Lo dicono i numeri: si gioca tanto nella provincia di Viterbo. Ecco perché bisogna investire in sicurezza
NewTuscia – VITERBO – C’è anche la provincia di Viterbo tra le zone in cui il gioco d’azzardo è più radicato e diffuso. Lo dicono i dati, aggiornati al 2017, estratti da un’inchiesta condotta da IlSole24Ore e basata sui report dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato.
Più di 154 milioni di euro, questa la spesa totale della nostra area nei primi sei mesi dell’anno (il totale su base nazionale è 37 miliardi). Slot machine, gratta e vinci, superenalotto, scommesse, nella Tuscia si gioca e si spende tanto. Tra i comuni più “spendaccioni” c’è Bassano in Teverina, dove gli abitanti hanno speso in media 914,47 euro per un totale che supera il milione di euro. Al secondo posto c’è proprio Viterbo con una media di oltre 810 euro e oltre 54 milioni di spesa. Ultimo gradino del podio per Civita Castellana (dove in media un residente spende 631,54 euro in scommesse, per un totale comunale di oltre 10 milioni) seguita da Montalto di Castro (613,76 euro le puntate medie per residente con più di 5 milioni di spesa totale).
Dati che mettono in luce come anche per la Tuscia il problema della ludopatia non sia qualcosa da sottovalutare. Anche perché il Gioco d’Azzardo Patologico, conosciuto anche con l’acronimo di GAP, è una vera e propria dipendenza, un disturbo riconosciuto da tempo e catalogato nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. La sua definizione è legata al persistente e ricorrente comportamento problematico di gioco d’azzardo che comporta difficoltà o disagio clinicamente significativi. Per questo il mondo del gambling sta cercando di riformarsi e guardare al futuro.
Come, ad esempio, la Gambling Commission britannica che da tempo lavora a nuovi metodi per rendere il gioco più equo e sicuro per i consumatori. Il primo tentativo fatto è stato quello di organizzare dei seminari di co-creazione, per esaminare i messaggi di gioco per i giocatori a basso e moderato rischio. A questi incontri hanno preso parte tre esperti della Commissione, dodici rappresentanti di operatori e dodici consumatori. Lo scopo: trovare feedback della loro esperienza e capire dove concentrare gli sforzi.
Oltre a questo tipo di approccio, il settore del gioco chiede una mano anche alla tecnologia, in particolar modo all’universo dei big data e degli algoritmi. Attraverso lo studio dei numeri, ha spiegato Sonia Wasowska, senior manager dell’Insight team, si può avere un report più dettagliato sullo stato di salute dell’utente e identificare, se non addirittura prevedere, i giocatori problematici.
Serve, ovviamente, un importante sforzo dal punto di vista economico e degli investimenti: magari proprio una parte dei ricavi dell’azzardo potranno essere veicolati sulla ricerca. Per creare un ambiente di gioco sempre più sicuro, giusto ed equo.