Simone Stefanini Conti
NewTuscia – ORTE – A Orte domenica 9 aprile alle ore 11,30 l’Associazione culturale “Hortae Cultura e Cibo” ha organizzato un importante evento letterario, con la presentazione dell’ultimo libro di Marcello Veneziani “Alla luce del Mito”
Alla luce del Mito. Nell’introduzione del libro il filosofo anticipa i caratteri del suo viaggio nel Mito, che non è una fuga dalla realtà o dal presente. Al contrario, è un viaggio nelle profondità del presente, alle radici della realtà.
I miti non sono soltanto quei grandi racconti del mondo antico, greco, orientale, classico. Esistono sotto traccia o perfino in modo vistoso nella società contemporanea, nel gioco e nell’arte, nel cinema che è la principale fabbrica di miti contemporanei e nella pubblicità, che vende miti in forma di marchi. E poi la musica, lo sport, la tecnoscienza.
Prosegue Veneziani nella presentazione del suo libro: “il Novecento è stato il secolo in cui i miti politici si sono chiamati idee-forza perché servivano a trascinare i popoli, a trasformare le società, a cambiare la storia. Ma sono stati anche sciagurati quando hanno preteso di monopolizzare la verità. Resta però il loro vuoto: una politica senza miti è una politica senza ideali, senza sogni, senza proiezioni nell’avvenire e nella storia…
Nel suo libro l’autore si sofferma sul rapporto tra il Mito e la Scienza, il Mito e la Tecnica, sostenendo tesi tutt’altro che contrarie alla scienza. Con un paragone: il mito sta all’arte come la scienza alla tecnica…
Dopo la crisi della cultura umanistica e del sapere filosofico, i due grandi competitori che si contendono l’egemonia planetaria sono il Mito e la tecnica, ispirata dalla scienza. Perché sono universali, perché sono impersonali, perché modificano il mondo. La loro competizione può essere letta sia nello spirito del conflitto, sia nello spirito della compensazione.
La tecnica è il regno delle mani, il mito è il regno degli occhi, non basta trasformare il mondo bisogna anche averne una visione… Su questo campo sto partecipando attivamente a un gruppo di lavoro della Fondazione Golinelli di Bologna, proiettato negli scenari futuri che mira a ibridare scienza e mito, pensiero e tecnica. Il futuro, come dimostrano ad esempio le neuroscienze cognitive, sarà probabilmente di questo incrocio ardito tra la visione del Mito e il sapere tecnico-scientifico.
Ma cosa c’è di umano nel Mito? C’è il bisogno naturale e soprannaturale di un mondo ulteriore, la possibilità di vedere il mondo sotto altra luce, con altri occhi…Tutti noi abbiamo una vita piccola, che è poi la vita quotidiana, apparente, pratica e una vita grande che è la vita ulteriore, quella dell’anima e della mente eroica – come diceva Vico- la vita che vorremmo.
E nei momenti di maggiore incanto della nostra vita, nell’infanzia, nella giovinezza, nell’amore entriamo in una sfera mitica, vediamo le cose attraverso il mito, mitizziamo la persona amata, ci proiettiamo oltre la realtà quotidiana. Il mito è una dimensione essenziale, costitutiva della nostra vita e della nostra mente, oserei dire la parte più nobile, non mossa solo da necessità naturali, calcoli utilitaristici, do ut des…
Nelle pagine di Veneziani si incontrano moltissimi autori di svariati ambiti .
Platone e Omero, innanzitutto, poi Vico e Nietzsche. Tra gli autori del Novecento, ti cito autori quattro assai diversi tra loro anche per campi d’interesse: Mircea Eliade e Cesare Pavese, Cristina Campo e Roland Barthes. Questo testo non è suddiviso in capitoli. È un susseguirsi di aforismi, brani e pensieri brevi, per alcune ragioni. La prima è che il mito esige racconti, visioni, suggestioni e pensieri lampeggianti più che trattati analitici e sistematici. La seconda è che la nostra epoca inclina alla brevità, naviga tra i frammenti e le fratture, non sopporta la lunga durata, neanche nel pensiero. La terza è che questo è lo stile che ho scelto da tempo e che ho già espresso in altre opere.
Ancora Marcello Veneziani: “Questo libro è concepito in stile libero, non rientra negli studi specialistici, esula dagli ambiti accademici, non si attiene a una disciplina, pur avendo un innegabile taglio filosofico, ma intreccia campi e linguaggi diversi. E questo ancora si addice al tema di cui trattiamo, il Mito che entra in ogni campo vitale dell’esperienza umana. Il mito è per la storia quel che l’anima è per il corpo.”
Sabato 1 Aprile ha preso il via l’attività dell’Associazione Culturale Hortae, no profit, affiliata allo CSEN, arricchendosi di una nuova opportunità riservata ai soli soci dell’Associazione e delle Associazioni affiliate CSEN, la Trattoria Club di Palazzo Manni, infatti aprirà una serie di eventi ed incontri periodici di degustazione di specialità gastronomiche, sia della Tuscia che di varie altre tipicità Italiane, per il momento 3 sere a settimana, il giovedì, il venerdi ed il sabato.
L’attività no profit dell’Associazione si basa sull’abbinamento di “Cultura e Cibo”, nutrimento per l’anima e per il corpo. Ai piatti saranno abbinate poesie e racconti di autori famosi, in qualità di socio si potrà godere di questo corrispondendo un rimborso spese.
Lo Statuto dell’associazione è consultabile presso la sede di Piazza Senatore Giuseppe Angelo Manni 4, luogo dove si terranno le attività.
Il comunicato dell’Associazione invita i cittadini che desiderano associarsi a farne domanda presso la sede storica, presa conoscenza dello statuto e dei regolamenti interni.
L’Associazione Culturale Hortae si prefigge nel suo statuto la promozione, la rappresentazione e l’organizzazione, ai fini esclusivamente culturali, di eventi, incontri, manifestazioni che possano diffondere la conoscenza dei mezzi e delle tecniche tradizionali di produzione agricola, enologica, oleicola, culinaria ed intende con questa nuova iniziativa culturale, promuovere la conoscenza e la sensibilità gastronomica della nostra tradizione, infinito Bene culturale immateriale italiano.”