A cura della d.ssa Gioia Nibbio

NewTuscia – I bambini hanno bisogno di una madre e del suo calore affettivo e rispecchiante, tanto quanto hanno bisogno di un padre come di una istanza che ponga dei limiti e delle regole al loro desiderio.

La D.ssa Gioia Nibbio

La D.ssa Gioia Nibbio

L’importanza del padre è stata anzitutto sottolineata da Freud; si potrebbe dire che il ruolo paterno favorisce il passaggio “dal principio del piacere”(“ voglio tutto e subito”)al “principio di realtà” (“sono ancora troppo piccolo per poter realizzare tutti i miei sogni, devo crescere, devo aspettare”).

Per Freud questo passaggio avveniva attraverso l’esperienza della “castrazione”, in senso psichico naturalmente, che consiste semplicemente nel ridimensionamento dell’esperienza infantile .

Il padre spezza la diade onnipotente madre-figlio e consente al figlio di accedere alla realtà, intrisa di leggi e limiti.

Da qui l’importanza della legge, delle regole e di tutti quei “no”in genere ricondotti proprio all’autorità paterna che aiutano e favoriscono la crescita.

La relazione primaria scrive Lacan è sempre quella con la madre, e ciò vale sia per i maschi sia per le femmine .

Il padre, generalmente, interviene in un secondo tempo, provocando il necessario “lutto”per la fine della diade onnipotente.

Ma il padre può svolgere la sua funzione  e il suo ruolo solo se la madre lo riconosce davanti al bambino.

Una madre che davanti al bambino sminuisce, banalizza o denigra il padre, lo delegittima e gli impedisce, di fatto, di svolgere la propria funzione.

Così scrive Massimo Recalcati:  “ La forza della parola paterna non si regge su una autorità che esorbita dal campo della relazione con la madre”.

Sarà il modo nel quale la madre parla ai simmagine (2)

uoi figli del padre a rendere più o meno autorevole la parola del padre, la quale, dunque, vive in stretta relazione con la “parola materna”.

La funzione paterna /normativa; consiste sostanzialmente nel porre dei limiti all’onnipotenza infantile; è necessario dunque che la madre accetti di fare un passo indietro affinché il padre possa accompagnare il figlio nel mondo concreto della realtà.

Recalcati riprende questi temi in chiave quasi divulgativa, partendo dall’idea lacaniana secondo cui ci troviamo in un’epoca di evaporazione del padre, e con la consapevolezza clinica del disagio (non solo familiare) che nasce da questo epocale indebolimento.

La famiglia è sempre più in crisi con legami affettivi sempre più deboli e precari . Nelle famiglie in cui la differenza intergenerazionale è annullata, i genitori si fanno così complici e amici dei figli, rinunciando al loro compito educativo .

Che fine ha fatto il limite? La difficile condizione dei giovani si manifesta in particolare nel modo in cui vivono la sessualità e nella loro dipendenza dalle tecnologie.

La crisi progressiva della figura paterna , del ruolo di rappresentante dell’autorità, il silenzio, il non riuscire più a confrontarsi con i propri figli ha lasciato spazio al nulla e alla progressiva incidenza di disturbi di personalità borderline e dipendenze.

Se vogliamo crescere e diventare adulti dobbiamo riconoscere che ci sono limiti al nostro desiderio.

E’ il padre che ci aiuta a compiere questo passo difficile, ma  fondamentale, per guadagnare il senso della vera libertà. La libertà che non consiste nel fare ciò che si vuole, ma nel riuscire a rimanere fedeli al proprio sogno, al proprio desiderio, pagando responsabilmente il prezzo che tutto questo comporta.

Dott.ssa Gioia Nibbio –Psicologa Clinica, Psicoterapeuta in formazione presso la scuola di Psicoterapia Umanistica –Integrata ASPIC , sede di Roma .

Svolge in forma privata attività di consulenza, sostegno e diagnosi psicologica a Capodimonte (VT) e presso la sede ASPIC di Viterbo .

Per domande o consulenze :

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