di Stefano Stefanini

NewTuscia – ORTE – Come noto, il 2019 in Italia è l’anno del turismo lento, dedicato alla scoperta di itinerari sostenibili per scoprire il Belpaese in modalità slow.

A piedi, in bicicletta, a cavallo, con le ciaspole ai piedi se c’è la neve, a bordo di un treno che percorre tratti ferroviari storici da recuperare (linea Orte Capranica Civitavecchia) o funzionanti, da ristrutturare o in corso di ristrutturazione come la Roma-Civita Castellana -Viterbo: purché sia un tipo di turismo green, a contatto con la natura.

Nel programma Fatti e Commenti di questa settimana, condotto da chi scrive e da Gaetano Alaimo, in onda da sabato pomeriggio sugli schermi di Teleorte e visibile on line su www.newtuscia.it Web Tv e www.teleorte.it  ospiteremo il presidente del comitato per la riapertura della linea ferroviaria storica Orte Capranica Civitavecchia per illustrare il programma e le finalità  del Viaggio del treno turistico da Roma Ostiense a Manziana con Destinazione Capranica Sutri-

Alla nostra intervista di Fatti e commenti parteciperanno: il presidente del Biodistretto della Via Amerina  e delle Forre Famiano Crucianelli, Danilo Piersantii, sindaco di Gallese, responsabile coordinamento istituzioni per il comitato e Raimondo Chiricozzi, presidente del Comitato per la riapertura della  ferrovia storica Civitavecchia CapranicaSutri Orte.

Lo aveva annunciato il ministro dei Beni culturali e turismo, Dario Franceschini dopo aver presentato l’Atlante digitale dei cammini, il nuovo portale del Mibact dedicato a chi vuole viaggiare in Italia a passo lento.

“Come il 2016 è stato l’anno nazionale dei cammini, il 2017 l’anno nazionale dei borghi e il 2018 l’anno del cibo italiano, il 2019 sarà l’anno del turismo lento”.

“Il 2019 anno del turismo lento rappresenta un ulteriore modo per valorizzare i territori italiani meno conosciuti dal turismo internazionale e rilanciarli in chiave sostenibile favorendo esperienze di viaggio innovative, dai treni storici ad alta panoramicità, agli itinerari culturali, ai cammini, alle ciclovie, ai viaggi a cavallo.

Investire sul turismo sostenibile”, aveva concluso“è una strategia di sviluppo che ha come fine la tutela e la riproposizione innovativa di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che fanno del nostro Paese un luogo unico: un circuito di bellezza straordinariamente diffuso lungo tutto il suo territorio fisico, e lungo un arco di secoli di civiltà. Una strategia fondamentale per governare la crescita dei flussi turistici che ci attendiamo per i prossimi anni”.

Sarà soprattutto la montagna e le aree interne del Bel Paese a essere le grandi protagoniste di quest’anno. Il turismo lento sarà il motore di sviluppo dei territori interni, con i loro borghi, i loro sentieri, i loro paesaggi e la loro artigianalità, tutti fattori che fanno del nostro Paese il più bello e più amato del mondo.

Slow tourism e Cammini d’Italia. Il turismo lento viaggia a piedi: 6.600 Km di percorsi e 147 snodi mappati, questi i principali numeri della mappatura effettuata dall’UNC, che include percorsi dedicati ai santi italiani, come gli itinerari battuti dai francescani e dai benedettini; passeggiate letterarie, come gli itinerari alla scoperta di Dante Alighieri e altri grandi autori protagonisti di Parchi Letterari.

Infine, i “grandi classici” dei cammini e del turismo lento per eccellenza: la Via Appia, la Via Francigena, il Sentiero degli Dei, la Via degli Abati, il Sentiero Durer e decine di altri percorsi emozionanti.

Le Città Slow d’Italia.  Per chi non può rinunciare  a una vacanza in città,  si possono scegliere le visite  tra le destinazioni che aderiscono al progetto “Cittaslow”: la rete di Comuni medio-piccoli che si impegnano a migliorare la qualità della vita in un’ottica di turismo sostenibile. La rete è stata fondata a Orvieto, capitale del turismo lento, nel 1999. La slow city umbra è un dedalo di viuzze pittoresche e misteriosi percorsi sotterranei.

Si stanno predisponendo nuove ciclovie nel Lazio. Per la mobilità sostenibile la regione Lazio ha promosso il Bando di 11 milioni di Euro per le ciclovie. Il programma della ciclovia Assisi-Roma prevede un passaggio sulla Valle del Tevere.

Un provvedimento a favore della mobilità sostenibile, mirato alla difesa dell’ambiente e alla riduzione dell’inquinamento. La Regione ha messo a disposizione 11 milioni di euro di risorse. Il bando è stato prorogato. Le manifestazioni di interesse dovevano essere presentate entro il 20 febbraio scorso.

Nel provvedimento sono inoltre riportati i chiarimenti intervenuti a seguito di richieste da parte dei soggetti proponenti, in tema di enti di gestione delle aree naturali protette, Municipi di Roma Capitale, importi massimi dei singoli lotti funzionali e numero di proposte ammissibili da parte di uno stesso ente richiedente.

Nel provvedimento sono riportate le modifiche in materia di cofinanziamento e i chiarimenti intervenuti a seguito di richieste da parte dei soggetti proponenti, in tema di enti di gestione delle aree naturali protette, Municipi di Roma Capitale, importi massimi dei singoli lotti funzionali e numero di proposte ammissibili da parte di uno stesso ente richiedente.

Il Bando proposto ai Comuni dalla regione Lazio intende promuovere e sostenere la mobilità nuova, in particolare quella ciclabile, per svilupparne l’uso trasportistico sia per gli spostamenti quotidiani (casa/scuola/lavoro/servizi) sia per le attività turistico ricreative.

Veduta della  Valle del Tevere in cui dovrebbe essere realizzata una pista ciclabile.

Innovare e aumentare la qualità dei nostri trasporti in un’ottica sostenibile”, concludeva la consigliera Avenali, “per migliorare la qualità di vita dei cittadini, decongestionare le città dal traffico e promuovere occupazione e turismo per realizzare un sistema strutturale e intermodale che contribuisca al complessivo rilancio del Lazio”.

Relativamente alla disciplina e sviluppo dei Percorsi Ciclabili in ambito nazionale, ricordiamo che il presidente del Consiglio Nazionale dei Sindaci dell’Anci, Enzo Bianco, a conclusione della “Conferenza nazionale sulla Mobilità sostenibile”, aveva richiesto l’elaborazione di un Piano nazionale e il trasferimento alle Città metropolitane, grandi aree urbane del Paese, della pianificazione del Trasporto Pubblico Locale.

In questo senso, il ventaglio delle indicazioni più coerenti per dare attuazione al programma della regione Lazio sulla MOBILITA‘ ALTERNATIVA , con la visione di città sostenibile e competitiva descritta nei riferimenti strategici, si possono così riassumere:

  1. Allargare gli spazi per la mobilità dolce: le zone a velocità limitata , le isole ambientali, le aree pedonali, la ciclabilità diffusa. Occorrerà promuovere gli interventi utili a migliorare la sicurezza di tutti gli spostamenti: incremento dei livelli di servizio delle infrastrutture (ampliamento marciapiedi, manutenzione, qualità della progettazione, segnaletica), sviluppo delle misure di traffic calming (dissuasori, rallentatori, rotatorie, chicane ecc.), introduzione di strumenti, tecnologie e soluzioni per gli standard di sicurezza (segnalatori luminosi di velocità, videosorveglianza ecc.), diffusione di una cultura della sicurezza a tutti i livelli (Amministratori, pianificatori, progettisti, utenti della strada, cittadini).
  2. Potenziare le infrastrutture dedicate per il trasporto collettivo sia per la penetrazione nelle aree urbane, sia per gli spostamenti interni (metropolitane, tram, ferrovie suburbane, people mover, parcheggi di scambio, corsie preferenziali, corridoi della mobilità…).
  3. Rafforzare e diversificare i servizi di trasporto collettivo, sviluppando in particolare i servizi di integrazione intermodale (pianificazione degli orari, attrezzaggio dei nodi di interscambio, integrazioni tariffarie, informazioni in tempo reale, ecc.). Potenziare e valorizzare la leva dell’intermodalità in particolare per l’uso della bicicletta, attraverso la diffusione di ciclo-stazioni custodite con personale e/o con sistemi automatizzati per l’interscambio bici/bus e bici/treno.
  4. Incoraggiare i dipendenti delle Amministrazioni comunali alla mobilità sostenibile con obiettivi ed impegni precisi stabiliti dalle Amministrazioni stesse, facilitando allo stesso tempo l’uso dei mezzi più ecologici (ad es. maggiore disponibilità di parcheggi sicuri per le biciclette nelle sedi di lavoro).
  5. Favorire la diffusione delle figure di mobility manager e più in generale lo sviluppo delle politiche di mobility management a tutti i livelli (poli della pubblica amministrazione, poli industriali, poli commerciali e di servizio, aree urbane allargate ecc.) e promuovere la shared mobility per moltiplicare le opportunità di investimento a favore degli operatori del trasporto ed ampliare il ventaglio delle scelte modali per i cittadini.
  6. Sviluppare servizi digitali a valore aggiunto sia per gli utenti del trasporto pubblico, sia per gli automobilisti, sia per gli operatori commerciali (trasporto merci, operatori turistici) e ripensare l’organizzazione dei flussi delle merci nelle area urbana, attraverso i modelli avanzati di city-logistics.
  7. Il documento di Catania raccomanda, infine, l‘incentivazione della mobilità elettrica, quale salto di paradigma tecnologico, organizzativo e di opportunità imprenditoriale verso un nuovo modello di trasporto urbano e di smart mobility.