NewTuscia – ROMA – Liberi e Uguali mette al centro della sua campagna il diritto al lavoro. Lavoro per tutti, ma che sia stabile, professionalizzato e che sia in grado di sostenere il futuro dei giovani e delle famiglie.
Le cose non vanno bene, e si inizia proprio dalla scuola, con l’alternanza scuola lavoro a sfruttare i più giovani. La Buona Scuola, approvata dal governo Renzi, prevede 200 ore di alternanza scuola lavoro per i licei, 400 per gli istituiti tecnici ed istituti professionali. Già la prima disuguaglianza appare nitida, poiché non è ben chiaro, perché i liceali debbano “alternarsi meno” degli altri. Su 4000 studenti interessati, il 90% di chi ha fatto questa esperienza la ha giudica poco formativa.
Il Miur ribadisce che questa è un’occasione che i i ragazzi hanno per orientarsi nel mondo del lavoro, in modo da “promuovere il senso di responsabilità e accrescere la propria autostima”. “Il percorso di alternanza scuola-lavoro offre agli studenti l’opportunità di inserirsi in contesti lavorativi adatti a stimolare la propria creatività” e soprattutto “Lo studente in alternanza non è mai un lavoratore, ma apprende competenze coerenti con il percorso di studi scelto in realtà operative”.
Le attività svolte presso imprese, aziende, associazioni sportive e di volontariato, enti culturali, ordini professionali e istituzioni hanno visto, però, studenti cimentarsi con la raccolta di mozziconi di sigarette, spiaggia di Ravanusa, Agrigento; ripulitura di pavimenti e spalare letame, in Veneto oppure, a Roma, lavorare per un call centre procacciando clienti per un portale web.
La scuola non è più un centro di sviluppo sociale e culturale, è diventato un luogo che produce tante, troppe spese. Non si investe più sul sapere, si abbassa, così, la competitività rispetto agli altri paesi d’Europa e crolla il numero dei diplomati. L’unico dato in ascesa è la dispersione scolastica + 14%.
Ora si pensa più al ritorno economico e meno a quello comunitario. Si basa la formazione su modelli produttivi dimenticando che una comunità ha bisogno, prima di tutto, di una formazione umana e critica che permetta di avere un’economia che contrasti le disuguaglianze, il razzismo, l’intolleranza.
La vera bomba sociale, che potrebbe sgretolare la società civile, può essere disinnescata solo dallo studio di discipline come letteratura, filosofia, storia e scienze etc. Queste offrono ai nostri ragazzi e ragazzi la capacità di leggere la società e accompagnarla nelle sue trasformazioni. La creatività, il pensiero critico devono essere stimolate. La scuola deve essere un percorso di formazione e crescita prima che un serbatoio dove poter sfruttare giovani lavoratori.
Angelo Conti
Liberi e Uguali