Serena Biancherini
NewTuscia – CASTIGLIONE IN TEVERINA – La collaborazione tra la Direzione distrettuale antimafia e la Guardia costiera ha portato alla luce un giro d’affari da 46 milioni di euro all’anno, basato sul traffico di rifiuti tossici dall’Italia all’Asia via mare. Grandi quantità di materiali tra cui motori di treni e compressori di frigoriferi invece di essere trattati venivano riciclati per poi essere rivenduti come padelle o sportelli di auto. Due sono le aziende specializzate nel trattamento dei rifiuti ad essere coinvolte: Tmr di Castiglione in Teverina e Alluminio frantumati di Orvieto.
Le due aziende fingevano di trattare e bonificare i rifiuti per poi esportali all’estero, quando invece si limitavano a macinarli. In questo modo i materiali non perdevano le proprietà nocive e rimanevano pericolose per chiunque ne entrasse in contatto. Per non far scoprire il trucco, un operaio addetto preparava “il mischiotto”, un miscuglio di prodotti tossici e prodotti buoni trattati in base alle norme per abbassare i tassi inquinanti.
L’operazione, End of Waste, ha avuto inizio nel 2016 da un controllo dei trasporti marittimi. Le autorità si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche e sistemi di videosorveglianza e hanno portato al sequestro di dieci milioni di euro.
Manuele Marchino, Paolo Trentavizi, Roberto Mattaroccia, Carmelo Paolucci, Emanuela Spaccino, Elisa Lipparoni e Nicolò Cioci. Ecco le sette persone arrestate tra titolari e tecnici. Sono stati accusati di autoriciclaggio, di falso e di associazione per delinquere finalizzata al traffico, alla gestione e alla miscelazione illecita di rifiuti.