Simonetta Melinelli

NewTuscia – ORTE – Dopo l’iniziale accoglienza di Stefano Stefanini, moderatore del Convegno sulla Comunicazione sociale, indetto dall’Ucsi di Viterbo al palazzo vescovile di Orte, segue la presentazione del convegno da parte del presidente UCSI di Viterbo e Provincia,  Mario Mancini, poi il saluto del Vescovo di Orte, Monsignor Romano Rossi, improntato sul ricordo di Giorgio la Pira, fautore di un messaggio di comunicazione giornalistica che trasmetta la realtà con ottimismo e con proposte di speranza.

Poi il Presidente dell’UCSI lazio, Raffaele Luise, che evidenzia l’informazione come dialogo, come diceva la Pira, un costruire insieme una nuova visione di realta’, con tanto studio e approfondimento su contine ucsi3nti, religioni, nuove scienze neurologiche e psicologiche, attraverso un incessante  dialogo interculturale e intereligioso, come sottolineato da Stefanini. Cosi’ ricorda che La Pira propose nel ’56/’57 un convegno a Firenze dei sindaci di 80 citta’ del mondo.
Inoltre il presidente delucsi1l’ UCSI lazio sottolinea l’importanza del sentire empatico del giornalista cristiano per entrare nei sentimenti e nella comprensione degli eventi dei nostri tempi. A seguire l’intervento del Presidente onorario UCSI nazionale, Prof. Paolo Scandaletti, sulla criticita’ dei media.
Il professore ha improntato il proprio intervento sulla realta’ quotidiana del lavoro giornalistico controllato dai proprietari dei mezzi di informazione.
Iniziando con una  prima domanda da porsi :”Perche’ c’e’ l’ordinamento pubblico sui giornalisti?”: il motivo e’ la vocazione del servizio pubblico, questa la ratio dell’ordinamento da poco rinnovato. I giornalisti debbono aiutare i cittadini a ucsi4conoscere, per essere essi stessi in grado di capire e valutare. Tuttavia la comunicazione e’ governata dalla proprieta’ dei mezzi giornalistici.
Ogni politico o imprenditore nella storia ha fondato nel Dopoguerra giornali per tutelare i propri interessi. Questo non e’ successo all’origine della stampa inglese invece.
Come e’ nato nel mondo il giornalismo? Dall’esperienza del Parlamento in Inghilterra, ove vi era un sovrano ed il parlamento venne istituito allo scopo di limitare e controllare tale potere, i giornalisti lottarono per essere ammessi ad assistere alle sedute del Parlamento. Nelle strade l’opinione pubblica inglese, tramite tante associazioni, stamparono tanti commenti sulla nascita del Parlamento inglese, vedi i 15000 fascicoli sull’origine del parlamento ancora oggi conservati nella Library.

Poi i giornalisti inglesi si trasferirono in America del nord dove fondarono la stampa come mezzo di potere dei cittadini e non delle ricche proprietà. La Chiesa ha dato il suo contributo alla criticita’ del giornalismo libero poiche’, dopo due secoli dalla nascita del parlamento inglese, si arrocco’ su uno stato ecclesiastico governato da un papa-re che venne poi, solo dopo aspre lotte, confinato ad un ruolo spirituale e in un piccolo ma potente stato vaticano.

Percio’ gli unici pilastri di ogni giornalista cristiano debbono essere solo due: liberta’ e responsabilita’. Ricordiamo poi alcune importanti Associazioni del settore, come

“La Fondazione Pubblicita’ e Progresso” di Milano, che si interessa delle tematiche di questo convegno odierno, “Assore”, cioe’ l’associazione che raccoglie i stefaniniprofessionisti delle informazioni, facendo parlare i rappresentanti di tutte le associaziucsi2 crocifissooni e gruppi di interesse, infine la terza associazione del settore l'”Assocom”, che si occupa di gestire la pubblicita’ nei media.

I due terzi degli introiti del settore media e’ rappresentato da pubblicita’. Poi c’e’ un’altra associazione che raccoglie gli addetti stampa dei comuni. province, ministeri ed enti pubblici, ComPA. Vi sono poi gli uffici URP,  previsti negli enti pubblici per   informare i cittadini.
Il cittadino ha due diritti:” il poter sapere il nome e cognome della persona con cui parla e  l’istituto dell’autodisciplina pubblicitaria nato  a Milano, allo scopo di garantire che  i messaggi di comunicazione non siano falsi, offensivi, discriminatori o fuorvianti, istituto utilissimo ai cittadini a cui potrebbero rivolgersi se solo ne conoscessero l’esistenza.

Anche perche’ nessun media informa i cittadini su questo loro diritto.

L’UPA raccoglie gli investitori nei media, non di poco conto il loro peso se pensiamo che hanno immesso 8 miliardi di euro  in tale settore. I lobbisti fino ad ora hanno operato in parlamento come parenti ed amici in visita dei parlamentari sotto tali mentite spoglie sono stati ammessi. Per trent’anni proposte di legge sul lobbismo sono state discusse ma mai presentate. La Pivetti suggeri’ di inserire i lobbisti come portatori di interessi nei due regolamenti di Camera e Senato.

In America i lobbisti accreditati sono 7400 ed a Bruxelles circa 2000, identificati con un regolare tesserino di riconoscimento e controlli sul numero degli interventi sui politici e sui contributi concessi e a quale scopo.

Il presidente UCSI nazionale organizzo’ un convegno alla Luiss di Roma, dove insegnava,  invitando la Pivetti per sviluppare tale iniziativa. Poi la Bordrini e’ riuscita a fare inserire tale punto nei due regolamenti e nei prossimi giorni di maggio,  Camera e Senato  registreranno i lobbisti. Inoltre e’ stato suggerito alla Madia, ministro della pubblica amministrazione, di fare una circolare ai ministeri per applicare tali regolamenti della Camera e del Senato anche nei Ministeri, ma questo non e’ stato ancora fatto a tutt’oggi.

Occorre parlare delle criticita’ reali del settore giornalistico, servendo la verita’ ed i cittadini, con questo tema conclude il suo intervento il Prof. Scandaletti.
Poi interviene la Dr.ssa Valli,  direttrice della Voce dell’umbria, UCSI Umbria e in riferimento al messaggio del Papa, con l’immagine della macina, sottolinea come  i giornalisti siano dentro questa macina. Ed a dimostrazione di cio’ inizia con un bollettino di guerra, come lei stessa lo definisce. I quotidiani hanno ridotto drasticamente il numero dei giornalisti assunti. Il Giornale dell’Umbria ha chiuso un anno fa lasciando a casa 18 giornalisti. Il Corriere dell’umbria ha contratti di solidarieta’ con esuberi in definizione.
Teleradio Gubbio ha un contratto di solidarieta’ e molti suoi dipendenti sono stati  licenziati. La legge nazionale ln. 150 del 2000 non e’ applicata.

Gli addetti stampa vengono poco utilizzati e alcuni sindaci si occupano essi stessi di comunicazione. Il lavoro dei giornalisti e’ sostenuto dagli introiti pubblicitari in drastica riduzione. Tv e radio anch’esse in crisi in umbria. Il web non e’ stato sfruttato in modo significativo da tali media. Pubblicisti e giornalisti sono le due professioni giornalistiche ma  la suddivisione e’ dovuta anche alla difficolta’ di fare di tale attivita’ una professione a tempo pieno. I giornalisti umbri sono costretti ad emigrare per trovare un impiego retribuito nel proprio settore.

Lo sbocco della pubblicita’ e’ sempre piu’ sul web specie su Umbria24, quotidiano online d’informazione che, pur nella crisi, ha saputo resistere e mettersi in luce.
In umbria la sinistra è stata sempre preponderante nell’ informazione ma la Voce, il giornale diretto dalla relatrice, ha tentato di dare una comunicazione di impronta cristiana guardando le esperienze del mondo ecclesiale ma anche nella realta’ di tutti i giorni. Questo mondo, sostenuto dalle diocesi, e’ in crisi anch’esso.
Molte diocesi hanno sospeso le informazioni cartacee. 190 giornali cattolici su 160 diocesi con la CEI hanno costituito un tavolo di lavoro all’ inizio di maggio per assistere le diocesi a riorganizzare le testate senza abbandonare il terreno. Il fronte della comunicazione avviata nell’800 da parte della Chiesa non deve essere abbandonato.
La Voce e’ regionale e le diocesi sono 8 su 800.000 abitanti. C’è Umbriaradio diocesana, con un nuovo sito recentemente nato: la radio e’ una cooperativa e’ una radio comunitaria.
Gli approfondimenti vengono fatti dalle radio comunitarie per legge. Notiziario online in tempo reale recentemente avviato.
In questo caos informativo, sicuramente evidente tra web, social, tv, radio e cartaceo, il pubblico apprezza comunque questo servizio locale: ad esempio per il referendum La Voce ha organizzato un dibattito sulle ragioni del sì e del no che e’ stato  molto apprezzato, percio’ una domanda per questo tipo di comunicazione e informazione c’e’.
Kant citato diceva: ” non ragionate ma credete”.  Invece il vescovo di Perugia disse il 31 maggio, celebrando la comunicazione sociale, “non credete ma ragionate”.
Infine ha concluso il convegno il giornalista Andrea Cuminatto dell’UCSI toscana, direttore delle sale cinematografiche parrocchiali, sottolineando l’importanza della comunicazione online perche’ arriva direttamente ai giovani, anche se e’ difficile convogliare su questa la pubblicita’ che sostiene economicamente il lavoro dei giornalisti.
Il vescovo Romano Rossi ha evidenziato che il lato spirituale del lavoro giornalistico gli era sfuggito per anni e che invece questo e’ fondamentale in questo settore.
Forse a volte anche noi giornalisti UCSI ce lo dimentichiamo, scordandoci di essere al servizio della verita’ e del bene. Pertanto dobbiamo ricordare questi valori e principi a noi stessi nell’attivita’ quotidiana di informazione. Occorre sporcarsi e mani e consumare la suola sulla strada cercando il contatto diretto con l’immigrato prima di parlarne e cosi’ per ogni notizia o ricerca da pubblicare non basta dare i numeri di cio’ che succede ma occorre essere meno asettici. Piu’ dentro le emozioni della gente e, come il Prof. Scandaletti ha evidenziato, occorre evitare ogni omissione per essere sempre al servizio dei cittadini e della verita’.
Padre Santolini, un missionario morto all’estero, sottolineava sempre come nella quotidianita’ occorra fare le scelte difficili secondo la nostra coscienza cristiana, fino al sacrificio ultimo per essere fedeli ai propri valori e fede, come lui fece fino ad essere ucciso per questo.
Infine Stefanini ha ricordato a tutti come nel messaggio del Papa il giornalista cattolico debba sempre sottolineare con ottimismo e speranza il buono che esiste in ogni uomo e nella realta’ che viviamo sempre sl servizio della verita’.