NewTuscia – VITERBO – E’ ripreso davanti al giudice Silvia Mattei il processo ai due fratelli imprenditori viterbesi, specializzati nella distribuzione dei medicinali, accusati di una frode fiscali dal 20 milioni di euro e sfruttamento dei lavoratori.

Tribunale di Viterbo

Nello specifico le accuse agli imputati, Giuseppe Boni di 55 anni, la sorella Stefania di 53, due dipendenti, Roberto Aquilanti di 65 anni e Andrea De Angeli di 39, sarebbero di evasione fiscale, intermediazione illecita e sfruttamento dei lavoratori. Insieme a loro coinvolto nella vicenda anche il consorzio cooperativo viterbese a responsabilità limitata in liquidazione, Interservice Group.

Dalla deposizione di un maresciallo della Finanza è scaturito che le indagini sarebbero partite da una segnalazione di Bankitalia, permettendo di scoprire un sistema di frode carosello con le cooperative per la consegna dei medicinali.

Secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine, dal 2008 erano state create le prime dodici cooperative sulle venti in totale confluite nel consorzio Interservice; tutte fondate con nomi di pianeti e accomunate dalla caratteristica di essere sprovvisti di mezzi di trasporto e conti correnti, tutte intestate ai dipendenti dei due fratelli, per non farne gravare il costo sul consorzio. Sempre secondo l’accusa il questo a sua volta intestava le fatture a tre società di Boni, per usare l’Iva in detrazione, che non veniva invece versata dal consorzio fittizio, raggiungendo un totale di due milioni e mezzo di euro.

Ieri è stato ascoltato in aula anche uno degli autisti presunte vittime, un autotrasportatore ora in pensione che ha raccontato come gli autisti, una ventina come le cooperative, fossero costretti a turni massacranti e poco remunerativi, spaventati dalle minacce di licenziamento. Il teste ha affermato che in media si lavorava 12 ore al giorno, sei giorni alla settimana e due domeniche al mese per un salario di 1000/1200 euro al e mese. I termini previsti dal contratto erano un lavoro a tempo indeterminato ma part-time e per sole 20 ore settimanali.

Il mezzo che avrebbe usato il testimone per trasportare i medicinali sarebbe stato ” un po’ sfasciato, senza il frigorifero, per cui d’estate le medicine stavano a 50°”. L’uomo ha lavorato per circa 6 cooperative, veniva licenziato e poi riassunto; i giorni di ferie venivano scalati dalla paga e lo stesso valeva per eventuali multe.

Si tornerà in aula il 6 luglio.