Riceviamo e pubblichiamo
Sul lavoro, fondamento della nostra Repubblica, si costruisce anche la cittadinanza di quanti iniziano in Italia una vita nuova, per scelta o per necessità. Il lavoro è una leva di integrazione che non si limita all’emancipazione socio-economica, ma investe una dimensione più personale, e per questo totalizzante, fatta di relazioni, confronto, condivisione di difficoltà e successi, senso di appartenenza”. Inizia così il nono Rapporto governativo annuale Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia, del luglio 2019.
Quanti sono i migranti in Italia e negli altri Paesi europei? In Italia su dati ufficiali (lo stesso rapporto citato poc’anzi, per esempio) relativi al 2018 la quota è 5,4 milioni, l’8,5% della popolazione, che arriva al 9% con la stima di 600mila persone senza permesso in regola. Di questi 5,4 milioni, quasi la metà sono stranieri comunitari, ovvero provenienti da altre nazioni Ue. Il nostro Paese è all’undicesimo posto tra gli Stati europei per presenza migratoria: la prima è la Svizzera con il 25% – un abitante su quattro – seguita da Austria (15,7%), Belgio e Irlanda (entrambe al 12%), Germania (11,7%) e vicina ai dati di Spagna (9,8%), Regno Unito (9,5%), Danimarca e Svezia (entrambe all’8,8%), mentre la Francia è più sotto, al 7%, superata dalla Grecia con il 7,6%. Attenzione: stiamo parlando di migranti in generale, se guardiamo ai dati sui rifugiati, titolari di protezione internazionale, essi sono una parte molto limitata del totale: in Italia, per esempio, sono attorno alle 150mila unità, quindi meno dello 0,3% (tre su mille), che arriva allo 0,4% contando anche i richiedenti asilo in attesa di risposta alla propria domanda.
Il 70% delle persone immigrate in Italia è nel 2018 un lavoratore attivo, mentre i nativi arrivano al 67% (in aumento entrambi di un punto percentuale rispetto all’anno precedente). Ma anche la disoccupazione è più alta per i migranti: 14% contro il 9,7% di chi è nato in Italia.
Considerando l’anno 2018, le imprese appartenenti a cittadini Extra UE – complessivamente 379.161 unità, pari all’11,9% del totale – rappresentano in Toscana il 17,6% delle aziende, in Lombardia il 17,1%, in Liguria il 16,9% e nel Lazio il 16,3%”. Imprenditori che lavorano e, soprattutto, danno lavoro.
Anche nella provincia di Viterbo sono migliaia i lavoratori stranieri inseriti nel tessuto produttivo sia come dipendenti che in attività di lavoro autonomo. Non mancano purtroppo casi di pesanti forme di sfruttamento che approfittano della vulnerabilità giuridica e sociale dei migranti.
Per discutere di tutto questo ci vediamo al Circolo Il Cosmonauta mercoledì 18 dicembre alle ore 17.30.
L’incontro sarà preceduto da una proiezione video.
L’incontro è promosso dalla Rete Antitratta Viterbese, Arci solidarietà Viterbo Onlus, Casa diritti sociali della Tuscia, Caritas diocesana Viterbo CDA , Associazione Erinna, L’altro circolo. Centro di iniziativa e cultura omosessuale, Rete degli studenti medi, Kyanos, Flai CGIL, UILA UIL, USB.