Raffaella Cucchi

Raffaella Cucchi

NewTuscia – VITERBO – C’è un luogo a Viterbo che moltissimi cittadini conoscono, ne leggono il nome sui bollettini dell’affitto delle loro abitazioni di Edilizia Residenziale Pubblica. Sto parlando dell’ATER. Ma in quanti di questi cittadini hanno avuto il piacere di conoscere questo ente da vicino? La risposta è “molto pochi” perché questo gigante dell’edilizia non risponde. Non risponde a chi riceve l’affitto mal calcolato. Non risponde a chi deve togliere la muffa dalla parete della cameretta dei propri bimbi. Non risponde a quel gruppo di famiglie che per un anno intero hanno sentito un sinistro sciabordio sotto al palazzo, ma si sa che l’acqua che scorre sotto le fondamenta rinfresca! L’elenco sarebbe ancora lungo ahimè. Ma siccome bisogna metterci la faccia vi raccontiamo anche la nostra storia, incontestabile perché vissuta in prima persona.

Chi scrive è il Presidente dell’Associazione Perché io Segno, che nel lontano 2017 ha iniziato a muoversi per richiedere un locale Ater per farne un punto di ritrovo per le persone sorde della provincia di Viterbo. La prima risposta fu positiva, tanti erano i locali vuoti. Il primo sopralluogo, l’unico in verità, fu una farsa. Lo potevo vedere da fuori, con le saracinesche abbassate, peccato avere un orecchio debole non compensato dalla vista a raggi X. Una planimetria così obsoleta da non mostrare le finestre sul retro e tantomeno la seconda uscita su strada e la terza nell’androne del palazzo a fianco.

Quindi andava preso sulla fiducia per un canone intorno ai 600 Euro. Come non approfittare di questa offertona. Immaginate ora di scavalcare il responsabile di turno ed andare a colloquio direttamente con il Mega Direttore Galattico, rubo la famosa frase di Fantozzi perché il clima era quello. Mi ricevono. Ero stata inviata da un personaggio di spessore quindi per me grandI ossequi, poca anticamera e grandi strette di mano. Il colloquio è sereno e ricco di loro proposte e mie speranze, racconto del sopralluogo indecente. Prima del congedo mi viene detto che entro tre mesi avrei avuto il locale. Mancava la parola di scout per suggellare l’accordo ma come non credere ad un uomo tanto distinto in un ufficio tanto spazioso.  Ebbene sono passati anni da quell’incontro. Non una mail. Non una chiamata. Non pretendevo di sicuro la luna ma affittare con un contratto regolare uno degli stabili vuoti da secoli contribuendo con i nostri soldi al risanamento di qualche casa malandata. Attendiamo fiduciose, magari sotto una pila di scartoffie verrà fuori il nostro nome.

Dott.ssa Raffaella Cucchi
Presidente dell’Associazione Perché Io Segno