NewTuscia – BOLOGNA – Apre a Bologna il primo telefono per donne lesbiche vittime di violenza. Un accordo tra Arcilesbica, Comune di Bologna e la Casa delle donne che, per attuare questo progetto, ha ricevuto 8 mila euro dalla Regione.

Una costatazione, non così scontata, che la violenza non ha sesso. La violenza appartiene al genere umano perché si basa sulla gestione del potere e non c’è solo la violenza fisica ma anche psicologica, sociale ed economica.

Secondo un’indagine svolta LESBICOdall’Università di Roma e Arcilesbica Roma, nel 2008, risulta che  su 120 donne lesbiche intervistate, tra i 16 e i 40 anni, il 61% dichiara di “avere paura all’interno delle proprie relazioni”, il 21% ha “sempre bisogno del permesso di uscire con un’amica”, il 41% “qualche volta”.

Inoltre, l’8,8% alla domanda: “Ti vengono chiesti atti sessuali contro la tua volontà?” risponde: “Sì” e il 14,7% “a volte”, il 47,1%, infine, dichiara di aver subito “un danno fisico e psicologico dopo un litigio” e il “41,2% dichiara di nascondere qualcosa alla propria compagna per paura delle sue reazioni”.

“È sempre stato un tabù, dichiara la presidente di Arcilesbica Bologna Carla Catena – per anni abbiamo preferito mettere l’accento sulla parte positiva delle nostre relazioni, per rivendicare la legittimità, il diritto di esistere in quanto lesbiche”. Ora però il movimento Lgbtqi rivendica, come ogni essere umano, il diritto alla felicità e in maniera responsabile denuncia che, anche all’interno delle relazioni dello stesso sesso, la violenza debba essere combattuta e denunciata.