di Serena Biancherini
NewTuscia – SAN LORENZO NUOVO – Una pausa di due settimane nel periodo natalizio arresta temporaneamente gli incontri di lettura e analisi in Biblioteca del best seller Donne che corrono coi lupi, in linea con la chiusa della struttura (dal 27 dicembre al 6 gennaio).
L’ultimo appuntamento si è tenuto venerdì 20 dicembre con ben due racconti volti a illustrare la pericolosità della fantasia morbosa che lascia nell’immobilità invece di tradursi in azione e creatività; le fiabe di Scarpette rosse e de La piccola fiammiferaia hanno reso bene l’idea soprattutto grazie alla spiegazione prima dell’autrice, attraverso le parole del suo libro, poi della dottoressa Nikola Paulina Rejmak, che si fa in queste sedute voce narrante e interprete del pensiero tecnico della famosa psicoanalista.
In un’atmosfera molto accogliente in cui si è imparato a darsi del tu a dispetto delle diverse età delle persone raccolte intorno alla narratrice, si sta dipanando un percorso per niente scontato. Le favole raccolte nel libro sono quelle che tutti bene o male abbiamo letto o sentito raccontare da piccoli, eppure nonostante le avventure delle protagoniste fossero già note, la prospettiva abbracciata da uno sguardo più maturo rivela particolari e significati che, affrontati secondo l’ottica della scrittrice, rivelano il nocciolo della questione. Chi avrebbe mai immaginato a 6 anni che le belle e romantiche visioni della piccola fiammiferaia non servivano a scaldarle il cuore ma a far morire il suo corpo di freddo? O che i connotati di Barbablù presentassero quel colore particolare non per un capriccio della natura fiabesca ma per sottolineare l’istinto naturale che porta a cogliere dei segni nelle situazioni di pericolo?
Attraverso le favole all’apparenza più semplici, e che nel corso degli anni sono state censurate o riscritte per il timore di urtare la sensibilità dei bambini, le donne presenti ma anche gli uomini, hanno imparato ad aprire gli occhi su quel lato spiacevole che la ricerca dei traguardi facili o la paura della sconfitta hanno con il tempo messo in ombra. Illuminando questo lato oscuro presente nella psiche, grazie all’introspezione e alla comprensione dei comportamenti nocivi si portano all’evidenza realtà anche date per scontate ma spesso non comprese a tempo debito e perciò accantonate.
Nel corso dei dibattiti, sempre immediatamente successivi alle letture, sono stati portati degli esempi reali sulle situazioni e sugli archetipi rappresentati, dando il via ogni volta all’attecchimento di piccole scintille di comprensione istintive che finiranno, se aiutati dalla riflessione, per divampare in una maggiore conoscenza della propria natura.
Nelle settimane precedenti si è esplorata la natura selvaggia della donna, con l’importanza dell’intuito e il pericolo che comporta la sua perdita o il mancato ascolto per non deludere l’opinione altrui, poi ancora il gelo che va a creare con la mancanza di persone che con il loro amore ci sostengono nelle prove della vita. Il programma riprenderà il 10 gennaio con la lettura de Il brutto anatroccolo e infine con l’incontro conclusivo la settimana seguente dal titolo: Storie segrete – storie delle pazienti. L’importanza della condivisione.