Eleonora Di Marco

NewTuscia – Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat, Tinder sono solo alcuni dei nomi dei tanto discussi social network, che ormai fanno parte del vivere quotidiano.

La psicologa Eleonora Di Marco

La psicologa Eleonora Di Marco

Sono le piazze virtuali di nuova generazione e che ci piaccia o no, il progresso ci ha condotti a un’estensione dei confini fisici attraverso il virtuale.

Chissà se il caro Zuckerberg, al momento impegnato in questioni ben più spinose, aveva mai pensato all’effetto che il suo Facebook avrebbe sortito sulle relazioni.
Un cambiamento epocale, direi, che ha saputo modificare il precedente copione interazionale e introdurre nuove modalità di scambio e nuove possibilità di tenersi in contatto nonostante la geografia e il tempo a disposizione.

Parliamoci chiaro, i social ci espongono di più al rischio di essere monitorati e controllati, ma forniscono anche infinitesime possibilità di conoscere e approcciare.
Quando si parla di amore e relazioni, è quasi impossibile non tirare in ballo il rovescio della medaglia, ossia la gelosia e il tradimento.
Qualunque sia la natura dell’amore fedifrago, che non è certo un’invenzione della contemporaneità, oggi acquisisce caratteristiche e prerogative nuove, che da un punto di vista antropologico e sociologico non possiamo ignorare.

Una ricerca inglese della University of Oxford rivela che l’uso dei social network come forma di comunicazione sarebbe una delle principali cause delle crisi di coppia: da una attenta analisi a campione di 24.000 coppie che fanno uso quotidiano del social Facebook, emerge fortemente come l’uso senza soluzione di continuità del Social, per comunicare, possa essere causa di problemi per la coppia stessa. Non si parla solo di tradimenti, ma soprattutto di come le relazioni attraverso questo “mezzo” siano portatrici di idealizzazioni e fantasie tali da costruirsi quasi una vita parallela.
Facebook, secondo i dati dell’Associazione degli avvocati matrimonialisti, oggi è una delle cause principali di divorzio, sempre più coppie giovani o anche sposate da anni arrivano alla separazione a causa di tradimenti, reali o virtuali, consumati attraverso la rete.
Non serve certo che noi psicologi riveliamo quanti pazienti si siedono e dichiarano di aver conosciuto un altro o un’altra su un social, per capire quanto questo fenomeno sia comune e talvolta quasi sottovalutato.

Capita infatti, che il tradimento, non si spinga alla conoscenza reale e che per ciò non venga considerato tale.
Per quanto riguarda la gelosia, capita che si inneschino delle dinamiche ossessive di controllo dell’altro e di sospettosità intrusiva. Fenomeni di questo tipo sono ad esempio i frequenti controlli degli accessi a whatsapp che conducono spesso a un profondo senso di abbandono e trascuratezza per quei “visualizzato” senza risposta.
“Guarda, ha letto il messaggio ma non mi ha risposto, che vorrà dire?” Oppure “vedi…è in linea. Con chi starà parlando? Vedo che anche il mio amico è collegato, staranno mica confabulando?” E così si alimentano gelosie e supposizioni. “WhatsApp è un canale di comunicazione eccellente per rinforzare le relazioni, ma può portare problemi se uno dei partner, si ostina nel voler rimanere in contatto permanente e ostinatamente invadente della sfera privata dell’altro, che anche in coppia, deve poter mantenere i suoi gradi di separazione.
Ma siamo proprio sicuri che siano i social i veri responsabili di una coppia che scoppia, di un tradimento o di una perdita di fiducia nel partner?

Le ricerche in merito sono contrastanti ma l’idea diffusa è che cambino solo i mezzi di comunicazione e siano piuttosto le persone a definire gli stili e la natura delle relazioni stesse.
Per essere più chiari, il social network non sarebbe nient’altro se non una sorta di amplificatore di un assetto di coppia già di per se disfunzionale o di uno stile di personalità che spinge alla ricerca di conferme dall’altro senza dover correre il pericolo del confronto con la realtà.

La falla di sistema sarebbe quindi al limite da rintracciare nella diade e nel modo in cui i due partner tengono in piedi la relazione.
Capitolo a parte meriterebbe la riflessione sull’effettiva tenuta a lungo termine di qualsiasi coppia e della monogamia in seno più ampio, ma rimandiamo questo argomento ad un altro articolo.

In ogni caso non dimentichiamo mai che siamo esseri sensoriali e che il profumo di una persona, gli occhi negli occhi, non potranno mai essere sostituiti da alcuna forma espressiva virtuale o surrogata.

Riflettiamo, inoltre, su quanto la realtà virtuali ci estranei da cose e persone, facendoci invece allontanare solo da noi stessi, pur rimanendo fermi.

 Dr.ssa Eleonora Di Marco
Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-interpersonale