Tiziana Agnitelli
NewTuscia – Cari/e “Newtusciani/e”, non so se avete mai sentito parlare dei rettiliani, uomini rettili o uomini serpente individuati, nella mitologia e nel folclore di varie culture, come creature leggendarie con fattezze di rettile umanoide. In epoca contemporanea sono anche presenti nella fantascienza, nell’ufologia e nelle teorie del complotto.
Ebbene perché parlare di rettiliani in grafologia? Perché alcune caratteristiche grafologiche individuano un umano che ha spiccate peculiarità del “rettile – serpente” inteso in senso simbolico ovviamente. Sono aspetti che riguardano la determinazione, la tenacia, la freddezza mentale e di comportamento, l’orientamento all’obiettivo a dispetto di eventuali scrupoli, l’accaparramento, l’indipendenza e superiorità sentita e mostrata. Anche a livello somatico possono rinvenirsi tali tipicità. Sono potenti e amano il loro modo di vivere, fanno sempre ciò che vogliono e se non ci riescono mettono in atto strategie per farcela. Un esempio calzante, a mio parere, è la firma di Mario Draghi. La firma spontanea è la prima immagine, mentre quella che troviamo sulle banconote, la seconda, è stata voluta ingentilire dagli esperti di comunicazione.
La maiuscola “M” è a dente di pescecane in entrambe (aggressività, combattività), il corpo letterale che segue è decrescente, la misura del calibro letterale va a restringersi (senso critico, sottigliezza mentale), il cognome è incomprensibile, stilizzato, astratto, con un allungo inferiore più grande e ad uncino rispetto agli allunghi superiori (gesto accaparratorio, sensibilità al materiale e agli istinti), le stesse proporzioni di grandezze tra alti e bassi si hanno anche nella seconda firma nonostante abbia utilizzato per firmare il modello calligrafico e un tratto più curvilineo. Il movimento risulta essere posato, infatti lo scrivente predilige l’inclinazione verticale in tracciato semiangoloso (autonomia, durezza, inflessibilità), insomma una firma volitiva e aggressiva, nonostante il tentativo di ingentilimento.
Non si può rinnegare il simbolo del rettile-serpente-drago in quanto è un archetipo fondamentale legato alle origini della vita e dell’immaginazione e in molte popolazioni con valenza positiva. Per la nostra cultura il buon cristiano deve sforzarsi di ucciderlo dentro di sé, come fece san Giorgio e san Michele mentre Atena, dea d’ogni scienza vera, continua a tenere in mano e sul petto il serpente da cui nacquero Dioniso, Satana e gli Imperatori della Cina.
Le grafie “rettiliane” perseguono uno scopo ed espletano una funzione nel grande gioco della Vita, chissà per quale squadra giocherà Mr Draghi… e come diceva la filastrocca utilizzata da bambini: “un, due, tre tocca a te!”.