Domenica 23 settembre presso il monumento inaugurato nel settembre del 1988 e con la celebrazione vespertina in Sant’Antonio ad Orte Scalo.

Stefano Stefanini

NewTuscia – ORTE – Domenica  23 settembre  verranno  celebrate nelle comunità parrocchiali legate ai Gruppi di Preghiera due ricorrenze ricche di significato: il centenario della stigmatizzazione permanente e il cinquantenario della morte di San Pio da Pietrelcina.

“Tutta la sua esistenza terrena padre Pio l’ha impiegata per indicare la strada da percorrere per arrivare al Signore. Ed è quello che verrà sperimentato a  San Giovanni Rotondo e nei Gruppi di Preghiera ispirati da san Pio  con la Preghiera e la Santa Messa , che padre Pio considerava il punto più alto dell’incontro tra Dio e l’uomo”.

Anche il Gruppo di preghiera di Orte Scalo, legato dalle origini a Padre Pio per l’iniziativa del primo parroco di Orte Scalo, Padre Geremia Subiaco, francescano, e di un’appassionata apostola di Padre Pio, la signora  Candida Biscioni,  celebrerà queste ricorrenze con un triduo in preparazione della festività che sarà celebrata nella messa vespertina di domenica 23 settembre.

Ad Orte Centro storico, in via della Pubblica Passeggiata in località Fabbri, verrà omaggiata dai fedeli la statua in marmo inaugurata nel settembre 1988 sotto un pino secolare.

Ricordiamo che il frate cappuccino Pio da Pietrelcina, al secolo Francesco Forgione, nasce nella piccola città sannita di Pietrelcina il 25 maggio 1887. Fu battezzato il giorno successivo nella chiesa di Sant’Anna. Gli venne dato il nome Francesco per desiderio della madre Maria Forgione, devota a san Francesco d’Assisi. Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entra in convento e da francescano cappuccino prende il nome di fra Pio da Pietrelcina. Diventa sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910: viene consacrato presbitero nella Cattedrale di Benevento. Nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo a San Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui, nel convento di Santa Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di taumaturgo e apostolo del confessionale.

Il 20 settembre 1918 il cappuccino riceve le stimmate della Passione di Cristo che resteranno aperte, dolorose e sanguinanti per ben cinquant’anni. Padre Pio viene visitato da un gran numero di medici, subendo incomprensioni e calunnie per le quali deve sottostare a infamanti ispezioni canoniche; il frate delle stimmate si dichiara “figlio dell’obbedienza” e sopporta tutto con serafica pazienza. Infine, viene anche sospeso a divinis e solo dopo diversi anni, prosciolto dalle accuse calunniose, può essere reintegrato nel suo ministero sacerdotale. Muore il 23 settembre 1968, a 81 anni. Dichiarato venerabile nel 1997 e beatificato nel 1999, è canonizzato nel 2002 da Giovanni Paolo II. Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu: «Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario».

Lo straordinario che si cala nell’ordinario della vita quotidiana. Il mistico profondamente umano. La semplicità, l’abbassamento, l’umiltà anche un po’ ruvida come vie per lasciare spazio all’infinitamente grande. Chi ha avuto la possibilità di raccontare Padre Pio lo descrive così: come un manifesto di santità, una testimonianza di Vangelo radicato fin dentro le viscere, tanto che le stimmate, le ferite sanguinolente che richiamano la passione di Cristo, erano in lui, per così dire, anche i segni di un personalissimo calvario vissuto fuori ma soprattutto dentro la Chiesa.