Stefano Stefanini

NewTuscia – VITERBO – In questi giorni,  dopo il vertice G7 di Taormina e le decisioni del presidente USA Trump  di disimpegno nella lotta all’Inquinamento,  i paesi più inquinanti della Terra, dovranno. Ovunque far fede  alla loro adesione e sottoscrizione al Protocollo “COP21” sottoscritto a Parigi nel ambientedicembre 2015. Ricordiamo che nell’aprile del 2016 era stato  sottoscritto a New York, al Palazzo di Vetro dell’Onu, un accordo “storico” per il contrasto al surriscaldamento globale.

I 165 Paesi firmatari si sono impegnati per il contrasto al surriscaldamento globale di non più di 2 e 1,5 gradi nei prossimi decenni. 

Le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente italiano  Gian Luca  Galletti recentemente riconfermate : ” Condividiamo un accordo fondamentale per il futuro del Pianeta e  dovremo passare dalle parole ai fatti. Ogni Paese si impegna con azioni all’interno del suo territorio, tenendo presente che gli Stati più poveri sono quelli che soffrono di più gli effetti dei cambiamenti climatici e per questo ci vuole una grande cooperazione. E’ questa la forza dell’accordo: la consapevolezza che la sfida ai cambiamenti climatici o si vince tutti insieme o non si può vincere”.

“L’obiettivo – aggiunge Galletti – è quello di investire ancora di più sulle fonti energetiche rinnovabili e il nostro Paese ha già fatto moltissimo in questo senso. Noi – ricorda – abbiamo il 17% di produzione di energie rinnovabili sul totale della produzione. Inoltre – ha concluso Galletti – stiamo investendo molto sullefficientamento energetico e sui programmi di mobilità sostenibile.  Abbiamo molti bandi e risorse per lo scopo.

I 900 milioni agli enti locali per la ristrutturazione energetica di edifici pubblici e privati. I 252 milioni del bando per l’efficientamento energetico delle scuole. I 35 milioni per agevolare i percorsi casa scuola e casa lavoro. Dobbiamo continuare su questa strada”. 

 

Una cura da cavallo contro linquinamento urbano.

Sono tante le misure in programma da verificare alla prova dell’attuazione sui territori, per cambiare concretamente stili di vita, abitudini nella modalità di trasporto, convertendo i cittadini al trasporto pubblico locale, da rilanciare razionalmente senza inutili sprechi.    Il testo del “Protocollo d’intesa” sottoscritto tra Ministero, Conferenza delle Regioni  e Comuni italiani il 7 gennaio 2016  per migliorare la qualità dell’aria mira prioritariamente ad  incoraggiare il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, disincentivare l’utilizzo del mezzo privato, abbattere le emissioni, favorire misure intese ad aumentare l’efficienza energetica.

Il documento  disciplina la collaborazione tra le parti, al fine di definire e attuare misure omogenee su scala di bacino per il miglioramento e la tutela della qualità dell’aria e la riduzione delle emissioni di “gas climalteranti”, con interventi prioritari nelle città metropolitane, utilizzando in modo coordinato gli strumenti normativi e finanziari previsti dall’ordinamento, promuovendo altresì il coordinamento delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria da parte del sistema delle Agenzie regionali di Protezione Ambientale e dell’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA, le azioni di informazione e divulgazione mirate alla corretta comunicazione dei rischi ambientali e sanitari ai cittadini.

Con lindirizzo e la  supervisione del Governo, ogni regione e ogni comune valuti quali provvedimenti prendere per la salute pubblica, la salubrità dellaria e la qualità della vita urbana: 

  1. a) l’attuazione di misure d’urgenza omogenee e temporanee;
  2. b) il controllo e la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento delle grandi utenze, incrementando l’efficienza energetica ed agevolando il passaggio a combustibili meno inquinanti;
  3. c) il passaggio a modalità di trasporto pubblico a basse emissioni, rinnovando il parco mezzi del trasporto pubblico e di servizio pubblico in esercizio, anche attraverso l’attivazione di un’unica centrale di committenza a cui Regioni e Comuni possano rivolgersi per una rapida immissione di mezzi pubblici ecologici;
  4. d) la promozione di una rete di ricarica, anche a ricarica rapida, efficiente soprattutto nelle aree metropolitane che supporti la riconversione elettrica dei mezzi pubblici e privati di trasporto, anche mediante incentivi all’acquisto di veicoli merci, autobus, autoveicoli privati, taxi/NCC e biciclette alimentati ad energia elettrica;
  5. e) l’implementazione e il miglioramento delle infrastrutture del trasporto pubblico locale;
  6. f) le misure di sostegno e sussidio finanziario per l’utenza del trasporto pubblico, quali, a titolo esemplificativo, l’offerta di abbonamenti integrati comprendenti ferrovie, bus, metro, bike sharing, car sharing , sosta gratuita nei nodi di scambio extra urbani, realizzazione di nuove piste ciclabili, corsie preferenziali per il trasporto pubblico ed aree di totale pedonalizzazione;
  7. g) l’introduzione al livello nazionale del limite di 30Km/h all’interno dei centri abitati, con l’eccezione delle principali arterie di scorrimento;
  8. h) la promozione e diffusione di buone pratiche agricole volte alla limitazione delle emissioni di ammoniaca derivanti dalla somministrazione di fertilizzanti azotati o dagli allevamenti, anche tenuto conto dell’aggiornamento della direttiva sui tetti nazionali alle emissioni (cosiddetta direttiva NEC) di futura emanazione;
  9. i) le misure innovative per la dissuasione e la repressione della sosta di intralcio e la sincronizzazione dei semafori con monitoraggio dell’intensità di traffico, tese ad aumentare la fluidità del traffico veicolare;
  10. l) l’omogeneizzazione e soprattutto la condivisione ed l’interoperabilità di dati e informazioni sulla qualità dell’aria quantomeno in tempo quasi reale. Infatti tali dati e informazioni sono oggi disponibili solo sui siti web ufficiali delle singole Agenzie, ma prodotti ed esposti secondo modalità e formati differenti tra loro;
  11. m) la produzione da parte di ISPRA di un Bollettino periodico , sulla base dei bollettini regionali prodotti dal sistema agenziale, e dei dati e delle informazioni di cui al comma precedente di sintesi complessiva posta a disposizione delle Autorità ambientali quanto delle popolazioni;
  12. n) la definizione di un obbligo di revisione dei Piani della Qualità dell’aria (art. 9 D.Lgs 155/2010) ogni 4 anni e la definizione di una linea guida unica per la redazione degli stessi da parte del Ministero tramite il supporto tecnico/scientifico di ISPRA e del sistema agenziale;
  13. o) le misure agevolative finalizzate alla realizzazione di interventi di efficientamento energetico relativi agli impianti sportivi pubblici, nonché a favore di altri edifici pubblici;
  14. p) le misure volte alla metanizzazione degli impianti termici in uso presso la pubblica amministrazione, all’atto della sostituzione degli stessi per vetustà/guasti;
  15. q) le misure volte alla rottamazione/riconversione dei veicoli più inquinanti, con particolare riferimento alle flotte merci, promuovendo l’utilizzo delle tecnologie e combustibili a basso impatto ambientale;
  16. r) le misure volte alla aumento del verde pubblico all’interno delle aree urbane, con particolare attenzione alla problematica della piantumazione in aree urbane ed extraurbane;
  17. s) le misure volte all’avvio ed alla realizzazione dei nuovi servizi marittimi per il trasporto combinato delle merci e per l’elettrificazione delle banchine portuali;
  18. t) il potenziamento dei sistemi tecnologici di monitoraggio e di controllo per il rispetto delle misure della limitazione della circolazione nei centri urbani.

Tra le misure d’urgenza omogenee e temporanee sono state individuate dalle parti firmatarie del Protocollo ulteriori misure.

  1. a) l’abbassamento dei limiti di velocità di 20 km/h in aree urbane estese al territorio comunale ed alle eventuali arterie autostradali limitrofe (previo accordo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti);
  2. b) l’attivazione di sistemi di incentivo all’utilizzo del trasporto pubblico locale e della mobilità condivisa;
  3. c) la riduzione delle temperature massime di 2 gradi di riscaldamento negli edifici pubblici e privati;
  4. d) la limitazione dell’utilizzo della biomassa per uso civile laddove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento.

Le misure emergenziali saranno attivate dopo reiterati superamenti delle soglie giornaliere massime consentite delle concentrazioni di PM10, di regola identificabili in 7 giorni.

Per  favorire l’individuazione e l’attivazione di strategie e azioni comuni finalizzate alla prevenzione ed alla risoluzione delle problematiche ambientali in materia di inquinamento urbano, viene  istituito presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare un “Comitato di coordinamento ambientale delle Regioni e delle Città metropolitane” tra i Presidenti delle Regioni e i Sindaci delle Città metropolitane, presieduta dal Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare per la definizione e l’aggiornamento periodico del piano strategico triennale del territorio metropolitano

Con adeguate dotazioni economiche di queste misure coordinate ci si aspetta anche un cambio di abitudini da parte dei cittadini che, da recentissime indagini, scelgono  sempre di più  l’auto come mezzo privilegiato di trasporto, a discapito di quello pubblico, per il quale ci si attende un sostanziale, razionale e programmato rilancio, al di là di annunci e proclami.