Per una maggiore comprensione del territorio, per gli organi regionali, le realtà imprenditoriali e sociali, i cittadini

Di Simone Stefanini Conti

NewTuscia – ORTE – “Lazio in numeri” La presentazione. Con “Lazio in Numeri 2020” raccontiamo la nostra regione attraverso dati, grafici e tavole, convinti che la diffusione delle informazioni statistiche sia uno strumento necessario di comprensione del territorio, per gli organi regionali, le realtà imprenditoriali e sociali, i cittadini.

Abbiamo concepito con lo stesso obiettivo il nuovo portale Statistica Lazio (http://www.regione.lazio.it/statistica), un punto di riferimento per la conoscenza del territorio regionale sotto il profilo demografico, socioeconomico e ambientale che integra dati delle fonti statistiche ufficiali (ISTAT, INPS, INAIL, MIUR, MIT, BANCA D’ITALIA, ISPRA, ARPA LAZIO, CPT, ASTRAL, ENAC) e informazioni quantitative elaborate a partire dall’attività amministrativa regionale.

I due strumenti, il volume e il portale, si intersecano e si completano.

I 18 capitoli che compongono questa pubblicazione corrispondono ad altrettante aree tematiche del portale, una fotografia del Lazio e delle sue cinque province nel 2019, prima quindi dell’anno imprevedibile e impegnativo della pandemia Covid-19. Inoltre, il volume fornisce un confronto con l’Italia e con le sue ripartizioni geografiche (Nord, Centro, Sud) per ogni specifica tematica.

Il progetto di lettura integrata dei dati a supporto della programmazione regionale e della conoscenza dei fenomeni evolutivi del tessuto socioeconomico laziale andrà avanti e intendiamo integrarlo nel futuro con approfondimenti su ulteriori materie di competenza regionale in collaborazione con le Direzioni competenti.

LAssessore alla Programmazione Economica, Bilancio, Demanio e Patrimonio Alessandra Sartore così commentato la pubblicazione Ringrazio la Direzione Programmazione Economica e l’Area Statistica e Analisi Geografica delle Politiche Regionali per lo Sviluppo per l’impegno dedicato a questo progetto e per la realizzazione del volume, che confido possa contribuire a diffondere ulteriormente l’uso dei dati come base fondamentale per amministrare e programmare gli interventi a beneficio dell’intero sistema territoriale regionale e delle sue molteplici componenti socioeconomiche.

Ambiente. Gli ultimi dati disponibili sulla distribuzione dell’acqua (2015) evidenziano due fenomeni di valore opposto: la diminuzione dei consumi idrici giornalieri per abitante, segnale positivo per la regione, e invece il peggioramento dell’infrastruttura idrica evidenziato dalla percentuale di perdite sul totale dellacqua immessa negli impianti di distribuzione, che è pari al 35% nel 2008, al 45% nel 2012, e al 53% nel 2015.

Per quanto concerne il dissesto idrogeologico, la situazione nel Lazio al 2017 risulta migliore rispetto alla media nazionale su entrambi gli indicatori selezionati: % di aree a pericolosità da frana elevata (5,5) e % di aree a pericolosità idraulica elevata (2,5) sulla superficie totale.

La qualità dell’aria nel Lazio viene misurata attraverso l’analisi di molteplici indicatori. Rispetto al passato si registrano miglioramenti per quanto concerne il particolato inferiore a 10 micron e a 2.5 micron, pur permanendo criticità evidenti in molti comuni della Valle del Sacco. I valori più alti per il benzene si registrano nell’area di Roma, nella Valle del Sacco e nei centri abitati maggiori, benché sempre al di sotto della soglia di legge. Peggiorano invece i livelli del biossido di azoto, soprattutto nei territori dell’aglio erano di Roma, e in modo ancora più marcato i livelli di ozono, il cui valore limite giornaliero di legge è stato oltrepassato da metà dei comuni laziali nel corso del 2019.

Per quanto riguarda i rifiuti si conferma la tendenza all’aumento della raccolta differenziata (+6,8% 2018 vs 2017), determinata principalmente dall’incremento della quota di frazione organica; nel 2018 è pari al 47,8%, ancora al di sotto della media nazionale (58,8%) e delle altre regioni del Centro.

Nel 2018 la produzione di rifiuti pro capite è leggermente al di sopra del valore medio nazionale, ma con una grossa variabilità tra province, mentre il costo pro capite per la gestione della raccolta dei rifiuti urbani è più alto della media nazionale (Lazio: 222 euro per ab. vs Italia: 174 euro per ab.).

Infine, i 31 impianti di smaltimento dei rifiuti urbani che utilizzano processi di trattamento biologico presenti nel Lazio al 2018 contribuiscono al recupero del 7,2% del totale dei rifiuti, mentre la media per lItalia è 25,4%.

Nel 2019 la forza lavoro nel Lazio è costituita da 2.649.000 unità, pari al 45% della popolazione.

Gli inattivi in età lavorativa sono il 21% (forze lavoro potenziali e coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare), mentre il restante 34% è costituito dagli inattivi in età non lavorativa (persone con meno di 15 anni ed oltre 64 anni).

Gli occupati sono 2.386.000, i disoccupati 263.000. È occupato il 47,3% del totale dei maschi presenti nel Lazio (1.333.000) e il 34,9% delle femmine (1.053.000).

Il tasso di disoccupazione è del 9,9% (9,5% per i maschi, 10,4% per le femmine), in calo rispetto al 2018 (11,1%, il 10,6% per i maschi e l11,9% per le femmine). Continua a diminuire la distanza tra i livelli di disoccupazione di uomini e donne, scesa a 0,9 punti percentuali (contro i 2,0 nazionali). A livello provinciale le situazioni peggiori si osservano a Latina e Frosinone, dove il tasso di disoccupazione è superiore alla media regionale, in particolare tra le donne (18,6% e 18,2% rispettivamente). Nel 2019 diminuiscono del 54,0% le ore autorizzate di cassa integrazione in deroga rispetto al 2018 e del 15,8% quelle di cassa integrazione straordinaria, mentre crescono del 16,1% le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria.

Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali: il numero degli infortuni è sostanzialmente stabile rispetto allanno precedente (41.702 nel 2019 vs 41.748 nel 2018), con un aumento dei decessi da 103 a 104. Si osserva un andamento leggermente in crescita per il numero di malattie professionali accertate (3.957 nel 2019 vs 3.897 nel 2018), con una diminuzione di oltre il 50% dei decessi correlati (20 nel 2019 vs 45 nel 2018).

 

Nel Lazio nel 2017 ci sono 447.000 imprese attive, tra industria, commercio e artigianato, e in queste lavorano 1.896.000 addetti (fonte registro ASIA).

 

La gran parte delle imprese (85,3%) opera nel settore terziario e tra il 2015 ed il 2017 sia il numero di imprese che quello degli addetti sono in crescita. Le imprese del settore secondario invece diminuiscono, anche se gli addetti sono in leggero aumento (+1,9%).

In calo tutte le imprese con un fatturato inferiore a 20.000 euro annui – da 117.620 nel 2015 a 108.809 nel 2017 – e i loro addetti (-28,6%). Aumentano invece le imprese con fatturato più alto, e il personale in esse impiegato, che rappresenta attualmente il 58,8% del totale degli addetti del Lazio.

La maggior parte delle imprese del Lazio è di tipo imprenditoriale (60,0%), le società per capitali sono il 28,8% del totale, ma occupano il 65,7% degli addetti.

In moderato aumento la quota di nuove e giovani imprese (0-3 anni di attività: 25,8% nel 2017 vs 23,8% nel 2015), in cui lavora il 13,8% degli addetti; quasi un terzo degli addetti lavora invece in imprese attive da più di 30 anni.

Nel Lazio nel 2017 sono cessate 9.526 imprese, il 2,1% del totale; questa percentuale sale al 5,2% per le imprese che hanno fatturato meno di 20.000 euro annui, al 3,6% tra le attività commerciali di articoli paramedici, al 2,9% per i bar e altri esercizi simili senza cucina, al 2,5% per le attività di alloggio e ristorazione e quelle di commercio allingrosso e al dettaglio.

Nel 2017 le unità locali nel Lazio sono 476.078, il 2,5% in più rispetto al 2015; quasi tutte in sede (93,8%). La maggioranza degli addetti sono dipendenti (74,3%), il 49,1% operai e il 40,2% impiegati; complessivamente le donne rappresentano il 41,6% del totale.

Il 5,6% è cittadino di uno Stato dellUnione Europea e l8,3% di un paese extra-europeo, percentuale in aumento rispetto al 2015.

 

 

 

 

 

I dati relativi alla condizione economica delle famiglie provengono dalla indagine sulla condizione di vita (EU-Silc) coordinata da Eurostat.

 

Al momento della preparazione di questo capitolo i dati relativi al reddito erano aggiornati al 2017, mentre quelli relativi alla spesa al 2019.

Il reddito mediano annuo delle famiglie che hanno come principale fonte di reddito il lavoro autonomo è di 30.000 euro annui, per la prima volta dal 2009 superiore a quello delle famiglie con reddito principale da lavoro dipendente, che è pari a 27.730 euro annui. Dal 2012, le famiglie del Lazio hanno valori di reddito, sia quelli da lavoro autonomo che da lavoro dipendente, un po’ al di sotto dei corrispondenti valori nazionali. Nel 2017 i redditi delle famiglie con lavoro dipendente sono in calo, mentre per le famiglie con entrate da lavoro autonomo in crescita. Il reddito mediano annuale delle famiglie con reddito principale pensioni e trasferimenti pubblici è di 21.834 euro, leggermente al di sopra del valore per lItalia. Nel 2019 la spesa mensile media delle famiglie del Lazio è di 2.779,5 euro, di circa 200 euro superiore rispetto a quella media italiana, con un trend in crescita dal 2017. In particolare la spesa per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili è di 1.077,5 euro al mese (-2,2% rispetto al 2018), quella per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche di 477,4 euro al mese (+4,2% rispetto al 2018), mentre per i trasporti è di 261,9 euro (pressoché pari al 2018). Rispetto al valore medio italiano, nel Lazio le famiglie spendono di più soprattutto per labitazione ed i servizi connessi, mentre spendono meno per i trasporti.

Si osserva un trend leggermente decrescente della quota di famiglie che vive in una abitazione di proprietà, che passa dal 82,1% nel 2014 al 79,2% nel 2018, ultimo anno disponibile.