di Stefano Stefanini
NewTuscia – VITERBO – Questa sera alle ore 20,15 si parlerà di Finanza con una riflessione del dott. Mario Brutti, presidente della Fondazione Fuci, al Corso di Dottrina sociale della Chiesa presso la parrocchia di Santa Barbara, in Piazzale dei Buccheri in Viterbo.
Come anticipato dal direttore editoriale Mario Mancini, per il suo 50° anno di vita la testata “Sosta e Ripresa” periodico cattolico di Formazione e Cultura, ha organizzato un Corso sulla Dottrina Sociale della Chiesa per laici, invitando ad esporre vari argomenti degli esperti del settore.
La cadenza del Corso per i Laici è una riunione al mese, nei locali della Parrocchia di S Barbara, alle ore 20,15 prevedendo un buffet per la parte materiale per cui è stato dato il nome di “AperiCatechesi”. L’ingresso è libero, gli interventi saranno registrati e messi on-line sul giornale formato digitale (www/sostaeripresa). Al termine del Corso saranno raccolti in una pubblicazione in formato cartaceo.
Un nostro pensiero sull’importanza dell’ approfondimento sui temi sociali ed economici attuali alla luce delle riflessioni fornite dalla Chiesa Cattolica in materia economica
Lo facciamo riferendoci agli indirizzi ed ai risvolti pratici del Documento “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones” il tema, fondamentale per la Dottrina Sociale della Chiesa..
“Oeconomicae et pecuniariae quaestiones”, letteralmente “questioni economiche e finanziarie”, è il documento pubblicato il 6 gennaio 2018, attraverso il quale Papa Francesco, mediante le argomentazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede esprime idee e moniti riguardo il mondo della finanza.
Il documento è incentrato sul legame tra etica e denaro e sulla possibilità di delineare strade utili alla finanza per svilupparsi secondo regole morali e in vista del bene comune. Insomma, sono lontani i tempi in cui i soldi erano esclusivamente prodotti del demonio e sinonimo di peccato.
Il testo è stato redatto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, in collaborazione con il Dicastero, approvate e pubblicate per ordine del Papa. All’interno del testo trovano spazio proposte di un controllo statale per una finanza responsabile, priva di titoli che possano trarre in inganno gli acquirenti e contro le maxi speculazioni capaci di affossare interi sistemi economici.
La Finanza deve perseguire l’obiettivo il miglioramento del bene comune e per farlo è necessario che risponda a regole morali ed etiche, indicate da sistemi esterni alla finanza stessa, come la Chiesa e le leggi dello Stato.
Per il Papa, l’economia necessita di riportare al centro l’uomo, la persona nella sua interezza: “ha bisogno dell’etica per funzionare correttamente. Non di qualsiasi etica, ma di un’etica centrata sulla persona”.
Un cambio di etica, incentrata alla persona, può portare a guardare gli altri non come potenziali concorrenti, ma come “possibili alleati, nella costruzione del bene. Nel documento si legge chiaramente che: “nessun profitto è legittimo quando non raggiunge l’obiettivo della promozione integrale della persona umana, la destinazione universale dei beni e l’opzione preferenziale per i poveri”.
Non solo: nel testo viene indicato chiaramente come la Chiesa e la sua dottrina sociale possano essere un aiuto nel portare all’interno dei curricola universitari e delle business school una formazione etica e morale agli studenti.
Pertanto “profitto e solidarietà non sono più antagonisti”, ma è necessario realizzare un interscambio tra le due dimensioni di impresa e cooperazione, al fine di creare un circolo virtuoso nei mercati.
Le autorità pubbliche dovrebbero fornire una certificazione per ogni prodotto generato dall’innovazione finanziaria, al fine di preservare la salute del sistema e prevenire effetti collaterali negativi”. È insomma quanto mai “urgente un coordinamento sovranazionale tra le diverse strutture dei sistemi finanziari locali”.
Se il profitto non è più visto come negativo, è anche importante cessare la contrapposizione tra etica e azione imprenditoriale: l’obiettivo del mero profitto non basta più all’economia e ha già creato troppi danni. Ecco perché risulta importante l’istituzione di comitati etici all’interno delle banche, per sostenere i Consigli di Amministrazione nella gestione delle attività.
Se la finanza deve rivedere alcuni principi sui quali si è basata finora, anche il singolo deve capire il proprio valore all’interno del mercato: “diventa evidente quanto sia importante un esercizio critico e responsabile di consumo e risparmio”.
Il documento disegna l’idea di una finanza più umana, che metta al centro oltre che il profitto, la crescita comune e non individuale e che accetti di rispettare regole etiche e morali.
Vedremo gli sviluppi di carattere economico sociale di questa visione umana della finanza, in particolare riferimento all’art. 47 della Costituzione Repubblicana che delinea chiaramente scopi e finalità dell’esercizio del Credito e della Tutela del Risparmio: “favorendo l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto o indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese”.
Un augurio sincero di pieno successo all’amico Mario Mancini per il profondo significato morale e umano che il Corso sulla Dottrina Sociale riveste nell’attuale panorama economico sociale della nostra provincia e dell’Italia.