di Serena Biancherini
NewTuscia – AMATRICE – Sono passati due anni dal terribile terremoto che ha colpito il centro Italia, ma Amatrice ed Arquata insieme ad altre frazioni della zona sono ancora sospese nel dolore.
Dolore per chi ha visto sgretolare i muri della propria casa in cumuli di macerie e dolore per chi sotto quelle macerie ha lasciato la vita. Un continuo e lento logorio ha accompagnato le altre numerose scosse di terremoto, più di novantatremila, che si sono verificate in seguito alla prima fatale di magnitudo 6.0, ma ora che la terra ha smesso di tremare che cosa è stato fatto?
Sono stati stanziati dal governo duecentocinquanta milioni per sopperire ai bisogni della popolazione e alle spese di ricostruzione, sono state messe a disposizione casette e creato organi di raccolta fondi, eppure ancora ad aprile gli sfollati erano quasi tremila quelli alloggiati negli Hotel a spese dello Stato e 40 mila circa aiutati da contributi pubblici. L’Esercito è ancora all’opera per rimuovere le macerie e dei 17 cantieri finanziati da Sms solidali con i soldi di molti italiani, che hanno provveduto a raccogliere 34 milioni, solo uno è stato portato a termine, quello della scuola di Pieve Torina e per di più il Comune ha dovuto anticipare i fondi.
Sembrerebbe da imputare alla burocrazia la lentezza con cui i lavori procedono, dato che i fondi degli Sms solidali ci sono ma non possono essere spesi perché devono essere vagliati con attenzione per essere distribuiti equamente secondo le varie necessità. La prassi è questa, i beneficiari presentano un progetto preliminare che in seguito ad approvazione viene sostituito da quello definitivo e infine dall’esecutivo. Tutto ciò avviene grazie ad un lavoro sinergico tra le regioni e speciali uffici addetti a questa situazione, ma la correttezza degli stanziamenti viene pagata in termini di tempo.
Inoltre sarà il Comitato dei garanti istituito nell’aprile 2017 a decidere dove collocarli: verranno ripartiti tra Marche, Umbria e Lazio – 21 assegnati nelle Marche e i restanti all’Umbria e a tre comuni del Lazio – e destinati non solo alle zone colpite dal terremoto del 2016 ma anche a quelle danneggiate dalle scosse del 24 agosto, 30 ottobre e 18 gennaio dello scorso anno (come riporta La Repubblica). A questo punto non sono in pochi a storcere il naso.
Le polemiche non sono mancate neppure quando alcuni fondi sono stati messi a disposizione di comuni fuori cratere, ossia Collevecchio e Corropoli, o collocati presso opere veloci da costruire ma non prioritarie come la grotta sudatoria nelle Marche e le scuole antiche; sono altre le emergenze sottolineano in molti.
Intanto sono in corso le celebrazioni per ricordare gli scomparsi a causa del sisma. Una fiaccolata si è svolta stanotte ad Amatrice partendo dall’ex scuola alberghiera fino a Sant’Agostino dove sono stati letti i nomi delle vittime, aspettando tutti insieme le 3.36 quando esattamente due anni prima era avvenuto il disastro.