NewTuscia – Sembrava così lontano invece è ormai una realtà. L’inizio dell’anno scolastico è arrivato e con lui il ritorno di un ritmo più intenso di vita per centinaia e centinaia di famiglie. Mi sembra opportuno sottolineare l’importanza della scuola nella vita dei ragazzi, perché è specialmente attraverso una buona educazione che possiamo avere dei buoni cittadini. Per educazione non intendo solamente lo sviluppo del fattore cognitivo, l’accumulare di nozioni; perché come dice San Paolo ai Corinzi “la scienza, senza l’amore, solo gonfia”. E di tali persone la nostra società non ne ha bisogno.
Il desiderio di scrivere questo articolo nasce da una domanda che mi hanno fatto giorni fa ed è questa: “E’ vero che in Italia i giovani non vogliono né studiare né lavorare?”. Confesso che la domanda mi ha freddato. Innanzitutto per aver conosciuto diversi giovani in Italia che si sforzano veramente per prepararsi al futuro, sostenuti, alle volte, con i sacrifici della loro famiglia, ed anche per i tanti giovani italiani che incontro qui all’estero, che dopo essersi impegnati negli studi hanno cercato di costruirsi una vita professionale, ma non ci sono mai riusciti. Quindi, la mia risposta è chiara: non è vero che i giovani italiani né studiano e né lavorano, forse oggi più che mai si trovano demotivati dinnanzi ad una situazione piuttosto ferma e stagnante: una sorta di fallimento istituzionale. In Italia le diverse Istituzioni vivono un momento di profonda crisi, il mantenimento della poltrona, la ricerca della carriera e la sicurezza dello stipendio garantito ha fatto sì che alcuni membri delle diverse Istituzioni, sia religiose che civili, non si impegnino quanto necessario per costruire una società migliore. Prevale l’apparenza, la cultura della raccomandazione oppure quella dello scarto, come sottolinea Papa Francesco.
Il moltiplicarsi di discorsi staccati da una pratica professionale e di vita coerente sta portando i giovani italiani a sentirsi meno motivati riguardo il futuro. In questo senso educare oggi diventa un’attività molto difficile, una sorta di missione impossibile, non soltanto a scuola ma anche in famiglia. Quindi è necessario che scuola, famiglia e, perché no parrocchia, per coloro che condividono la fede cristiana-cattolica, interagiscano il più possibile affinché il messaggio educativo arrivi in maniera completa nella vita dei bambini e ragazzi. Non è possibile educare in maniera completa i bambini e i ragazzi, agendo a comportamenti stagni.
Alla fine, vorrei rivolgere a tutti gli educatori nei diversi livelli: dall’asilo nido all’università, un augurio speciale per un buon anno scolastico. Le difficoltà non mancheranno, come d’altronde succede nella vita, ma il Signore vi sarà vicino, donandovi la forza e la saggezza necessaria per affrontare ogni circostanza. Auguri ancora a tutti genitori, studenti e maestri per un buono e proficuo anno scolastico.
Don Marcelo Caldas