NewTuscia – ACQUAPENDENTE – Ingentilita tanto dalle stupende melodie del Coro della Basilica Concattedrale Santo Sepolcro (direzione Maestro Stiffelio Bertoni con Maestro d’organo Mauro Muccifora) quanto dalla presenza dei Cavalieri di S.Ermete, portatori statua santi, autorità civili e militari, parroci della zona pastorale , si è svolta Martedì mattina la cerimonia religiosa ufficiale in onore del patrono S.Ermete. A celebrarla il Vescovo della Diocesi di Viterbo Monsignor Lino Fumagali (concelebranti il parroco di Acquapendente Don Enrico Castauro ed il vice Don Jamiro) che rivolgendoci ai fedeli nella splendida omelia si è soffermato brevemente sulla vita del Martire “Ermete”, sottolinea, “è stato dignitario dell’Impero Romano convertito al cristianesimo da Alessandro I. Decapitato dai soldati dell’Imperatore è stato sicuramente uno dei più antichi Martiri della storia del cristianesimo”.

Acquapendente
Parallelando la sua figura ai tempi moderni ha chiosato come “Invocarlo come intercessore verso Nostro Signore, vuol dire richiedere aiuto per professare una fede sempre più piena, limpida, accogliente e solidale. Pensare alla sua testimonianza vuol dire preparare un mondo migliore”. Partire da Ermete per affrontare un tema moderno: quello dell’immigrazione. “Ho sofferto”, sottolinea, “di fronte al caso della nave Diciotti contenente immigrati. Nessuna norma internazionale può giustificare il suo fermo per cinque giorni in un porto italiano. Prima di questi obblighi doveva emergere il concerto di salvaguardia degli essere umani. La volontà di accogliere migranti senza se e senza ma”. Approfondimenti anche per un’altra piaga sociale : quello dei senza tetto: “Purtroppo siamo afflitti anche da questo problema. E non sono sufficienti aiuti economici sempre e comunque importanti.
Ma è fondamentale impegnarci a fornire imput informativi principali per aiutarli a gestire diversamente la propria vita”. Perle di suggerimenti infine ai fedeli aquesiani per programmare la futura vita cristiana : “Da Martiri come Ermete”, sottolinea, “dobbiamo prendere spunto che con l’aiuto del Signore possiamo diventare testimoni concreti di Fede. Una sorta di puro slancio per presentare il Vangelo alle nuove generazioni. Una testimonianza che sia accogliente, semplice e pura e trasparente. Che ci faccia e faccia comprendere agli altri di non giudicare mai. Ma sostenere tutti. Camminare senza avere mai paura di questo stile di vita. Consapevoli della necessità di costruire una Chiesa migliore.
Ma, allo stesso tempo, di contribuire anche alla crescita della società civile. Facendo lievitare in essa valori trascendentali come spiritualità e condivisione. Amare ed essere amati come concetto campione. Affinchè la comunità in cui si vive si trasformi in qualcosa di accogliente ed umano. Ricevendo questo supplemento di fede, bellezza e testimonianza”.
GIORDANO SUGARONI