di Stefano Stefanini
NewTuscia – ORTE – Verrà trasmesso dall’emittente Teleorte (canale 71 del digitale terrestre) questa sera martedì 7 aprile, alle ore 21, il messaggio rivolto dal vescovo diocesano mons. Romano Rossi alle Confraternite, in occasione della ricorrenza del Venerdì Santo, che assume quest’anno un significato particolare.
Da molti anni nella chiesa di Santa Maria di Loreto, presso l’Ospedale di Orte, si teneva la Catechesi del vescovo di Civita Castellana mons. Romano Rossi, offerta alle Confraternite ed a tutti fedeli su temi importanti della fede Cristiano.
Lo scorso anno mons. Romano aveva trattato il tema dell’ “Idolatria” . Un argomento di carattere etico, oltre che religioso, particolarmente attuale, rispetto ai tanti “Idoli” che l’uomo contemporaneo, come nei secoli trascorsi, crea in continuazione al posto di Dio e del Bene.
Quello di questa sera costituisce un appuntamento spirituale privilegiato, voluto dal rettore Roberto Rondelli e dall’assistente spirituale, don Maurizio Medici ed offerto ai confratelli ed alle consorelle e a tutta la comunità cristiana di Orte, prima della giornata del Venerdì Santo che quest’anno non vedrà le Confraternite impegnate nella tradizione secolare della Processione del Cristo Morto.
Ripercorriamo la secolare storia delle Confraternite di Orte.
Il riconoscimento di “Confraternita più antica d’Italia” alla Confraternita di Santa Croce è stato ratificato il 14 settembre 2009 dal quotidiano “Il Sole 24 Ore”, che in un indagine volta proprio a scoprire cosa fossero e come operassero le Confraternite italiane, ha scoperto che in Italia ci sono oltre 10mila (6.244 è la stima del Ministero dell’Interno, con circa 1.500.000 aderenti), e quella di Orte risulta essere la confraternita di più antica risalenza, oltre a manifestare una significativa intraprendenza nei campi della divulgazione religiosa, culturale e soprattutto assistenziale.
Il primo documento che attesta l’esistenza della Confraternita di Santa Croce è una bolla di papa Adriano IV risalente al 17 febbraio 1159, che conferma la pertinenza dell’ospedale di San Leonardo alla cattedrale di Orte, e la caratterizza come la più antica d’Italia.
La stessa struttura ospedaliera fu fondata dalla confraternita ortana. Da quanto tempo però essa esistesse prima di quel documento nessuno è riuscito ad appurarlo fino ad oggi, anche se si hanno prove documentali che risalgono al 1127. Va ricordato che le confraternite di Orte hanno gestito gli ospedali della città per più di 800 anni.
Oggi le confraternite hanno orientato la loro attività in altri campi inerenti sempre il loro fine socio-religioso che è rivolto ad opere di solidarietà e di carità per le persone più bisognose materialmente e moralmente.
Le confraternite di Orte – a cui aderiscono oltre 500 iscritti, di cui tantissimi giovani – organizzano la Processione del Cristo Morto a Orte, anch’essa considerata come la più antica d’Italia nel suo genere, che si svolge immutata ogni Venerdì Santo dagli inizi del 1200. Molto importante è il Museo delle Confraternite in Santa Croce per il patrimonio artistico e votivo custodito nella struttura attigua alla Chiesa di Sant’Agostino.
Esse sono state per secoli una componente imprescindibile del tessuto religioso sociale e culturale cittadino tanti sono gli eventi accaduti che non si può raccontare e comprendere la storia di Orte se si prescinde da esse.
Tracciare la storia delle Confraternite è conoscere la storia della città. E quanto le Contraternite abbiano inciso nella vita cittadina ne sono testimoni i tre filoni che ancor oggi caratterizzano la loro esistenza: quello del sociale, che fu il prioritario con la costruzione e il mantenimento di vari ospedali, quello devozionale, che ha lasciato la processione del Cristo Morto e quello laico, con la realizzazione di tante opere d’arte oggi presenti nel museo d’arte sacra.
La loro presenza è testimoniata dalla bolla di papa Adriano IV che riconoscendo all’ospedale e alla chiesa di San Leonardo alcune pertinenze, implicitamente riconosce l’esistenza della confraternita di Santa Croce. Infatti documenti successivi attestano sempre a Santa Croce la realizzazione di questo ospedale.
Siamo nel 1159, non sappiamo da quanto precedentemente esistesse questo luogo di cura, sicuramente non nel 1127 quando ad Orte, con certezza, non esisteva ancora nessun luogo di assistenza.
Quello che viene alla luce è che sin da subito la Confraternita di Santa Croce cercò, attraverso l’ospedale, quella funzione di carità e di assistenza verso il prossimo. Tuttavia non sappiamo se la nascita dell’ospedale e quello della Confraternita di Santa Croce siano contemporanei, o se la compagnia già esistesse in precedenza.
E di strutture similari, gestite da altre confraternite, ne sorsero altre. Tutte furono poi concentrate nella prima metà del 1600 in un unico corpo, non senza liti e discussioni.
Il mantenimento di esse era garantito da proprietà immobiliari che davano ampia possibilità di curare i malati, per lo più poveri, garantendo loro una più che decorosa assistenza.
Fin dalla loro fondazione le Confraternite hanno sempre avuto un organizzazione interna che lha permesso di muoversi con efficacia per intervenite nei campi socio assistenziali. Il fine che animava gli iscritti a queste opere era la salvezza dell’anima, ma anche la volontà di partecipare in modo democratico alla gestione della cosa pubblica. Nel corso dei secoli ci furono tante altre confraternite che oggi non sono più in vita, se ne contano più di 25. Ognuna di esse aveva una chiesa di riferimento o un altare dedicato.
Una delle più importanti fu la, purtroppo estinta, Confraternita dei Raccomandati della Madonna. Essa fu la seconda a nascere ad Orte, il 1 luglio 1275 (si conserva ancora il verbale di costituzione) ed anch’essa diede un grandissimo contributo nello sviluppo degli ospedali. Fu talmente florida che le sue proprietà, nel 1400, superavano quelle di Santa Croce.
Sotto l’aspetto devozionale la Confraternita di Santa Croce fu quella che realizzò la processione del Cristo Morto. Non abbiamo date o periodi indicativi, ma è opinione comune che la Confraternita volle ricordare la passione di Cristo a partire dai primi anni del 1200, forse qualche decennio prima. Per quanto riguarda la vita laica basta recasi al museo d’arte sacra per rendersi conto come le Confraternite non siano state insensibili a curare l’arredo delle chiese. Pregevoli opere d’arte testimoniano con quanta cura e dedizione esse tenevano al decoro dei loro luoghi di culto.