NewTuscia – ORVIETO – Anche quest’anno è arrivato il giorno dell’esaurimento delle risorse rinnovabili il cosiddetto overshoot Day italiano, cioè la data dalla quale viviamo in deficit ecologico, ed anche quest’anno la data si è anticipata ancora mettendo un nuovo record il giorno 24 maggio, mai così in anticipo.
Così si perde di vista il futuro mentre la politica e regionale fa calare un assordante cappa di silenzio su questioni imponenti come l’inadeguatezza della gestione dei rifiuti e l’espansione della discarica di Orvieto e mentre i cittadini si trovano a fare i conti con costi economici altissimi per la gestione della differenziata che, se ben guardati, portano tracce di una generale incauta riorganizzazione a sfavore delle famiglie per motivi soprattutto contabili e di riscossione nonostante si raggiungono elevati livelli di raccolta differenziata e quindi, per paradosso, con una bolletta sempre più pesante. Non solo una questione di cultura ambientale quindi, ma anche una questione che riguarda le tasche di tutti noi.
Così si perde di vista il futuro mentre la politica e regionale fa calare un assordante cappa di silenzio su questioni imponenti come l’inadeguatezza della gestione dei rifiuti e l’espansione della discarica di Orvieto e mentre i cittadini si trovano a fare i conti con costi economici altissimi per la gestione della differenziata che, se ben guardati, portano tracce di una generale incauta riorganizzazione a sfavore delle famiglie per motivi soprattutto contabili e di riscossione nonostante si raggiungono elevati livelli di raccolta differenziata e quindi, per paradosso, con una bolletta sempre più pesante. Non solo una questione di cultura ambientale quindi, ma anche una questione che riguarda le tasche di tutti noi.

«È essenziale che i cittadini, e non solo coloro che hanno maggiore prestigio e riconoscibilità, decidano di farsi sentire alla politica di livello regionale e locale e si facciano portatori degli interessi a lungo termine per i territori visto che sia in sede europea che con il paventato nuovo programma di governo italiano questi interessi appaiono rappresentati negli investimenti che riguardano la cosiddetta economia circolare. Quindi anche localmente vanno superate le problematiche di stretti interessi di bottega e puntare al modello di sviluppo sostenibile che ci smarchi dalle discariche e dagli inceneritori, che valorizzi tutto ciò che rinnovabile in maniera sana e non inquinante e che punti a creare occasioni di occupazione proprio in questi nuovi settori. Ad Orvieto l’opportunità c’è e passa attraverso investimenti dell’impiantistica e il superamento delle discariche. Troviamo e trovo assurdo il silenzio delle forze politiche regionali ora che si avvicina il momento della decisione su Le Crete ed è per questo che comitato eco orvietano abbiamo scritto ai consiglieri regionali e pubblichiamo questa lettera aperta proprio in questa data in cui si dovrebbe avere la massima sensibilità a non impegnare e stressare ulteriormente l’ambiente ed attrarre i maggiori benefici dallo spirito e dalla lettera delle norme relative all’economia circolare, non è più possibile leggere interventi come quello del direttore dell’Auri, Giuseppe Rossi, il quale ci spiega che i costi sono dovuti anche alle condizioni di impiantistica vecchia imposte ai gestori. Così non va, c’è bisogno di una visione a lungo termine. Il nostro deficit ecologico si combatte anche innovando ed è soprattutto così si abbattono i costi per i cittadini nel medio e lungo periodo.»
Silvio Torre, comitato Ecorvietano