Gaetano Alaimo

NewTuscia – VITERBO – “La decisione di Matteo Salvini di staccare la spina a questo governo deriva dai tanti no dei Cinque Stelle che non erano più tollerabili”.

A parlare è il senatore Umberto Fusco, vicecoordinatore regionale della Lega e leader del Carroccio nella Tuscia. L’improvvisa accelerazione di quella che tanti già avevano intuito come probabile crisi di governo non ha colto impreparato Fusco che, anzi, parla apertamente di “soluzione del tutto condivisa dai parlamentari della Lega” e rilancia la sua fiducia che “il Capo dello Stato troverà la soluzione migliore per risolvere questa crisi che, nei nostri intenti, è quella di andare prima possibile al voto e di ridare una maggioranza compatta e con un programma condiviso all’Italia”.

Intanto, però, l’Italia torna nel pantano e, mentre scriviamo, arriva la notizia che la Lega presenterà una mozione di sfiducia in Senato al premier Conte che, ieri, sera ha parlato di “parlamentarizzazione” della crisi di governo senza tagliare i tempi come vorrebbe Salvini. Il che significa che potrebbe esserci un braccio di ferro sulle modalità di uscita da questa crisi: Mattarella tenterà, com’è prevedibile, una consultazione per valutare un Conte bis o un governo “elettorale” per il traghettamento alle elezioni in autunno, la Lega vorrebbe lo scioglimento immediato per la fine della fiducia nei confronti di questo esecutivo e, nei minimi tempi previsti dalla legge, andare alle urne.

“Quello che conta – continua Fusco – è che si arrivi nel modo più rapido e serio alle elezioni perché questa, per noi, è l’unica soluzione possibile”.

La velocità di chiusura dell’esperienza di governo giallo-verde, voluta da Salvini, deriva anche dalla considerazione che prima si andrà alle elezioni e prima si potranno utilizzare al meglio non solo i sondaggi che vedono la Lega “volare” ma anche indirizzarsi verso quelle riforme e provvedimenti che il M5s non ha permesso o ha in parte ostacolato al Carroccio: su tutti la Tav, dove c’è stato il voto opposto dei due partiti di governo, quindi giustizia, autonomia e grandi opere.

Quello che preoccupa di più, però, è il rischio che entro l’anno non si riesca ad approvare la manovra di bilancio: il che, in altre parole, significherebbe aumento dell’ Iva ed esercizio provvisorio del bilancio, oltre che probabile impennata dello spread e “mannaie” da parte dell’Europa.

Nella Tuscia si attende con apprensione all’evolversi della situazione, nella consapevolezza che siamo in un momento delicato e che ogni perdita di tempo potrebbe essere fatale al Paese.