NewTuscia – MILANO – Da un minimo di 2 a un massimo di 12 anni per le cinque persone del viterbese coinvolte nella truffa milionaria scoppiata nel 2018 a Milano e che ha visto agli arresti in tutto 9 persone, tra cui otto manager.
Il Pm milanese Bruna Albertini, aveva predisposto le misure in seguito alle indagini sul sospetto crac finanziario della società immobiliare Hi Real spa. Tra le accuse per i cinque viterbesi e per gli altri indagati spicca l’associazione a delinquere transnazionale.
Alla base di tutto ci sarebbe un finto aumento di capitale di più di 7 milioni, servito, secondo la procura, come specchio per mascherare una situazione finanziaria al collasso e truffare investitori e istituti di credito. La società immobiliare infatti era quotata in borsa e chi cedeva o acquistava azioni aveva a che fare con fondi di investimento privi di valore.
Nel 2018 finirono in carcere il presidente del consiglio d’amministrazione della Hi Real Spa, l’ex promotore finanziario, laziali entrambi, e il broker ligure; agli altri coinvolti i domiciliari. Ora che la sentenza è stata pronunciata, con l’eccezione di una sola assoluzione, le pene sono state distribuite tra i due e i dodici anni di reclusione, quella più lieve ad un artigiano della Tuscia, la più pesante ad un promotore finanziario sempre del viterbese.
Le accuse, secondo i Pm, sono associazione a delinquere transnazionale con lo scopo di riciclare denaro e falsificare documenti, oltre a truffa, bancarotta fraudolenta ed esercizio abusivo di attività finanziaria.
Per decidere di ricorrere in appello, le difese, hanno novanta giorni, il tempo che il collegio della terza sezione penale ha richiesto per esaminare le motivazioni.