di Valentino Cesarini

NewTuscia – VITERBO – Viterbese – Non è crisi, ma poco ci manca. Due sole vittorie in campionato nelle ultime dieci giornate, intervallate dalla bellissima qualificazione in finale di Coppa Italia dopo aver eliminato, pur soffrendo tantissimo, il Cosenza. Il Patron Camilli, dopo il KO pesante casalingo contro il Livorno, ha optato per il cambio di allenatore. Fuori Sottili, dentro l’inesperto Giuliano Giannichedda, che nonostante un grande passato da centrocampista, come allenatore poteva vantare solo l’esperienza (purtroppo negativa) dello scorso anno con il Racing Roma. L’ex mediano di Udinese, Lazio e Juventus, dopo l’esordio con pari sul campo della Pistoiese, si presenta nel peggior modo possibile davanti ai suoi tifosi. Sia chiaro che la colpa non può essere solamente del mister, ma il KO pesante contro il Piacenza fra le mura amiche ha fatto si che la squadra gialloblu uscisse fra i fischi del poco pubblico presente al Rocchi. Una sconfitta che potrebbe risultare pesante anche in chiave classifica, ma ora l’attenzione della Viterbese è già concentrata nella doppia sfida contro l’Alessandria: se sabato si giocherà una gara di campionato, mercoledì ci sarà l’andata della finalissima della Coppa Italia (ritorno ad Alessandria il 25 aprile).

Non si può più sbagliare, o farlo il meno possibile, perché si sta entrando nella fase decisiva della stagione. Giannichedda si è presentato con un 4-3-3 che diventava un 4-2-3-1 con Calderini riferimento offensivo. Panchina iniziale per il belga Vandeputte e per De Sousa, al rientro dall’infortunio. Dopo il miracolo del solito Iannarilli sulla conclusione di Pesenti, la Viterbese passava in vantaggio con la prima rete in campionato di Elio Calderini, bravo a farsi trovare al posto e al momento giusto. Dopo il goal, sembrava che i locali potessero amministrare e colpire in contropiede, invece nel giro di tredici minuti (dal 21’ al 34’) il Piacenza ha capovolto, con pieno merito la situazione, grazie ai goal di Castellana e Pesenti. Nell’intervallo Giannichedda lasciava negli spogliatoi Mosti per far spazio a Vandeputte, e poco dopo inseriva De Sousa per uno spento (e fischiato) Mendez, provando a cambiare l’attacco. Ma è stata una mossa che non ha portato nessun frutto, a parte qualche conclusione telefonata verso l’estremo difensore del Piacenza Fumagalli. Dopo un rigore reclamato da Pesenti per un contatto con Rinaldi, Giannichedda si è giocato le ultime carte a disposizione in quella che è stata un’ autentica mossa della disperazione: Bismark, passando al 4-2-4 in stile Ventura. Ma il Piacenza, che nel frattempo era passato alla difesa a 3, non ha mai rischiato davvero e al triplice fischio ha potuto esultare sotto la propria curva. Curva Piacentina che all’inizio e durante il match ha esposto uno striscione di ringraziamento verso la curva gialloblu: “Il rispetto quello vero è il sentimento più sincero, ONORE ALLA VITERBO ULTRAS”. Un ringraziamento per lo striscione che i tifosi della Viterbese nella gara contro il Livorno esposero all’indirizzo di un tifoso piacentino (“Forza Marco non mollare, vicini alla Piacenza Ultras!”).