NewTuscia – VITERBO – Applausi infiniti che riempiono il cuore di soddisfazioni, richieste di bis che ripagano ogni sacrificio, strette di mano e congratulazioni che non smettono mai di sorprendere. La XXII edizione del JazzUp festival si è rivelata una vera sorpresa, non solo per l’affezionato pubblico di piazza del Gesù, ma anche per gli organizzatori e lo staff.
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“Quella che si è appena conclusa è stata un’edizione davvero particolare – racconta con soddisfazione il direttore artistico Giancarlo Necciari – caratterizzata da un maggior livello artistico, in cui la programmazione è stata dedicata esclusivamente alla parte musicale, a differenza dei festival degli anni precedenti”. Ed è stato questo ingrediente segreto ad aver portato alla gloria la kermesse viterbese dedicata al jazz.

Un viaggio musicale e culturale senza precedenti, dove i tantissimi artisti saliti sul palco hanno portato non solo musica, ma sound personali, stili di vita, espressioni locali. Dal nord Italia al sud, dai Balcani all’America latina, dagli Stati Uniti alla Tuscia. Niente è stato lasciato al caso, ogni artista, ogni nota, ogni luce, al momento giusto. Una storia musicale che ha appassionato talmente tanto il pubblico, tanto che ogni sera la piazza si affollava all’inverosimile.

“Un festival che ci ha regalato emozioni e soddisfazioni – aggiunge il direttore artistico – con un grande evento di chiusura. Il concerto del Maestro Nicola Piovani ha conferito grande prestigio a tutta la programmazione, portando a Viterbo una delle star internazionali della nostra musica. La formula musica-musica-musica ha rinvigorito quel messaggio culturale che nasce e viene diffuso dal nostro festival, in sinergia con i tantissimi eventi di carattere letterario, cinematografico, teatrale proposti da Caffeina”.

Una collaborazione, quella con Caffeina, che sicuramente ha contribuito a sostenere la staffetta della cultura. “Un ringraziamento speciale – conclude Necciari – va ovviamente alla fondazione Caffeina, in particolare a Filippo Rossi, Andrea Baffo e Giuseppe Berardino”.