di Stefano Stefanini
NewTuscia – VITERBO – Ricordare Dante Alighieri, nei luoghi da lui visitati e descritti nella Commedia, come Viterbo e la Tuscia. La nostra rubrica “Fatti e Commenti”, condotta questa settimana su TeleorteTV e Newtuscia.Tv da chi scrive e da Gaetano Alaimo ospita il collega Giuseppe Rescifina che presenterà il suo testo “La Rosa di Dante, il poeta, il fiore e la Santa”.
Ripercorreremo nel 700o anniversario della morte (avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321) del Sommo Poeta i contenuti del testo di Rescifina.
Nell’intervista approfondiremo con l’autore, tra l’altro, il dilemma del rapporto tra la “candida Rosa” dell’Empìreo dantesco e la Santa giovinetta di Viterbo.
Dante Alighieri, che sicuramente transitò dalla città nel 1300, in occasione del primo Giubileo indetto da papa Bonifacio VIII, dove all’inizio del XIV secolo la venerazione per Rosa era già molto diffusa, rimase fortemente colpito tanto da usare il nome nella parte conclusiva del suo Paradiso o si tratta di una semplice coincidenza?
Un’accurata analisi tra l’esperienza vissuta da Santa Rosa, che scelse di far parte del Terz’Ordine francescano, e quella del grande poeta fiorentino che, secondo alcuni storici, espresse il desiderio di essere sepolto con addosso l’abito dello stesso Terz’Ordine di San Francesco, lascerebbe supporre, nell’uso del nome Rosa, una particolare attenzione di Dante anche verso la Santa che, non molto tempo prima del periodo in cui visse il Poeta, si era scagliata vigorosamente contro l’imperatore Federico II e gli eretici catari e patarini allora presenti in buon numero a Viterbo
Dante parla del “Bulicame” nel canto XIV dell’Inferno
E’ un’ipotesi “suggestiva”, pur se solo a livello intuitivo, contenuta nel libro di Rescifina. L’autore non si limita a commentare eventi noti riguardanti la Tuscia citati nella “Divina Commedia”, ma si avvale delle ultime ricerche dei “dantisti” per approfondire gli aspetti misteriosi, i simboli esoterici e i casi irrisolti come la localizzazione della “selva oscura” , della Città di Dite e del terribile carcere della Malta.
Un libro, dunque, come si legge nell’introduzione, che “non intende solamente riproporre un viaggio ricognitivo sui riferimenti alla Tuscia nella “Commedia”, ma “scava in fondo”, vaglia ipotesi e argomenti, riesamina l’esperienza di personaggi e, a distanza di sette secoli dalla creazione del capolavoro, offre qualcosa di inusitato, insolito…
Giuseppe Rescifina è giornalista, saggista, autore di testi teatrali e di ricerche di Antropologia delle religioni, studioso delle opere di Dante, che ha anche interpretato in performançes e diffuso in “lectio”.
I luoghi danteschi nella Tuscia
Nel contesto dell’intervista in questo anno del 700 anniversario della morte di Dante Alighieri, riproporremo l’esperienza della lettura itinerante nei luoghi più suggestivi della Città di Viterbo, svolta con i responsabili della comunità civile, religiosa, economica e sociale il 13 settembre scorso.
Il Comitato viterbese Dante VII, nell’anno delle celebrazioni per il 700° anniversario della morte, ha promosso la «Notte di Dante», il 13 settembre in dieci postazioni di Viterbo dalle 18 alle 22,30. Protagonisti alcuni personaggi della città, dal sindaco Giovanni Arena, al rettore dell’Università Stefano Ubertini, al presidente del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa Massimo Mecarini, al vescovo Lino Fumagalli, chiamati a leggere un canto della Commedia. la iniziato il primo cittadino nella chiesa di San Paolo ai Cappuccini alle 18 ed ha terminato il vescovo nel chiostro di Santa Maria del Paradiso, alle 22,30, secondo un serrato programma con introduzioni di volta in volta di Giuseppe Rescifina, Maria Teresa Ubertini e Gianluca Zappa.
Gli altri lettori sono stati: Clara Vittori (dirigente scolastico del Liceo Classico M. Buratti), Sandro Cascino (comandante dell’Aeroporto di Viterbo), Paola Bugiotti (dirigente scolastico dell’Istituto P. Savi), Andrea Cuccello (segretario confederale nazionale della Cisl), Angelo Allegrini (direttore dell’Archivio di Stato) e la commercialista Paola Spolverini.
Citeremo con Giuseppe Rescifina i luoghi danteschi della Tuscia ripercorsi nel 2013 nel “Dante in Tuscia tour” di e con Giuseppe Rescifina, Raffaele Donno (alla chitarra) e Laura Ciulli, proposto dall’associazione culturale “La Ginestra” in collaborazione con Archeotuscia onlus.
Le tappe, prevedevano la spiegazione e la lettura dei canti della “Divina Commedia” che citano personaggi, luoghi ed episodi della Tuscia.
Molto suggestiva fu la tappa presso le Terme dei Papi “al Bullicame” con cenni dal Canto XIV dell’Inferno e spiegazione e lettura del Canto V dell’Inferno. La prima citazione riguarda “il ruscello che parton poi tra lor le peccatrici…” ovvero il Bullicame.
Nel V canto dell’Inferno Dante si ritrova in un luogo buio, dove soffia incessante una terribile bufera che trascina i dannati. Si tratta dei lussuriosi, che volano per l’aria formando una larga schiera simile agli stornelli quando volano in cielo.
Quì avviene il commovente incontro con Paolo e Francesca, i cognati uccisi dal marito di lei, Gianciotto. Dante viene così tanto coinvolto fino allo svenimento.
Altra tappa fu dedicata a “Enrico di Cornovaglia” presso la Chiesa di San Silvestro con cenni dal Canto XII dell’Inferno e spiegazione e lettura del Canto XXVI dell’Inferno.
La rappresentazione nel chiostro di Santa Maria del Paradiso fu dedicata alla “Vergine Madre” con spiegazione e lettura del Canto XXXIII del Paradiso.
L’ultima tappa fu allestita nel cortile di Palazzo Gentili, sede della Provincia, nel cartellone di “Incontri Gentili” dedicata ai “Peccati di gola e morti per fame” con cenni dal Canto XXIV del Purgatorio con la spiegazione e la lettura del Canto XXXIII dell’Inferno.
Un Viaggio inusuale nella Tuscia citata nella Divina Commedia che gli intervistati vorrebbero far conoscere più approfonditamente nelle scuole della provincia.
Ricordiamo che Giuseppe Rescifina è giornalista, saggista, autore di testi teatrali e di ricerche di Antropologia delle religioni, studioso delle opere di Dante Alighieri, che ha anche interpretato in performance e diffuso in “lectio”. Di origini siciliane, Rescifina da molti anni vive a Viterbo. È stato redattore e inviato del Giornale di Sicilia. Tra i fondatori de Il Corriere di Viterbo, è stato capo servizio di interni/esteri e cultura de Il Corriere dell’Umbria a Perugia. Ha realizzato per Il Corriere della Sera numerosi servizi su realtà territoriali di Lazio, Umbria e Toscana.