Nella Tuscia l’esempio virtuoso del  “Biodistretto della Via Amerina e delle Forre”.

di Stefano Stefanini

tusciaNewTuscia – Dallo scorso 4 maggio la proposta di legge n. 302 “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”, già approvata dalla Camera dei Deputati,  è passata all’approvazione definitiva del Senato. I primi firmatari della proposta di legge sono  l’on.Fiorio e l’on. Cenni.    Si tratta di disposizioni  fondamentali per organizzare un settore che vale tre miliardi di euro e che registra un continuo sviluppo, con grande richiesta da parte dei consumatori e un forte orientamento da parte delle imprese.

Il testo definirà “distretti e filiere bio”. Dal mondo del biologico c’era una forte richiesta di istituire un fondo destinato tra l’altro al finanziamento della ricerca nel settore. Il Ministero delle Politiche Agricole regolamenterà  controlli e  sanzioni per le aziende inadempienti.

Facendo chiarezza nel sistema italiano, la legge faciliterà anche la promozione del settore nei mercati internazionali. A ribadire la necessità di una normativa ad hoc, i numeri del settore in sensibile crescita. La normativa si ricollega al forte sviluppo impresso al settore produttivo qualificato dell’agricoltura italiana. Risultano in progressivo aumento le superfici dedicate alla produzione e soprattutto le vendite di prodotti biologici che secondo l’indagine  Ismea/Nielsen hanno registrato un incremento del  20% nel 2016.

Dalla ricerca emerge che il 68% delle famiglie italiane consuma abitualmente cibo biologico. L’Italia (con 1,49 milioni di ettari) è al secondo posto in Europa dopo la Spagna, nella graduatoria delle migliori aree agricole biologiche .

Particolare soddisfazione per la prossima approvazione della legge di settore è espressa  dall’ Associazione italiana per l’agricoltura biologica – Aiab, che chiede attraverso il suo presidente Vincenzo Vizioli, più fondi oltre a quelli legati alla tassa sui pesticidi .

Sul territorio, in particolare anche nella Tuscia viterbese,  per favorire i consumi dei prodotti biologici locali, viene promosso un modello di sviluppo e stili di consumo eco-sostenibili, la qualità dell’alimentazione e la conoscenza del paesaggio e del territorio.

Negli ultimi anni si è manifestato sempre più il bisogno di ricucire lo strappo tra le città e la campagna, come reazione al modello alimentare industrializzato, che tende a negare il ruolo degli agricoltori, del lavoro delle donne e degli uomini nei campi, il ruolo stesso della terra e del territorio. Nella maggior parte dei casi, questa voglia di ruralità, di stabilire un contatto armonico e intelligente con l’ambiente e l’agricoltura del proprio territorio, si deve accontentare di una scampagnata con pic-nic nei prati, l’acquisto di qualche prodotto nello spaccio aziendale o, al massimo, con un pasto in un agriturismo.

L’esempio del “Biodistretto della Via Amerina e delle Forre”.

Le Aziende Agricole Biologiche  invitano i consumatori a preferire produzione e consumo di prodotti biologici: “ognuno di noi è assorbito totalmente dal proprio lavoro e dalla famiglia e tempo e risorse per potersi interessare ad altro sono sempre di meno, questo meccanismo ha isolato le nostre realtà, ci ha reso schiavi di un sistema economico che ha perso la propria sostanza e che trascura le potenzialità di sviluppo e di progresso che possono ridare forza al tessuto produttivo del territorio”.
In particolare le numerose Aziende Agrituristiche Biologiche disseminate nella Tuscia,   offrono   a quanti lo desiderano di poter vivere  giornate a km0, offrendo  un’opportunità  agli agricoltori e alle diverse attività produttive, turistiche  e commerciali, a tutte le associazioni che con passione e dedizione tutelano il patrimonio archeologico, storico e naturale  e a tutti i cittadini, fruitori di questi beni e servizi, singole famiglie e  gruppi d’acquisto di conoscersi meglio, di entrare in relazione per creare una rete attiva e complessa che possa dare delle risposte concrete a loro stessi e al proprio territorio.

L’ azienda agricola bio accoglie gli amanti del cibo naturale e del gusto, organizzando degustazioni, dimostrazioni pratiche sulla produzione, laboratori di trasformazione e incontri produttori/consumatori.

Le aziende bio-agricole propongono ai consumatori  di approfondire le proprietà salutistico-nutritive degli alimenti biologici, nonché i risvolti “green” dell’agricoltura biologicaLe varie “Giornate Biologiche” rappresentano   gli appuntamenti privilegiati  organizzati da A.I.A.B. (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica), per rispondere a queste esigenze e cercare di indirizzarle verso le esperienze che maggiormente qualificano l’agricoltura (il metodo di produzione biologico) e le aree protette.

Per avvicinare la città alla campagna e accorciare la distanza tra tessuto urbano e rurale, così come per promuovere un rapporto più stretto e diretto tra cittadini consumatori e produttori, le aziende biologiche del territorio nazionale per tutta la durata della campagna apriranno le porte a cittadini, consumatori, studenti e scuole. Un modo poco teorico e molto pratico per fare conoscere la loro capacità di produrre cibi di alta qualità, salvaguardando l’ambiente e i beni comuni e fornendo alla collettività importanti servizi collegati all’ecosistema.

L’impegno del Biodistretto pone l’accento  sulla salubrità e i valori nutrizionali del biologico, spiegando in modo chiaro e semplice i motivi per i quali il bio è un’alternativa più salutare e gustosa di mangiare.

Non solo, durante la campagna vengono trattati anche i vantaggi di sostenibilità ambientale dell’agricoltura biologica rispetto all’agricoltura tradizionale, tra i quali il rispetto del benessere animale, l’azzeramento dell’uso di additivi chimici, la propensione verso un modello produttivo ispirato a un ridotto tenore di carbonio.  Gli obiettivi dichiarati della campagna sono: favorire i consumi dei prodotti biologici locali, promuovere un modello di sviluppo e stili di consumo eco-sostenibili, stimolare una riflessione sulla qualità dell’alimentazione, promuovere la conoscenza del paesaggio e del territorio.