NewTuscia – Roma, 15 lug. – “Apprendiamo con sconcerto dell’ordinanza notturna della Sindaca di Roma Virginia Raggi, in cui si dispone la riapertura della discarica di Albano Laziale, a partire da venerdì 16 luglio, per la durata di 180 giorni, data l’impossibilità di Roma Capitale, dalla stessa Raggi amministrata da 5 anni, di smaltire i propri rifiuti”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, Marietta Tidei, consigliera Regionale del Lazio di Italia Viva, Luca Andreassi, vicesindaco di Albano e coordinatore provinciale di Iv e Ileana Piazzoni, coordinatrice per la Provincia di Roma di Iv. “Lo sconcerto cresce leggendo l’ordinanza, priva di ogni parere tecnico che garantisca che la riapertura non comporti un impatto sull’ambiente e soprattutto sulla salute dei cittadini. Un’ordinanza firmata dalla Raggi in qualità di Sindaca della Città Metropolitana, dimentica del fatto che in questa veste non è chiamata a risolvere i problemi di una sola città, in un paradossale conflitto di interesse, se pur la più importante, ma quelli dell’intera area, composta da altri 120 comuni, tra cui Albano. “Il testo – sottolineano gli esponenti di Italia Viva – poggerebbe il suo fondamento giuridico sullo stato di emergenza in cui verserebbe Roma, che tuttavia non emergerebbe da alcun atto ufficiale. Certamente la criticità nella gestione dei rifiuti di Roma non è un fatto improvviso o imprevedibile. Premesse giuridiche per ogni ordinanza che deve essere urgente. Una modalità anomala, che scavalca ogni competenza prevista dalla legge in capo alla Regione Lazio, organo di autorizzazione e controllo, assolutamente bypassato dallla ordinanza della Raggi. Rammentando che la discarica di Albano è autorizzata a servizio di un impianto che non esiste più. Per non parlare di quanto siano stati del tutto ignorati i pareri degli enti locali che in questi giorni, insieme a molte realtà del territorio, hanno fatto sentire la loro voce. Per questi ed altri motivi sosteniamo tutte le iniziative giuridiche che vorranno prendere gli enti locali, a partire dal Comune di Albano Laziale, per impugnare l’ordinanza. Questa vicenda è l’ultimo atto di un’amministrazione capitolina che ha dimostrato tutta la sua incapacità di proporre alla città un piano serio di programmazione sul tema della raccolta e dello amaltimento dei rifiuti, accanto alla quale – ci dispiace molto doverne prendere atto – emergono la timidezza della Regione Lazio ad assolvere il suo ruolo in materia e una preoccupante complicità da parte del Ministero, nell’avallare le condotte irresponsabili di Roma, sulla pelle di migliaia di cittadini della sua area metropolitana”, concludono