di Luca Cappellini e Gaetano Alaimo
NewTuscia – ROMA – Se n’è andato nella notte, nel giorno del suo 80esimo compleanno, in seguito a problemi al cuore per cui era ricoverato in gravi condizioni alla clinica Villa Margherita di Roma. Già da due settimane Proietti era ricoverato per accertamenti.
Impossibile citare tutti I contributi artistici di questo grande attore di teatro, cinema, televisione, e ingiusto non farlo.
Gigi Proietti è stato un artista a tutto tondo, che ha spaziato dal dramma teatrale shakespereano alla commedia italiana cinematografica.
Dopo il successo unanime raggiunto con il musical Alleluia brava gente nel 1970, si spalancano per l’artista romano le porte della ribalta: in 50 anni di carriera è protagonista di 32 fiction, 42 film e 50 opere teatrali, di cui 37 da regista.
Tra questi difficile non citare i più amati dal grande pubblico, come il film Febbre da cavallo o la fiction Rai Il Maresciallo Rocca.
Necessario poi spendere qualche parola anche sul fantastico doppiaggio di cui Proietti diventa maestro imperituro: da Marlon Brando a Robert De Niro, passando per Dustin Hoffman fino ad arrivare, naturalmente, all’eccentrico e portentoso genio della lampada del classico d’animazione Aladdin, in cui nel 1993 doppia il grande Robin Williams.
Una carriera, quella di Proietti, che si distende nel campo artistico a 360 gradi, e che si esplicita anche grazie alla sua maestria di insegnante. Dal 1978 fu direttore del Brancaccio di Roma che anche e soprattutto grazie a lui diventa importante fucina di talenti, tra cui i volti noti di Flavio Insinna, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano e Chiara Noschese.
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Per i viterbesi Gigi Proietti era diventato uno di loro con una delle più importanti fiction mai trasmesse dalla Rai, Il Maresciallo Rocca. Il maresciallo Giovanni Rocca, interpretato magistralmente da Proietti, era quel personaggio della porta accanto che, con la propria divisa, impersonava quello che la gente vede e vuole dai carabinieri e, in genere, da rappresentanti in divisa sul proprio territorio: empatia, senso di protezione e qualche buona parola di conforto. Il Maresciallo Rocca era tutto questo per i viterbesi: l’ambientazione nel centro storico di Viterbo della fiction che è stata girata in cinque edizioni tra il 1996 ed il 2005 (con punte di oltre 10 milioni di spettatori), ha dato ancora di più il senso di vicinanza di Rocca alla comunità viterbese.
Il suo primo connubio con Stefania Sandrelli, quindi con Veronica Pivetti, avevano fatto conoscere “l’uomo” Maresciallo Rocca: fragile nella sua condizione di padre con tanti figli e donne che, nel corso della serie, se lo contenderanno. L’umanità dell’uomo Giovanni Rocca fa il paio con la sicurezza e bontà d’animo del Maresciallo, sempre in prima linea quando si tratta di fare prevalere la giustizia.
Viterbo, dalla seconda metà degli Anni Novanta, ha giovato della promozione televisiva del Maresciallo Rocca, andata avanti per oltre 10 anni con repliche continue della fiction, per uscire finalmente da quell’atavico “anonimato” che l’aveva spesso fatta confondere come un paese in provincia di Roma o una cittadina dell’Umbria o della bassa Toscana. Gigi Proietti, nome celeberrimo del teatro, cinema e televisione italiana, ha “sdoganato” una volta per tutte la città dei papi e l’ha fatta conoscere con le sue bellezze e peculiarità al grande pubblico italiano.
Nel mio piccolo ebbi modo di conoscere Gigi Proietti proprio sul set della prima edizione del Maresciallo Rocca: come tanti viterbesi feci la comparsa in alcune puntate del serial. Uomo simpatico e discreto, Proietti sapeva incutere quel “timore” simpatico del grande professionista e, tutti, erano affascinati dal suo carisma.
Con Gigi Proietti se ne va un grande uomo prima che un grande attore e, la nostra tristezza, si unisce a quella per la scomparsa, del regista di una parte della fiction del Maresciallo Rocca, Giorgi Capitani, venuto a mancare nel 2017 e cittadino onorario di Viterbo proprio per avere promosso la nostra città con la fiction del Maresciallo Giovanni Rocca ed innamoratosi perdutamente di essa diventando un cittadino fisso con la propria casa sotto la basilica di Santa Rosa.
Ciao Gigi e un grazie da noi viterbesi!