Stefano Stefanini

NewTuscia – VITERBO – DSC_9404Buon giorno Viterbo! Buon risveglio dopo il sogno vissuto collettivamente con la partecipazione al trasporto di “Gloria”, la macchina di Santa Rosa, che ha destato anche quest’anno profonde emozioni ed entusiasti lusinghieri giudizi da parte delle migliaia di ospiti disseminati lungo il percorso.

Anche noi di NewTuscia, l’intera redazione che ha collaborato con Gaetano Alaimo a raccontare e immortalare gli  attimi trepidanti del trasporto, ci siamo sentiti pienamente coinvolti nell’evento che più di tutti caratterizza Viterbo ed i suoi  valori religiosi e civili di aggregante e solidale cittadinanza.

In questo giorno di Festa della Città, che ha avuto nel trasporto  della “Gloria” di Rosa  uno straordinario preludio di Bellezza e Spiritualità, cercheremo di esprimere le profonde emozioni provate,  servendoci delle pagine di poesia dedicate da Cesare Iacoponi alla fanciulla Rosa.

Viterbo, nella cerchia delle sue mura e con le sue oltre cento torri merlate “ferrigna corte di peperino che ospitò 32 Papi e tre Imperatori”, anche oggi rappresenta la “conchiglia d’arte e d’amore” che racchiude la perla della grande devozione alla “fulgida” Rosa,  l’eroica giovanetta, il serafico fiore, che forte della sua fragilità seppe affrontare “eroica figlia del popolo” il tiranno Svevo e la via dell’esilio, con  le incomprensioni legate alla sua eroica dedizione ai bisognosi.

Oggi l’agile “guglia splendente” trasportata dai Facchini, Cavalieri di Rosa, tra le vie della città , per il popolo viterbese costituisce “momento di gaudio e d’apprensione” e nel “forestiero”  evoca “ sgomento, meDSC_9327raviglia e commozione”.

Lo stile conferito da Raffaele Ascenzi a “Gloria”, che possiamo ammirare ancora per qualche giorno sul sagrato della Basilica di Santa Rosa,  richiama contenuti spirituali e linee estetiche proprie  del  Gotico, suscitando  ammirazione per il suo verticalismo, che con un sapiente moto ascensionale, svetta tra le torri cittadine, con le sue forme che flettono, si incurvano attraverso gli archi, le cuspidi e le guglie che si ergono leggeri come gli angeli raffigurati e acuti verso l’alto, verso la statua di Rosa. La sapiente collocazione delle fiammelle vive ravviva le eleganti linee che richiamano gli zampilli di pietra delle splendide cattedrali gotiche e le raffinatissime opere di oreficeria degli Ostensori e dei Reliquiari.

Grazie Viterbo, per averci offerto anche quest’anno la testimonianza dell’incomparabile legame di Fede e d’Arte che ti lega alla tua Rosa !