rifiuti2Stefano Stefanini

NewTuscia – VITERBO – Abbiamo letto positivamente il comunicato con il quale  Giovanni Arena,  consulente della commissione parlamentare d’inchiesta ecomafie ha informato  i lettori che mercoledi scorso la Commissione d’inchiesta parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei Rifiuti ha presentato la bozza finale della relazione sul ciclo dei rifiuti e fenomeni illeciti del Lazio. Questo Documento – che invitiamo a discutere e far proprio    di   ogni Consiglio comunale della provincia e della regione – dovrà costituire la “magna carta” dell’impegno politico amministrativo in favore dell’ambiente e della qualità del vivere urbano delle nostre città, al di là dell’appartenenza  di schieramento di sindaci, maggioranze o minoranze consiliari.

Diamo uno sguardo d’insieme al fenomeno, in ambito nazionale e regionale.

Nella lotta contro le ecomafie e i ladri del futuro si sta percorrendo la giusta strada. A soli due anni dall’entrata in vigore della legge sugli ecoreati, nel complesso diminuiscono gli illeciti ambientali e il fatturato delle attività criminali contro l’ambiente.

Un trend positivo, che lascia ben sperare. Nel 2016 i reati ambientali accertati delle forze dell’ordine e dalla Capitaneria di porto sono passati da 27.745 del 2015 a 25.889 nel 2016, con una flessione del 7%. Per dirla in altro modo, si tratta di 71 al giorno, circa 3 ogni ora. Cresce, invece, il numero degli arresti 225 (contro i 188 del 2015), di denunce 28.818 (a fronte delle 24.623 della precedente edizione di Ecomafia) e di sequestri 7.277 (nel 2015 erano stati 7.055), a testimoniare una sempre maggiore efficacia dell’azione investigativa e repressiva. Inoltre nel 2016 il fatturato delle ecomafie scende a 13 miliardi registrando un – 32% rispetto allo scorso anno, dovuto soprattutto alla riduzione della spesa pubblica per opere infrastrutturali nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso e al lento ridimensionamento del mercato illegale.

Nonostante il trend positivo che indica una inversione di tendenza rispetto agli anni passati, sono ancora tanti problemi da affrontare a partire dal fenomeno della corruzione, che continua a dilagare in tutta la Penisola, la questione dell’abusivismo edilizio con 17mila nuovi immobili abusivi nel 2016, il ciclo illegale dei rifiuti in crescita.

In questo quadro, fatto di luce e ombre, diminuisce complessivamente in percentuale il peso delle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso, che passa dal 48% del 2015 al 44% del 2016, anche se si confermano ai primi posti nella classifica per numero di illeciti ambientali: in vetta la Campania con 3.728 illeciti, davanti a Sicilia (3.084), Puglia (2.339) e Calabria (2.303).

La Liguria resta la prima regione del Nord, il Lazio quella del Centro. Su scala provinciale, quella di Napoli è stabilmente la più colpita con 1.361 infrazioni, seguita da Salerno (963), Roma (820), Cosenza (816) e Palermo (811). 

È quanto emerge in sintesi da Ecomafia 2017 di Legambiente, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, edito da Edizioni Ambiente. Un volume che raccoglie i numeri delle illegalità ambientali, quattro nuovi approfondimenti (dedicati allo sfruttamento degli animali da reddito, al mercato degli shopper illegali, all’allarme delle illegalità nei parchi e alle navi dei veleni) e una serie di best practises promosse da Legambiente; ma soprattutto anche per questa edizione Ecomafia 2017 fa il punto sui risultati che si stanno ottenendo in maniera sempre più sistematica grazie alla legge sugli ecoreati.

Il capitolo dei Rifiuti

 In aumento i reati contestati nella gestione dei rifiuti, nel 2016 sono stati 5.722 con una crescita di quasi il 12%, le persone denunciate (+18,55), quasi 16 al giorno, gli arresti 118 (+40%) e i sequestri 2202. Per quanto riguarda le attività organizzate di traffico illecito dei rifiuti, secondo quanto disciplinato dall’articolo 260 del d.lgs. 152/2006, al 31 maggio 2017 le inchieste sono diventate 346, con 1649 ordinanze di custodia cautelare, 7.976 denunce e il coinvolgimento di 914 aziende.

I paesi esteri coinvolti sono saliti a 37 (15 europei, 8 asiatici e 13 africani e uno americano). Sommando i sRIFIUTI strada castiglioneequestri effettuati nell’ultimo anno e mezzo, e solo nell’ambito di 29 inchieste monitorate, le tonnellate bloccate sono state più di 756.000. Un quantitativo di rifiuti tale che per trasportarlo servirebbero 30.240 tir, che messi in fila coprirebbero la stessa strada che da Roma arriva a Modena.

Sul fronte incendi, il 2016 è stato segnato da 4.635 roghi che hanno mandato in fumo 27mila ettari. Le persone denunciate, tra piromani, ecocriminali ed ecomafiosi sono stati 322, mentre quelle denunciate 14.

La criminalità continua, inoltre, a puntare sul settore dell’agroalimentare: nel corso del 2016 ci sono stati 33.000 illeciti amministrativi e più di 7.000 illeciti penali, portando alla denuncia di oltre 18.000 soggetti. Sono state più di mille le strutture chiuse o sequestrate, bloccando la vendita di 83,6 milioni di Kg/litri di merce, per un valore complessivo di oltre 703 milioni di euro, in netta crescita rispetto al 2015 quando si era attestato a circa 586 milioni. Il numero più alto di infrazioni penali riguarda i prodotti ittici (pesce in genere, crostacei, novellame, molluschi, datteri fresco, refrigerato e congelato), con ben 10.735 illeciti amministrativi e penali accertati

 La coincidenza del calo di illeciti e dell’aumento di arresti e denunce è merito dei più efficaci strumenti investigativi grazie al rinnovato impianto legislativo che nel 2015 ha inserito nel codice penale i delitti ambientali (legge 68/2015).

A fronte di 1.215 controlli, nel 2016 la legge 68/2015 ha consentito di sanzionare 574 ecoreati, più di uno e mezzo al giorno, denunciare 971 persone e 43 aziende, sequestrare 133 beni per un valore di circa 15 milioni di euro con l’emissione di 18 ordinanze di custodia cautelare.

Le proposte: accanto alla nuova normativa che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale, per Legambiente rimangono ancora molti fronti aperti sul piano normativo e interventi urgenti da attuare:

  • occorre mettere in campo, prima di tutto, una grande attività di formazione sulla corretta applicazione della legge sugli ecoreati che coinvolga tutti gli operatori del settore (magistrati, forze di polizia e Capitanerie di porto, ufficiali di polizia giudiziaria e tecnici delle Arpa, polizie municipali ecc.);

–    vanno definite, inoltre, le linee guida nazionali per garantire una uniforme applicazione in tutto il paese della legge, soprattutto nella parte che ha inaugurato il nuovo sistema di estinzione dei reati ambientali contravvenzionali minori;

–  in tema di legge sugli ecoreati, è necessario definire una modalità unica sul territorio nazionale per far confluire le sanzioni che vengono fatte pagare ai responsabili dei reati contravvenzionali minori in base a quanto previsto dalla parte Sesta Bis del Codice ambientale;

–  si deve rimuovere la clausola di invarianza dei costi per la spesa pubblica prevista nella legge sugli ecoreati, così come in quella che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente;
– completare al più presto l’iter di definizione dei decreti attuativi del Ministero dell’ambiente e della presidenza del Consiglio dei ministri per rendere pienamente operativa la legge che ha riformato il sistema nazionale delle Agenzie per la protezione dell’ambiente;

–  va approvata una legge che semplifichi l’iter di abbattimento delle costruzioni abusive e va approvato in tempi rapidi il disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette;

–  un’ultima modifica  riguarda l’accesso alla giustizia delle associazioni.

Il rapporto Ecomafia è stato realizzato, come ogni anno, grazie alla collaborazione delle forze dell’ordine (l’Arma dei carabinieri, il Corpo forestale dello Stato e delle regioni e delle province a statuto speciale, la Guardia di finanza, la Polizia di Stato, e delle Capitanerie di porto, e gli altri organi di polizia giudiziaria l’Ufficio antifrode dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, la Direzione Investigativa Antimafia, la Direzione nazionale antimafia.