Gaetano Alaimo

NewTuscia – VITERBO – Il sindaco di Viterbo Giovanni Arena cerca la mediazione tra la realtà della Masse di San Sisto e la Free Time, la società che, secondo la giustizia, ha avuto ragione e ha chiesto, ottenendola, la chiusura delle struttura pubblica “popolare” che gestisce le pozze all’aperto.

E’ forse l’ultima speranza il primo cittadino di Viterbo, visto che la chiusura dell’acqua delle Masse doveva esserci già oggi ma, alla fine, la rinuncia del geologo Giuseppe Pagano, nominato dal giudice Federico Bonato, alla serrata (essendoci stati già rapporti del Pagano con la Free Time) ha allungato di qualche giorno la fine dell’uso delle terme delle Masse di San Sisto. Al suo posto il giudice ha nominato l’ingegner Bruti ma non c’è stata la chiusura.

Sul piatto 12 mila e 600 iscritti e, stamani, centinaia di persone che si sono ritrovate per dire no alla fine di un’esperienza che, malgrado il vecchio contenzioso in atto, ha permesso a migliaia di persone di godere delle terme sulla Cassia sud a prezzi popolari.

Tutta la vicenda nasce da un contenzioso pluriennale tra la Free Time della famiglia Belli, detentrice della concessione, e l’associazione Masse di San Sisto e le Antiche Terme Romane. Già nel 2006 la Regione Lazio si era pronunciata sull’abusività del sito gestito dall’associazione e, nell’ottobre  2014, fu inviata una lettera alla Procura in cui si scriveva nero su bianco che l’utilizzo dell’acqua della sorgente sottostante non era lecito. Quindi dal 2014 era stata esplicitata dalla Regione Lazio la diffida a continuare l’utilizzo e sfruttamento del sito minerario da parte delle Masse di San Sisto, ma nulla si è mai fermato. Nel 2015, poi, la famiglia Belli aveva acquisito l’ampliamento della concessione. Nel 2018 la sentenza del Tribunale che aveva imposto di chiudere il sito e, il mese scorso, la conferma di tale decisione.

Ora tutto sembra essere giunto all’epilogo, ma non nella giornata odierna quando dovevano essere messi i sigilli.

La discesa in campo del sindaco Giovanni Arena a favore di una mediazione (“Cercherò di mettere gli imprenditori di fronte ad un tavolo, credo che le due situazioni possano coesistere”) è la novità più grande. Anche se, di fronte ad una sentenza del Tribunale, non c’è di fatto nessuna figura istituzionale che possa opporsi. Dura lex sed lex…