati in diversi canali web, in uno con le esperienze di registrazione – nonché il lavoro di ricercatori che da qualche tempo accompagnano l’attività dei più noti metafonisti. Supportati dalle recenti aperture fornite proprio in questo campo dalla fisica quantistica, gruppi di studiosi si stanno cimentando in percorsi destinati a condurci – questo l’auspicio – alla spiegazione scientifica di fenomeni che, vissuti dal vivo, lasciano letteralmente senza fiato.

Diverso e di altra natura il percorso di sensitivi, spiritisti e medium, che non rientra nelle esperienze di cui si occupa questo volume. Perché qui, nel libro di Angela De Francesco, a parlare sono loro. I ragazzi. Maria Elena, Simona, Jacopo, Thomas, Danilo, Gabriele, Vanessa… Tutti “figli di Luce”, li chiamiamo così, tutti convocati al Ponte, come dicono i metafonisti. E tutti arrivati, su quel Ponte, per parlarci di loro. E di noi.” (Rita Pennarola)

Siamo convinti che la testimonianza della professoressa De Francesco vada letta e fatta propria, per condividere la Ricerca e la Speranza di una madre che ha trovato una dimensione scientifica e insieme metafisica di “corrispondenza di amorosi sensi” con un figlio o una figlia perduti e per non privarsi di una grande e, ci si permetta, consolante Verità sul dopo vita dei nostri Cari più amati.